Quanto la cronaca – soprattutto giudiziaria – sta presentando sulla realtà di Milano sconcerta, ma solo fino a un certo punto.
A dir la verità era già accaduto, qualche tempo fa (1992), e venne chiamata Tangentopoli.
Avrebbe dovuto insegnar qualcosa, ma una buona parte degli Italiani ha meno memoria di un Carassius auratus, il comune Pesce rosso, con tutte le conseguenze del caso.
C’è anche chi capisce poco di questo caleidoscopio di termini e di confusione dei ruoli, però proviamo a rimanere sulla realtà dei fatti.
Una delle più redditizie fantasie italiche è certamente nel campo della speculazione immobiliare.
Qualsiasi imprenditore immobiliare disinvolto cerca di utilizzare una baracca o un fazzoletto di terreno, un cortile, per tirar su un bel palazzone magari progettato da qualche archistar vera o presunta con tanti prestigiosi appartamenti da vendere o affittare a caro prezzo.
Si chiama rendita speculativa immobiliare, ma ora la chiamano rigenerazione urbana, che, però, dovrebbe riguardare programmi di riqualificazione dell’edificatoo come rimedio al degrado urbano, spesso nelle periferie più degradate delle città, con interventi ecosostenibili finalizzati al miglioramento delle condizioni urbanistiche e socio-economiche, all’eliminazione di baraccopoli, alla creazione di nuove abitazioni e strutture produttive, cercando non tanto di demolire, ma di far convivere vecchi e nuovi edifici.
Se tale urbanistica creativa è stata fatta a Cagliari, estrema periferia dell’Impero, figuriamoci se non si fa a Milano, la capitale morale d’Italia.
E Milano ha moralità da vendere e affittare a chiunque possa pagarla salata al metro quadro.
In questi ultimi anni sono stati avviati cantieri per la realizzazione di grattacieli e palazzi previa presentazione di semplice scia (segnalazione certificata inizio attività) quale ristrutturazione di edifici di ridotte dimensioni previo abbattimento, senza alcun piano attuativo o particolareggiato – necessario per legge (artt. 13 e ss. della legge n. 1150/1942 e s.m.i.) – che dovrebbe assicurare la presenza dei necessari servizi ai cittadini (verde pubblico, apparato fognario-depurativo, strade, istituti scolastici, ecc.) e il pagamento degli oneri urbanistici da parte dei costruttori (la presentazione di scia prevede oneri ridotti).
Tale disinvoltura imprenditoriale unita all’ignavia comunale non sono passate inosservate.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano ha aperto almeno una decina di procedimenti penali per abusi edilizi, fra cui i cantieri dell’Hidden Garden, una “torre” alta 27 metri costruita in un cortile di Piazza Aspromonte, quello della Torre Milano, alta 82 metri in Via Stresa, quello delle Park Towers di Via Crescenzago, due grattacieli affacciati sul Parco Lambro, quello delle Residenze LAC presso il Parco delle Cave, posto sotto sequestro preventivo, quello del Bosconavigli, progettato da Stefano Boeri, novanta appartamenti al costo di 6.400,00 euro al metro quadro a San Cristoforo, oggetto di corposa indagine.
Anche la Procura regionale della Corte dei conti ha avviato un procedimento per ipotizzato danno erariale, in quanto gli oneri di urbanizzazione sarebbero stati troppo contenuti e ormai datati. Per esempio, nel caso del progetto del Bosconavigli una consulenza tecnica affidata dalla Procura della Repubblica ha individuato un danno per le casse comunali di 5,5 milioni di euro per i ridotti oneri di urbanizzazione.
Conseguentemente decine di imprenditori immobiliari, sviluppatori, progettisti, direttori dei lavori dirigenti e funzionari pubblici indagati.
In un primo tempo (autunno 2024), il sindaco Giuseppe Sala, già dirigente industriale e astro nascente dei progressisti italiani, non faceva il pesce in barile, ma rivendicava la bontà dell’attività della sua amministrazione comunale: “sono convinto che abbiamo agito sempre non solo nell’ambito della legittimità ma anche per il bene della città”, tuttavia “diverso è guardarsi avanti, perché alla luce di tutto quello che è successo, delle indagini, delle polemiche, non siamo granitici e non pensiamo che nulla debba cambiare. Prendiamo atto di alcune sensibilità e di alcuni giudizi e da qua in poi partiremo con un lavoro per rinnovare il Pgt“.
Quello che il sindaco Sala allora chiamava “alcune sensibilità” e “alcuni giudizi” si chiamavano (e si chiamano tuttora), in realtà, legalità ambientale e qualità della vita nelle città.
E non si tratta solo di mere questioni lessicali.
Giungeva, quindi, il soccorso mattonaro, rappresentato dalla c.d. legge Salva-Milano, la proposta di legge n. 1987 “Disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana” (qui l’analisi tecnico-normativa del Servizio Studi della Camera dei Deputati) è stata approvata dalla Camera dei Deputati il 21 novembre 2024 ed era stata trasmessa, per il previsto esame, al Senato della Repubblica, quale proposta di legge n. 1309, assegnata, in sede redigente, all’VIII Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica).
Il soccorso mattonaro così come gli interessi in gioco erano e sono trasversalissimi, come di consueto: alla Camera avevano votato a favore Lega, FdI, Forza Italia e Noi Moderati con Pd, Italia Viva, Azione e + Europa, mentre avevan votato contro M5S e AVS.
In seguito sono stati aperti nuovi procedimenti penali, sono stati avviati i primi dibattimenti, per esempio sulla contestata lottizzazione abusiva di Via Stresa (gennaio 2025) e vengono indagate, in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, anche Assimpredil-Ance Milano e la società di sviluppo immobiliare Abitare In.
Arriva anche il primo arresto (domiciliari), quello di Giovanni Oggioni, già dirigente dello Sportello unico per l’edilizia e neo-pensionato (marzo 2025).
A questo punto, con melmosa tempistica, (5 marzo 2025) “alla luce delle ipotesi di reato emerse dall’Ordinanza del GIP del 21 febbraio 2025, che il Comune di Milano ha ricevuto oggi e ha potuto leggere integralmente, l’Amministrazione considera di costituirsi parte civile”, rende partecipe l’opinione pubblica delle varie misure adottate e, infine, ”gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa inducono questa Amministrazione a non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta ‘Salva Milano’”.
Lentamente la proposta di legge s’è impantanata.
Siamo, così, giunti ai nostri giorni.
Gli indagati diventano ben settantaquattro – fra cui il sindaco Sala, l’Assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi e l’archistar Stefano Boeri – e per sei di costoro la Procura della Repubblica milanese ha chiesto gli arresti domiciliari.
Il Comune di Milano, nella persona del legale rappresentante (il sindaco Sala), si costituirà parte civile anche nei confronti del sindaco Sala?
E i milanesi che ne pensano?
Vedremo gli sviluppi…
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
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