L’espressione “estinzione del genere umano a breve termine” è relativamente recente nella letteratura scientifica, ma a differenza di altre realtà che le ‘élite’ nazionali e i canali d’informazione dominanti sono riusciti a soffocare, questa continuerà a filtrare finché non inizierete a sentirla regolarmente. Perché? Perché questa verità è semplicemente troppo grande da poter essere soffocata in modo permanente e l’ambiente del nostro pianeta ce ne fornisce direttamente prove continue sotto forma di catastrofi naturali e ambientali e altro, indipendentemente da quanto ce ne diano notizia o meno i mezzi d’informazione.
È opinione diffusa oggi che stiamo per vivere la sesta grande estinzione di
massa nella storia del pianeta. L’ultima è avvenuta 65 milioni di anni fa,
quando scomparvero i dinosauri. Oggi stiamo perdendo la biodiversità a un
ritmo simile ad allora. Ma questa estinzione la stiamo causando noi stessi. E
noi ne saremo una delle vittime. L’unico dubbio è quando avverrà esattamente. E
questo dubbio è fondato sulla presunzione non dichiarata, e fortemente
discutibile, che possiamo continuare ad evitare una guerra nucleare.
Quindi, che significa l’espressione “estinzione umana a breve termine?” In
sostanza, secondo quegli scienziati che la usano, significa che gli esseri
umani si estingueranno intorno al 2030. Per avere una sintesi di questa
opinione, ricca di riferimenti, ascoltate la lezione del prof. Guy McPherson
su Crisi del clima ed estinzione umana a breve termine (conferenza,
audio inglese 59’04”) . Perché il 2030? Perché, secondo McPherson, la
“tempesta perfetta” di attacchi ambientali che stiamo attualmente infliggendo
al clima del pianeta, compresi i 28 cicli ambientali autorigeneranti che già si
sono instaurati, sono già molto ben oltre quello che la Terra possa sopportare
e assorbire e che si verificheranno in successione dei crolli definitivi di
sistemi e processi ambientali fondamentali – ovvero, perdita degli habitat –
che darà il via all’estinzione dell’homo sapiens.
Ora, va detto che sono molti gli scienziati che non condividono i termini
temporali di questa prospettiva. Ad esempio, il giornalista scientifico Scott
K. Johnson espone la sua opinione in Dove sbaglia Guy McPherson. E, recentemente, il
dott. Piers J. Sellers, direttore esecutivo di scienze della Terra al Goddard
Space Flight Center della NASA, ha affermato che: “E’ praticamente certo che
assisteremo all’aumento di 2° gradi Celsius prima del 2100, ma anche possibile
che siano 3° o più. Gli impatti in questo spazio temporale considerato
saranno enormi. Più rimandiamo delle azioni correttive, più devastante
sarà il quadro”. Vedasi: Esitando sul Cambiamento Climatico.
Anche se Johnson e Sellers avessero ragione e McPherson torto sulle
previsioni, ci sono tuttavia moltissimi altri scienziati convinti che oggi
stiamo per raggiungere dei “punti di rottura”, superati i quali la sopravvivenza
degli uomini diventerà molto problematica. Nel 2009, ad esempio, Johan
Rockström, James Hansen e loro colleghi hanno spiegato che sono stati superati
già tre dei nove limiti planetari interconnessi – relativamente al clima, alla
perdita di biodiversità e ai cicli biogeochimici. Vedasi: Uno spazio vitale sicuro per l’umanità.
Inoltre, nel 2012, il Prof. Kevin Anderson, Vice Direttore del primario
istituto britannico di modelli climatici, il Tyndall Centre for Climate Change
Research, lanciò l’allarme che attualmente le emissioni sono fuori controllo e
a questo passo andiamo verso un aumento della temperatura del pianeta di 6°C;
aggiunse che anche l’ International Energy Agency e altre organizzazioni simili
ad essa, prevedevano, all’attuale passo, un aumento di 4°C di temperatura
globale (a livello pre-industriale) entro il 2040. Anderson accusò
anche molti studiosi climatici di rimanere troppo inerti di fronte alle valutazioni
poco realistiche fornite dai vari governi. Vedasi: Quello che non ti diranno mai sulla catastrofe del clima.
Quello che tali valutazioni non considerano necessariamente è l’impatto
sinergico dei vari attacchi combinati al clima, compresi anche quelli non
legati al clima. Questi comprendono gli attacchi all’ambiente causati dalla
violenza militare (che spesso lasciano vaste aree inabitabili), la distruzione
delle foreste pluviali, l’agricoltura industriale, le attività minerarie, la
pesca commerciale e la diffusione della contaminazione nucleare causata da
Fukushima. Stiamo anche distruggendo sistematicamente le già limitate riserve
idriche di acqua del pianeta, il che significa che la scarsità di acqua sta già
diventando oggi una realtà per una parte della popolazione del pianeta, e che
entro il 2020 assisteremo al crollo dei sistemi idrogeologici. Le
attività umane attuali stanno già facendo estinguere ogni giorno circa 200
specie, tra mammiferi, pesci, uccelli e insetti; l’80% delle foreste del
mondo e il 90% dei grandi pesci degli oceani sono già stati distrutti.
