Benedetta Pisani intervista Verde Agua
Come è nata l’idea di dar vita a questa impresa sociale e qual è la
Missione di Verde Agua?
ANDREA
Verde Agua nasce dai percorsi di studio e dalla forte motivazione personale
di tre donne che, nel 2019, hanno deciso di contribuire allo sviluppo della
loro comunità dando vita a un’impresa sociale.
Abbiamo scoperto che, con la nuova direttiva dell’UE sulla plastica,
potevamo aiutare le aziende di Castiglia e Leon, una regione della Spagna non
tanto innovativa come le altre, ad adattarsi alle nuove regole, sostituendo,
nel loro ciclo di produzione, le plastiche monouso e quelle particolarmente
inquinanti con delle alternative più sostenibili.
Dovevamo solo mettere insieme le idee e renderle applicabili al contesto
circostante: Sofía ha scritto la sua tesi di laurea su questa Direttiva; Luna è
attualmente coinvolta nell’attività di ricerca di bio-polimeri, mentre per
quanto riguarda me, mi sono resa conto che questo progetto abbinava
perfettamente il mio interesse personale per il mondo del sociale con quella
che è la mia preparazione universitaria in ambito economico.
La nostra università, l’Università di Valladolid, ci ha dato l’opportunità
di partecipare al programma Europeo “Project Hillary”, sull’impresa sociale al
femminile… E il nostro progetto ha vinto a livello nazionale ed europeo. Il
fatto che degli imprenditori professionisti abbiano supportato la nostra idea,
ci ha dato la carica per intraprendere una nuova sfida presentandoci al
Business Creation Award proposto dalla Facoltà di Economia e Commercio
dell’Università di Valladolid. Abbiamo vinto anche quello! E quest’anno, nel mese
di febbraio, abbiamo finalmente costituito la nostra società.
La nostra Mission? Aiutare le aziende operanti nella nostra regione a
diventare più eco-sostenibili, sostenendole nel percorso di sostituzione dei
materiali inquinanti e dannosi per l’ambiente con altri che, grazie alle
innovazioni della tecnologia, possono essere smaltiti più facilmente dopo il
loro utilizzo.
Avete qualche consiglio da dare a chi vorrebbe dar vita a un’iniziativa
sociale che possa avere un impatto sulla comunità?
ANDREA
Direi che la cosa più importante da fare sia impegnarsi a essere un
cittadino consapevole, attento al mondo che lo circonda e attivo
nella società. Qualunque iniziativa personale o collettiva che abbia una più
ampia prospettiva sociale può portare grandi risultati e credo che ognuno di
noi abbia una piccola-grande responsabilità: tenersi costantemente aggiornati
su cosa accade nel mondo e prendere le proprie decisioni in base a queste
notizie. Poi, volendo fare un passo in più, si potrebbe creare un’organizzazione,
che sia una ONG o un’azienda. Quando si parla di aziende, molte persone pensano
che si tratti di entità puramente legate al profitto economico, ma non è sempre
così. Negli ultimi anni, in modo particolare, le aziende stanno cambiando,
avvicinandosi sempre più ai concetti di impresa sociale, economia sociale e
solidale, o anche di banca etica… Il vantaggio derivante dal dar vita a una
compagnia è che questa può garantire indipendenza economica e maggiori
possibilità di creare un vero impatto sociale. Il nostro primo consiglio,
quindi, è sicuramente quello di provare a cambiare prospettiva rispetto
al ruolo giocato dalle aziende… Non tutte sono mosse da interessi egoistici.
Per quanto riguarda il modo in cui iniziare un’attività sociale, è
essenziale formare un bel team, composto da persone che siano sulla stessa
lunghezza d’onda e volenterose di distribuire il lavoro nel modo più equo
possibile.
Non abbiate paura di fare domande a chi ha più esperienza, di parlare con
chi ha guadagnato la vostra ammirazione per il lavoro svolto e di trarre
vantaggio da social network come Linkedin.
È fondamentale che abbiate fiducia nella vostra idea e che siate pronti a
rischiare… Ma mi raccomando: iniziate con una percentuale di rischio bassa,
soprattutto se siete molto giovani e con pochi soldini nel salvadanaio!
L’attività principale di Verde Agua è quella di offrire “programmi
educativi” per scuole e aziende, oltre ai “servizi di consultazione”.
Quali metodi educativi adottate di solito per raggiungere una platea di
interlocutori così ampia e diversificata?
SOFIA
Dopo aver preso parte a molti Programmi Educativi Europei, rientranti nella
categoria degli Erasmus+ finanziati dall’Unione Europea, abbiamo acquisito una
serie di competenze relative ai metodi di educazione non-formale. È per questo
motivo che abbiamo deciso di utilizzare i nostri strumenti di comunicazione in
un modo dinamico, con contenuti interessanti e con la consapevolezza che quello
relativo alla plastica è un argomento complesso… Far sì che diventi alla
portata di tutti non è affatto un compito semplice!
Durante la quarantena, abbiamo deciso di promuovere una campagna
intitolata #athomewithverdeagua, in cui liberi professionisti,
ricercatori e impiegati pubblici ci hanno spiegato qual è il loro ruolo
nella società, in termini di eco-sostenibilità. Il nostro principale obiettivo
era proprio quello di presentare alle persone il problema relativo all’ambiente
in una prospettiva semplice e soprattutto vicina a loro.
Che tipo di compagnie si rivolgono a voi per ridurre il loro impatto
ambientale? E in che modo possono effettivamente diventare più sostenibili?
