«Al passato: grazie. Al futuro: sì».
È una celebre frase di Dag Hammarskjöld, uomo politico
svedese per due volte Segretario generale delle Nazioni Unite, probabilmente
ucciso tramite il sabotaggio del suo aereo durante una missione di pace in
Africa (1961), e quindi insignito alla memoria del Premio Nobel per la Pace.
Alla sua morte vengono rinvenuti alcuni suoi scritti di cui nessuno era a
conoscenza: scritti permeati da una profonda fede cristiana, da un anelito
quasi mistico. Non per caso, in Italia sono pubblicati dalla Comunità di Bose,
e diffusi da Guido Dotti. Questa rara mescolanza tra azione politica e tensione
morale è, almeno per me, il senso del “volere la luna”. E quella frase, che
sembra così fuori posto quest’anno, è la dimensione che vorrei condividere.
Al 2020, grazie: perché la vita di tutti coloro che
quest’anno sono morti è stata un dono unico, di cui rendere grazie ogni minuto.
Al 2021, sì: per lottare con ogni forza, con ogni intelligenza, con amore
intero per salvare ogni vita possibile.
Al 2020, grazie: perché ci hai fatto capire che la
libertà più preziosa e difficile, ancora più preziosa di quella del movimento,
è la libertà di pensiero critico. La libertà di essere voci contro. La libertà
di sottrarsi alla retorica dell’unanimità, per guardare più avanti e per avere
il coraggio di dire «preferirei di no». Al 2021, sì: apriremo la nostra bocca
con fermezza, fuori dal coro.
Al 2020, grazie: abbiamo visto con drammatica
chiarezza che siamo tutti sulla stessa barca. Al 2021, sì: lotteremo perché
nella barca non ci siano più gli infiniti schiavi che remano e i pochi padroni
che banchettano. Sanità pubblica, giustizia sociale, progressività fiscale,
patrimoniale: ecco l’unico porto possibile.
Al 2020, grazie: la pandemia ci ha aperto gli occhi
sul pianeta che ci presenta il conto. Allevamenti intensivi, corpi trattati
come merci, globalizzazione della schiavitù. Al 2021, sì: dobbiamo cambiare il
nostro stile di vita. E poi lottare per quello di tutti: la crescita uccide, va
fermata.
Al 2020, grazie: ci hai tolto ogni dubbio sulla
politica italiana. Quella politicata, quella di un governo che debolmente
trascina un indecente stato delle cose, quella di una destra grottesca e
pericolosa. Quella di una sinistra che c’è solo nella liberazione delle vite,
ogni giorno, dal basso. Al 2021, sì: lavoreremo perché questa sinistra cresca,
prenda coscienza di sé, combatta.
Al 2020, grazie: hai tolto ogni velo alla follia
egoista dell’autonomia differenziata delle regioni italiane. Al 2021, sì: ci
impegneremo per fermarla.
Al 2020, grazie: in queste ultime settimane hai reso
chiaro, anche se purtroppo era tardi, quanto fosse folle tagliare i
parlamentari. Al 2021, sì: ci impegneremo con ogni forza perché non si voti con
questa legge elettorale, che, combinata col taglio, consegnerebbe maggioranza,
presidenza della Repubblica e modifica della Costituzione a una destra nera e
marcia.
Al 2020, grazie: hai messo al centro lo scandalo della
scuola: la sua vitale importanza, la necessità che sia in presenza, e che sia
giusta ed eguale. Al 2021, sì: la battaglia per i finanziamenti, e per una
scuola davvero in armonia col progetto della Costituzione, sarà centrale. Per
una scuola che non produca pezzi di ricambio per il mondo com’è, ma cuori e
teste capaci di rovesciarlo.
Al 2020, grazie: hai denudato la verità sulla cultura,
che quasi tutti considerano un orpello, un’industria o un lusso. Al 2021, sì:
per una cultura che liberi la mente, e cambi il mondo.
Al 2020, grazie: hai fatto capire che la scienza si
deve coniugare con la democrazia, la trasparenza, il render conto di sé; non
con il mercato, il brevetto, il profitto di pochi. Al 2021, sì: per una scienza
al servizio dell’umano nell’uomo.
«Al passato: grazie. Al futuro: sì»: per un 2021
diverso.
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