Di recente è successa una cosa che purtroppo si
ripete spesso: ho parlato a una classe universitaria della soluzione più ovvia
per il clima e né gli studenti né il professore ne avevano mai sentito parlare.
Le 325 organizzazioni (in aumento) elencate in fondo a questo articolo la
stanno promuovendo e si sono unite a oltre 18.000 individui nel firmare una petizione
su http://cop26.info
Molti di noi lo hanno gridato a squarciagola per anni e anni, scrivendone,
facendo video, organizzando conferenze. Eppure questa soluzione è ancora
ampiamente sconosciuta.
Ecco il testo della petizione:
Ai Partecipanti della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti
climatici COP26, Glasgow, Scozia, 1-12 novembre 2021
Come risultato delle richieste dell’ultima ora fatte dal governo degli
Stati Uniti durante i negoziati del trattato di Kyoto del 1997, le emissioni
militari di gas serra sono state esentate dai negoziati sul clima. Questa
prassi è continuata nel tempo.
L’accordo di Parigi del 2015 ha lasciato il taglio delle emissioni militari
di gas serra alla discrezione delle singole nazioni.
La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici obbliga
i firmatari a pubblicare le emissioni annuali di gas serra, ma il conteggio
delle emissioni militari è volontario e spesso non viene incluso.
La NATO ha riconosciuto il problema, ma non ha proposto alcuna misura
specifica per affrontarlo.
Non c’è una ragione convincente per questa lacuna. La guerra e i preparativi
per la guerra emettono grandi quantità di gas serra. Tutte le emissioni di gas
serra devono essere incluse negli standard obbligatori di riduzione delle
emissioni di gas serra. Non ci deve essere più alcuna eccezione per
l’inquinamento militare.
Chiediamo alla COP26 di stabilire limiti rigorosi per le emissioni di gas
serra che non ammettano eccezioni per il militarismo, includano requisiti di
pubblicazione trasparenti e verifiche indipendenti e non facciano affidamento
su schemi di “compensazione” delle emissioni. Le emissioni di gas serra delle
basi militari all’estero di un Paese devono essere completamente riportate e
addebitate a quel Paese, non a quello in cui si trova la base.
Questo è tutto, un’idea semplice: includere quella che per molti paesi è la
forma principale di distruzione del clima negli accordi con cui pretendono di
ridurre la distruzione del clima. Non è niente di complicato, anche se potrebbe
comportare la scelta di reindirizzare parte della spesa militare…
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