SOFIA
Da un lato, offriamo supporto alle aziende che pur dovendo necessariamente
far ricorso ai packaging, vorrebbero utilizzare quelli realizzati
con prodotti biodegradabili e organici. Queste compagnie vogliono diventare più
sostenibili, abbandonando le plastiche provenienti dai carbon fossili, e hanno
bisogno di aiuto per trovare le alternative migliori e più adatte alle loro
esigenze.
Dall’altro, il nostro lavoro consiste anche nel lanciare nuove possibilità
di mercato, come studi su materiali rinnovabili e realizzazione di imballaggi
biodegradabili, dato che viviamo in una regione ricca di terreni agricoli, i
cui “scarti” potrebbero diventare preziosa materia prima.
Ma la buona prassi viene talvolta messa a repentaglio dalla pressione
derivante dalle spese che un’attività imprenditoriale deve necessariamente
affrontare. Per questo, molte aziende non intraprendono questo tipo di
transizione ecologica. Ma secondo alcuni ricercatori spagnoli, le compagnie con
un elevato tasso di sostenibilità (ESG – Environmental, Social, Governance)
tendono a raggiungere un miglior risultato in termini di redditività,
dimostrando che profitto ed ecologia sono strettamente interconnessi.
Come mettere in pratica comportamenti più sostenibili? Incoraggiando i
modelli di produzione circolare e concentrando l’attenzione sui valori
ecologici e sociali che sono intrinsecamente legati all’offerta di beni e
servizi.
Quali sono le alternative alla plastica più semplici (e anche più
economiche)?
LUNA
Verde Agua ha l’obiettivo di ricercare le migliori alternative alla
plastica monouso, a seconda della sua funzione. Consigliamo di sostituire i
prodotti “usa e getta” con quelli riutilizzabili, quando è possibile. Possono
sembrare più costosi, ma non bisogna dimenticare che verranno riutilizzati più
volte e saranno anche più facili da smaltire alla fine del loro ciclo di vita.
Quando i monouso sono proprio inevitabili, assicuratevi che il tipo di plastica
con cui vengono prodotti sia compostabile e non petrolchimica! In commercio si
trovano plastiche definite “biologiche”, ma che in realtà non sono né
biodegradabili né compostabili… Fate attenzione, così che quando arriverà il
momento di gettarla via saprete cosa fare. È fondamentale essere informati
sullo smaltimento dei rifiuti, al fine di ridurre quanto più è possibile
l’impatto sull’ambiente!
Grazie alla Direttiva Europea sulle plastiche monouso, approvata nel 2019,
c’è stata una svolta cruciale per quanto riguarda i prezzi dei prodotti
biodegradabili e compostabili (che sono generalmente anche biologici, ma non
sempre): tutti i paesi dell’UE devono adottare misure legali per consentire
alle plastiche compostabili di essere competitive sul mercato.
Durante il lockdown, mi sono avvicinata anche io al mondo dello zero-waste,
come stile di vita a basso impatto economico e ambientale. Ho iniziato a
sperimentare con gli ingredienti che avevo nella dispensa per creare
cosmetici cruelty&packaging free… Pian piano e grazie ai
consigli fidati di chi ne sa più di me, sto affinando sempre più le abilità di
“zero-waster”…
Voi cosa consigliereste a chi vuole intraprendere uno stile di vita più
sostenibile?
LUNA
Il primo passo è voler compiere davvero un passo verso uno
stile di vita sostenibile. Solo allora sarà possibile iniziare a considerare
una serie di fattori che possono aiutare a raggiungere i propri obiettivi.
Prima di tutto, chiedetevi sempre da dove provengono i prodotti che
acquistate. Essere informati può aiutarvi a scegliere cosa comprare in base
all’origine geografica (“a chilometro-zero”, “equo e solidale”…).
Provate, poi, a ridurre i packaging in plastica, comprando
prodotti sfusi, dal cibo ai cosmetici per la persona e detersivi per la casa.
E, mi raccomando, non dimenticate di portare con voi le buste di tessuto
quando andate a fare la spesa… Il mio consiglio è di averne una in ogni borsa,
così da essere preparati anche in caso di acquisti imprevisti!
Ci sono tanti altri piccoli gesti che possono fare la differenza… Per
esempio, utilizzare borracce al posto delle bottigliette o dei bicchieri in
plastica!
Il movimento Zero Waste si oppone alla frenesia e all’egoismo che dominano
con il loro rumore la nostra quotidianità. Ci affatichiamo a raggiungere mete
sconosciute – forse inesistenti – e ci lasciamo alle spalle la vita, quella
vera, fatta di attimi, timidi respiri e battiti scalpitanti… Dovremmo fermarci,
rallentare.
La filosofia dello zero-waste può aiutarci a prendere
reale coscienza del mondo in cui risiede il nostro corpo e di quello in cui
risiede la nostra essenza, svelando forse una vitale connessione tra
sostenibilità e felicità.
Cosa ne pensate? Cos’è per voi la felicità?
Luna Fontecha
La felicità è uno stato d’animo ed è fondamentale imparare a riconoscerla
per poterla potenziare al massimo quando compare… Può nascere dalle piccole
cose.
Andrea Fernández
La felicità è saper vivere secondo principi e valori personali, mantenendo
sempre intatta la propria essenza e genuinità. E non dimentichiamo l’energia
vitale delle persone amate… Rende tutto più concreto e realizzabile!
Sofia Lana
Non credo si debba “cercare la felicità”. Sarà lei a comparire quando meno
ce lo si aspetta, in modo del tutto naturale. La felicità è una sensazione, che
vive e percorre il suo cammino senza regole prestabilite.
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