Il Vice-presidente della Commissione europea e Commissario per il clima e il Green Deal, Frans Timmermans, ha dichiarato che entro il prossimo Natale la Commissione europea riconoscerà il gas e l’energia nucleare fra gli “investimenti sostenibili”, perché “il nucleare è molto importante per ridurre le emissioni e … il gas naturale sarà molto importante per passare dal carbone all’energia rinnovabile”.
Qui la proposta della Commissione europea.
Se, obtorto collo per i pesanti costi ambientali, il gas naturale attualmente è di fatto una rilevante fonte energetica di transizione dai combustibili fossili petrolio e carbone, anche solo ipotizzare un ruolo di rilievo dell’energia nucleare per ridurre le emissioni di gas serra è pura follia.
L’utilizzo dell’energia nucleare ha portato finora a irrisolti problemi di stoccaggio temporaneo e definitivo delle scorie radioattive, inquinamento, impatti socio-economici.
Negli Stati dell’Unione Europea e, in particolare, in Italia, territorio piuttosto antropizzato, il problema è ancora più grave.
Non solo.
Il periodico World Nuclear Industry Status Report (WNISR) ha confrontato le spese per produrre energia elettrica: nel 2020 produrre 1 kilowattora (kWh) di elettricità con il fotovoltaico nel 2020 è costato in media nel mondo 3,7 dollari, con l’eolico 4,0 dollari, con il gas è costato 5,9 dollari, con il carbone 11,2 dollari e con il nucleare 16,3 dollari.
La produzione di energia nucleare è costata più di quattro volte dell’importo necessario per la produzione di energia da fonte fotovoltaica o eolica.
Insostenibilità ambientale unita a insostenibilità economica.
Ma allora di che cosa sta parlando il Commissario Frans Timmermans?
Quali reali interessi sta difendendo?
Gruppo d’Intervento Giuridico odv
A.N.S.A., 11 dicembre 2021
Ue: Timmermans, proposta su gas e nucleare prima di Natale.
“Riconoscere loro ruolo nella transizione energetica”.
Arriverà poco prima di Natale, probabilmente il 22 dicembre, la proposta della Commissione Ue sulla classificazione degli investimenti sostenibili, con l’inclusione di gas e nucleare.
Lo ha detto il vicepresidente della Commissione Frans Timmermans a un evento organizzato da Politico. “Penso – ha detto – che dobbiamo trovare un modo per riconoscere che queste due fonti energetiche svolgono un ruolo nella transizione energetica, non classificarle ‘verdi’, ma riconoscere il fatto che il nucleare è molto importante per ridurre le emissioni, e che il gas naturale sarà molto importante per passare dal carbone all’energia rinnovabile”.
La presentazione della proposta di atto delegato su gas e nucleare, attesa dall’estate scorsa, doveva arrivare nelle ultime settimane ma è stata sempre posticipata. L’ulteriore rinvio consentirebbe alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di discutere la proposta anche con i leader Ue, nel vertice del 16 dicembre.
29 marzo 2021
Rinnovabili, 1 kWh solare costa 3,7 dollari contro i 16.3 del nucleare.
Ricerca confronta spese produzione. Col gas occorrono 5,9 dollari, col carbone 11,2.
Produrre 1 kilowattora (kWh) di elettricità con il fotovoltaico nel 2020 è costato in media nel mondo 3,7 dollari, con l’eolico 4,0 dollari.
Produrre lo stesso kilowattora con il gas è costato 5,9 dollari, con il carbone 11,2 dollari e con il nucleare 16,3 dollari. Lo rivela il World Nuclear Industry Status Report (WNISR), un rapporto annuale prodotto da un gruppo di esperti internazionali indipendenti, guidati dal tedesco Mycle Schneider.
“Il problema oggi è quanto dobbiamo ridurre i gas serra e quanto rapidamente – ha detto Schneider al sito tedesco DW -. Se parliamo della costruzione di nuove centrali, il nucleare è semplicemente escluso. Non solo perché è la forma di generazione elettrica più costosa oggi, ma anche perché serve molto tempo per costruire i reattori. Ogni euro investito in nuove centrali nucleari peggiora la crisi climatica, perché non può essere usato in opzioni efficienti per la protezione del clima”. Per Schneider “le rinnovabili sono diventate così convenienti che in molti casi sono al di sotto dei costi operativi base delle centrali nucleari”.
Il paese che sta investendo di più sul nucleare è la Cina, che ha in programma di costruire 17 nuove centrali (ne ha già 49 e ricava dall’atomo il 5% del suo mix energetico). Segue l’India, che ha 6 nuove centrali in progetto (21 esistenti, 3% del mix). Gli Usa (94 centrali, 20% del mix) progettano di costruire 2 nuove centrali, così come la Russia (38, 20%). La Francia, che ha 56 impianti e ricava dal nucleare il 71% della sua energia, vuole costruire 1 nuova centrale.
Secondo Schneider, la costruzione di nuove centrali atomiche non ha nessuna ragione economica o ecologica, e risponde solo a motivazioni politiche (militari per la Francia, di influenza geopolitica per la Cina) o a interessi delle aziende del settore: “Se l’industria del nucleare non lancia progetti fantasma – sostiene l’esperto -, muore ancora più rapidamente”.
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