(circolo Sequs di Pesaro Urbino)
Dal 23 agosto è possibile ottenere un bonus del 20%
sull’acquisto di un nuovo televisore, con un massimale di € 100, per essere in
linea con i nuovi protocolli di trasmissione che saranno progressivamente
attivati entro il 2022.
Il fondo attualmente ha una disponibilità di 100
milioni che potrebbe riuscire a coprire circa il 10% dei televisori da
sostituire pari a circa 15 milioni. I requisiti per ottenere il contributo sono
il regolare pagamento del canone RAI e la consegna di un televisore
incompatibile con i nuovi standard.
Per verificare se il nostro attuale televisore debba
essere sostituito o meno basta andare sul canale 100 o 200 e se non compare
niente allora va sostituito.
Ma, visto l’impatto ambientale che tale rottamazione
comporta e l’onere per le famiglie, non c’è un’alternativa alla rottamazione di
televisori che nella maggior parte dei casi sono ancora perfettamente
funzionanti? E se c’è perché non se ne parla?
L’alternativa alla rottamazione si chiama DECODER ed
ha un costo variabile da 20 a 50 euro.
In realtà il Ministero dello Sviluppo Economico con un
decreto dell’ottobre 2019 ha definito per l’acquisto del decoder un contributo
fino a € 30, ma inspiegabilmente limitandolo alle famiglie con un ISEE
inferiore a € 20.000 e senza un’adeguata informativa.
L’unica spiegazione plausibile è che se l’utilizzo del
decoder andasse a sostituire la rottamazione l’impatto dell’operazione sul PIL
sarebbe 1/20 di quello del cambio del televisore. In due anni la semplice
operazione rottamazione TV potrebbe valere lo 0,5% del PIL invece che lo 0,025%
se parlassimo solo di decoder.
Ma in un periodo in cui stiamo cominciando a pagare le
conseguenze di una crescita insostenibile e si stanno programmando investimenti
miliardari per limitare queste conseguenze non avremmo bisogno di proposte
coerenti con questi obiettivi?
E allora cosa si poteva fare?
1.
Incentivare
l’acquisto dei decoder con un contributo del 50% (max € 20,00) potendo così
supportare con l’attuale stanziamento circa il 50% delle TV da aggiornare senza
limiti ISEE
2.
Per chi
comunque, per vari motivi, voleva cambiare la TV perfettamente funzionante
senza seguire la strada del decoder, prevederne la consegna presso il
rivenditore del nuovo televisore o un centro autorizzato con un contributo
simbolico di € 10,00 pagato dal produttore in sostituzione del RAEE. Questi
apparecchi, una volta verificato il loro regolare funzionamento, venivano poi
consegnati gratuitamente a centri per il riuso dove erano in vendita ad un
prezzo convenzionale di € 10,00, questo si limitato a famiglie con ISEE basso,
con la garanzia che se entro 6 mesi il televisore smetteva di funzionare
potevano sostituirlo con un altro apparecchio oppure ottenere indietro i €
10,00 pagati.
Questo approccio avrebbe avuto un significativo
impatto ambientale positivo aumentando allo stesso tempo le risorse a
disposizione delle nostre famiglie perché avrebbe:
1.
Ridotto
drasticamente il costo di adeguamento della TV ai nuovi standard (-95%)
2.
Ridotto
drasticamente (-50%?!?) il numero di televisori funzionanti che venivano
portati alla rottamazione
3.
Ridotto
conseguentemente il numero di televisori prodotti
4.
Evitato
tutto il consumo di energia connesso all’operazione di recupero dei materiali
5.
Evitata la
perdita di materie prime che comunque non vengono riciclate
6.
Evitare di
dover presumibilmente aumentare la dimensione del fondo con nuove risorse
pubbliche
7.
Permesso a
famiglie in difficoltà economiche di avere a disposizione un televisore a costi
molto bassi (max € 30)
Ecco un esempio di decrescita felice in cui ad una
riduzione del PIL corrispondono solo effetti positivi per il nostro benessere,
per le nostre tasche e per l’ambiente.
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