“Una chiara
connotazione politica o partitica”. Questa la singolare motivazione che ha
portato alla sospensione di Simone Veronese dagli incarichi dirigenziali
della Uil. Veronese, insegnante di Reggio Calabria, nei giorni scorsi aveva
denunciato pubblicamente l’assenza dei contatori dell’acqua in molti immobili
di proprietà del Comune: dagli uffici pubblici a tutte le scuole passando per
lo stadio “Granillo” e la sede della polizia locale. Una denuncia che il professore,
da cittadino e non da sindacalista, ha formalizzato anche alla Procura
della Repubblica e alla guardia di Finanza ai quali ha ipotizzato pure
una serie di presunti reati: dal furto d’acqua alla truffa passando per la
violazione dell’articolo 2621 del codice civile relativo alle “false
comunicazioni sociali”.
Il resto lo
ha detto in una conferenza stampa in cui ha sostenuto che il costo dell’acqua
utilizzata dal Comune non sarebbe “mai stato messo a bilancio in uscita
determinando un falso”. Parole forti che, ovviamente, hanno scatenato la
polemica con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe
Falcomatà. A rispondere alle prime segnalazioni di Simone Veronese era
stato il vicesindaco Paolo Brunetti secondo cui non solo “il tema
riguarda la stragrande maggioranza dei Comuni” ma “la questione relativa
all’utilizzo dell’acqua negli edifici pubblici comunali è assolutamente lineare
e trasparente”. Fin qui la vicenda ha visto protagonisti il più grande Comune
della Calabria e un privato cittadino che, nel suo settore lavorativo (quello
di insegnante), è anche impegnato dal punto di vista sindacale: è infatti
iscritto alla Uil, sindacato con il quale è stato pure eletto come Rsu.
Venerdì 20
giugno, quando la polemica con il Comune era già scoppiata, Simone Veronese
decide di fare una conferenza stampa per replicare al vicesindaco Brunetti. Il
giorno dopo, di sabato, il segretario regionale della Uil Scuola Rua Andrea
Codispoti e il segretario cittadino del sindacato Luca
Scrivano sospendono il docente che ha denunciato l’assenza dei
contatori dell’acqua. Lo fanno con una lettera in cui la vicenda dei contatori
aleggia senza essere nemmeno menzionata. Proprio per questo balza all’occhio la
tempistica della sospensione disposta di sabato e il giorno dopo la conferenza
stampa di Veronese. “Questa organizzazione sindacale – si legge nella
comunicazione – pur riconoscendo e rispettando il diritto di ogni cittadino (o
associazione) a esprimere liberamente opinioni e denunce su tematiche civiche e
sociali, ritiene necessario precisare che tali interventi, quando
assumono una chiara connotazione politica o partitica, esulano dalle finalità
proprie della Uil Scuola Rua. Alla luce dei principi statutari della Uil,
che sanciscono l’assoluta indipendenza da governi, confessioni religiose e
partiti politici, e considerato che la nostra azione si concentra
esclusivamente sul buon andamento della comunità educante e sulla tutela dei
diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, riteniamo doveroso intervenire.
Preso atto delle recenti e reiterate iniziative pubbliche a carattere politico
e civico promosse dal professore Antonio Simone Veronese, dirigente sindacale
della nostra organizzazione, comunichiamo la sospensione di
quest’ultimo da ogni incarico sindacale, sia a livello regionale che locale”.
Secondo i due responsabili sindacali, “tale decisione, assunta con spirito di
rispetto nei confronti del diritto individuale all’impegno civile, mira a
tutelare l’autonomia e la coerenza dell’azione sindacale della Uil Scuola Rsu,
evitando ogni forma, anche indiretta, di coinvolgimento dell’organizzazione in
dinamiche che non le appartengono”.
Come possa
la denuncia di Veronese coinvolgere una sigla sindacale che si occupa del mondo
della scuola non è dato saperlo. Sta di fatto, però, che l’insegnante che ha
denunciato il Comune, secondo i vertici regionali della Uil Scuola, deve
rinunciare al suo ruolo di Rsu per il quale è stato eletto ma potrebbe
mantenere la tessera e continuare “a far parte della nostra organizzazione in
qualità di iscritto, libero di portare avanti le proprie iniziative personali,
nel pieno rispetto della libertà di espressione e dell’autonomia sindacale”.
Non accettando di essere stato sospeso per “aver fatto politica”, Veronese ha
scritto al segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri cui
ha spiegato che la sua “denuncia, documentata da un accesso agli atti
presso Sorical (la società di gestione del servizio idrico,
ndr) e presentata alle autorità giudiziarie, nasce da un obbligo morale e
civico”. Tuttavia, invece di essere sostenuto, “sono stato colpito da un
provvedimento disciplinare che appare sproporzionato, ma soprattutto
profondamente ingiusto. È un segnale pericoloso per tutti i lavoratori, per i
cittadini e per chi crede nella legalità. Chi porta avanti battaglie di
trasparenza e legalità non può essere isolato proprio da chi dovrebbe stargli
accanto”.
Secondo
Veronese, il rischio è di dare “all’opinione pubblica l’impressione gravissima
che questa sospensione venga fatta non per punire un’azione politica, bensì per
tutelare un equilibrio politico da parte del sindacato agendo non per garantire
una neutralità, ma piuttosto una forma di copertura politica e sindacale verso
un’amministrazione locale a guida Pd sulla quale gravano forti responsabilità
rispetto ai fatti denunciati. Com’è possibile che un sindacato punisca chi
denuncia un’ingiustizia a danno della cittadinanza? Non è forse questa una
battaglia sindacale autentica che meriterebbe il sostegno dell’intera
Uil? Non chiedo solo che il provvedimento venga annullato, ma chiedo
con forza che la Uil sia al mio fianco in questa lotta di civiltà, che
riguarda il diritto dei lavoratori a vivere in una società giusta, trasparente,
rispettosa delle regole. Non possiamo proclamarci paladini dello slogan “Zero
morti sul lavoro” se poi restiamo in silenzio davanti a chi denuncia situazioni
di rischio, irregolarità, o diseguaglianza economica”.
L’insegnante
è un fiume in piena. Nella lettera che scrive a Bombardieri chiede anche di
“valutare l’avvio di una procedura di commissariamento della Uil Scuola
calabrese”: “Alla luce della gravità dei fatti e della natura della mia
denuncia, effettuata non solo come cittadino ma anche in qualità di docente e
dipendente pubblico, nel pieno rispetto di quanto previsto dall’articolo 52 del
Codice di giustizia contabile – scrive Veronese – segnalo come il mio
comportamento non solo fosse lecito, ma addirittura doveroso e obbligatorio.
Per questo motivo, la sospensione che mi è stata inflitta appare non solo
illegittima, ma potrebbe configurare un vero e proprio reato, nella misura in
cui punisce un atto dovuto di tutela dell’interesse pubblico”. Contattata
telefonicamente da ilfattoquotidiano.it, la Uil nazionale dice che
la lettera del professore Veronese “non è ancora pervenuta all’attenzione del
segretario Bombardieri e quando arriverà sarà valutata dagli organismi preposti
che faranno le valutazioni del caso”.
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