Quelli "di sinistra", spesso intellettuali che si definiscono pure "pacifisti", abboccano come pesci all'amo della propaganda di guerra nazi-NATO-Ucraina, oggi sui morti di Sumy e ieri su quelli di Bucha, senza avere alcun dubbio dell'essere possibili oggetto di manipolazione per alimentare la fobia antirussa. Non si rendono conto che stanno in questo modo essi stessi fornendo carburante per alimentare le fiamme della presunta"guerra giusta" contro la Russia e il mondo multipolare, cioè per giustificare una nuova guerra mondiale. Ragionano con l'emotività scatenata da una comunicazione tossica che neutralizza la razionalità di giudizio e impedisce di vedere la realtà dei fatti e la manipolazione in atto. Devo purtroppo dire che gli ideatori della guerra psicologica della NATO sono proprio bravi! Riescono sempre nel loro intento di convincerci che le guerre che combattono e che fanno combattere siano giuste, che i loro nemici, Saddam - Gheddafi - Assad - Putin, ecc…, siano pericolosi dittatori e autocrati, e che sia giusto eliminarli anche esportando la nostra finta democrazia con le guerre. I "più buoni", i "pacifisti di sinistra", invece preferirebbero eliminarli in modo non violento, appunto con mezzi pacifici. Infatti hanno applaudito le rivoluzioni colorate riuscite o fallite contro i governi sgraditi all'Occidente. Non amano i sistemi politici, i valori dei popoli e delle culture orientali e comunque non liberali, in quanto li ritengono espressione di dittature antidemocratiche di autocrati che opprimono i loro popoli, che vanno quindi liberati per poter aderire finalmente ai nostri valori verso cui anelerebbero naturalmente.
Spesso non
lo dicono tutti così apertamente, penso per pudore, ma lo pensano e si
comportano di conseguenza.
In questo
modo la vecchia cultura di sinistra non solo diventa inservibile per
comprendere il mondo attuale, ma produce altresì consensi a quel mostro del
moderno globalismo finanziario, espressione ultima dell'imperialismo e del
colonialismo occidentale che ha infestato e vampirizzato il mondo e prodotto
guerre, razzismo, devastazioni e genocidi di intere popolazioni negli ultimi
cinquecento anni.
In questo
senso questa cultura non solo è inservibile, ma diventa oggettivamente
pericolosa e reazionaria, in quanto serve un mondo di dominatori secolari che
non vuole morire e che vuole impedire la nascita di un nuovo mondo di popoli e
di stati liberi e sovrani, anche a costo di scatenare un olocausto nucleare.
Il vero
pacifismo oggi deve essere "armato", deve saper resistere alle forze
criminali dei padroni universali, sostenere chi li combatte anche con le armi,
sottrarsi alla propaganda di guerra psicologica condotta col sostegno decisivo
del sistema mediatico a loro asservito e che manipola le nostre coscienze e le
nostre emozioni. Deve rifiutare loro, di conseguenza, il nostro consenso non
mediato da un approccio razionale e critico che una volta i marxisti
utilizzavano per analizzare i fenomeni sociali e storici fuori dalla falsa
coscienza della ideologia e dell'umanitarismo facile a buon prezzo.
Umanitarismo emotivo che serve al massimo a placare la nostra hegeliana
"coscienza infelice", ma non serve la causa di una rivoluzione
mondiale in atto contro i padroni del mondo, posizionandosi così dalla parte
sbagliata della Storia.
La verità
amara purtroppo è questa: quella che fu la sinistra in Occidente, tranne poche
isolate eccezioni, è diventata un ostacolo politico, ideologico e sociale al
nuovo processo storico di liberazione e di autodeterminazione dei popoli che si
stanno scrollando di dosso i residui del vecchio colonialismo e delle vecchie
dipendenze. Non sta più alla testa dei popoli in marcia per spezzare le catene
delle schiavitù, ma marcia accanto ai suoi nemici in nome di un idealismo
globalista e democratico-liberale, ritenuto un punto di non ritorno della
storia del pensiero e della filosofia politica. Alla faccia di Marx e della
rivoluzione socialista.
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