Nonostante queste informazioni facilmente disponibili, i governi continuano
a spendere ogni giorno prioritariamente $US2,000,000,000 in violenza militare,
il cui unico scopo è quello di terrorizzare ed uccidere esseri umani. Il punto
è, semplicemente: potete pure analizzare da voi stessi le prove
scientifiche e fare le vostre valutazioni sulle tempistiche e il livello
di gravità della minaccia. Forse l’estinzione umana non avverrà fino al
prossimo secolo. Ma sia che parliamo di estinzione entro il 2030, o 2040 o
anche per il prossimo secolo, resta il fatto che l’estinzione è una possibilità
ben definita. E dopo 200,000 anni di specie, sembra una cosa ragionevole
chiamarla “estinzione a breve termine”.
Dunque, è inevitabile l’estinzione del
genere umano a breve termine?
Secondo me, l’estinzione è un’evenienza molto probabile. Ma non solo
perché stiamo infliggendo al nostro paese troppi colpi mortali. L’estinzione è
inevitabile a causa delle paure umane, in particolare di quelle inconsce.
La paura in noi stessi e negli altri di cui non ci si rende conto, ma che
spesso determina tre capacità di importanza vitale in qualsiasi contesto: il
centro dell’attenzione, la nostra capacità di analizzare adeguatamente le prove
(se cioè concentriamo o meno su di esse la nostra attenzione) e il nostro
comportamento in risposta a tale analisi.
Ad esempio, se tu non sai che è la tua paura che non ti fa vedere dei fatti
sgraditi, allora non noterai neanche che la tua attenzione è rivolta altrove e
hai già dimenticato quello che hai appena letto. O la tua paura ti
impedisce di analizzare adeguatamente le prove e/o rispondere ad essa in modo
intelligente. Vedasi Perché
la Violenza? e Psicologia senza paura e Psicologia della paura: principi
e pratiche.
Quindi, se state ancora leggendo questo articolo, probabilmente avete meno
paura di quanta ne abbia la maggior parte delle persone. Molti altri hanno
smesso di leggere molto prima di arrivare a questo punto. Lasciatemi quindi
dire qual è il problema principale della paura. Distorce la
concentrazione mentale, la capacità di analisi e il comportamento dei leader di
un paese, vale a dire i proprietari di aziende e dei loro lacchè burocratici,
militari, d’informazione, accademici, politici e giudiziari.
In sostanza, è impossibile massimizzare i profitti di un’impresa in un
mondo che contempla dei vincoli ambientali, siano essi dettati dalla propria
sensibilità o imposti per legge; quindi sarà la paura a determinare l’attività
aziendale disfunzionale, a prescindere dai suoi costi ambientali. E i dirigenti
di un’azienda faranno in modo che i loro lacché politici e di altro genere non
siano di ostacolo, poiché le paure che muovono il loro comportamento sono molto
più profonde e forti delle paure legate all’ambiente. Per una maggiore
spiegazione di questo punto, si legga: L’amore negato:
psicologia del materialismo, della violenza e della guerra.
Ecco perché è inutile tentare di convincere i leader a modificare i loro
comportamenti verso modelli di sostenibilità ambientale, di pace, di giustizia,
ecc.: è una totale perdita di tempo. E’ la loro paura che li blocca in ciò su
cui sono concentrati, in quello che pensano e in quello che fanno;
qualsiasi argomentazione, sia pure la più ragionevole ed evidente, non
funzionerà per sbloccarli.
Quindi è la paura che spinge i comportamenti ambientali disfunzionali. E,
la storia ci dice, sarà la paura ad impedirci di prendere in tempo utile delle
misure adeguate. Questo forse significa che è inutile fare qualsiasi cosa per
impedire che avvenga l’estinzione umana a breve termine? Significa forse che
siamo spacciati?
Beh, se siete come me, allora siete quel tipo di persone che non si
arrendono senza lottare. Una grande lotta! Quindi potreste
considerare l’ipotesi di aderire al ‘The Flame Tree Project to Save Life on
Earth’, una strategia di quindici anni per affrontare sistematicamente tutte le
nostre sfide ambientali in modo da minare la paura che muove i nostri leader.
Potreste anche voler firmare l’impegno online The People’s Charter to Create a Nonviolent World.
Il Flame Tree Project è stato ispirato da un grande ambientalista, Mohandas
K. Gandhi, che identificò il problema dell’ambiente quasi cento anni fa, e dopo
averlo fatto, scelse di vivere una vita di straordinaria semplicità e
autosufficienza, simboleggiata dal suo motto: “La Terra ha abbastanza per
tutti, ma non per l’avidità di tutti”.
Lo spettro dell’estinzione può anche essere lì, dietro la nostra porta, ma
se avete coraggio potete ancora lottare. Di certo tentar non nuoce. Ma è
necessario lottare in modo strategico e sistematico, per tentare di sconfiggere
quella maledetta paura che guida i nostri leader. Quanto volete aspettare
ancora prima di unirvi a questa lotta?
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