Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental
Panel on Climate Change – IPCC) è il foro scientifico formato nel 1988 da due
organismi dell’O.N.U., l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) allo
scopo di studiare il riscaldamento globale.
Non svolge direttamente attività di ricerca né di monitoraggio o raccolta
dati: l’IPCC fonda le sue valutazioni principalmente su letteratura scientifica
pubblicata in seguito a revisione paritaria e su rapporti delle maggiori
istituzioni mondiali. Tutti i rapporti tecnici dell’IPCC sono a loro volta
soggetti a procedure di revisione paritaria; i rapporti sintetici (oggetto di
attenzione mediatica) sono soggetti anche a revisione da parte dei governi.
L’attività principale dell’IPCC è la preparazione a intervalli regolari di
valutazioni esaustive e aggiornate delle informazioni scientifiche, tecniche e
socio-economiche rilevanti per la comprensione dei mutamenti climatici indotti
dall’uomo, degli impatti potenziali dei mutamenti climatici e delle alternative
di mitigazione e adattamento disponibili per le politiche pubbliche. I rapporti
di valutazione finora pubblicati sono cinque ed è atteso il sesto per il 2022.
I rapporti IPCC sono ampiamente citati in qualsiasi dibattito sul mutamento
climatico.
SEGNALA QUESTO ANNUNCIOPRIVACY
Il 9 agosto 2021, è stato ufficialmente presentato il primo volume
del 6° Rapporto di valutazione dell’IPCC sui cambiamenti
climatici: un nuovo passo in avanti fondamentale per la comprensione del
fenomeno, delle sue cause e delle sue conseguenze.
Il Rapporto, dedicato alle basi fisico-scientifiche dei cambiamenti
climatici, è prodotto dal gruppo di lavoro I (WG I) dell’IPCC – 234
autori principali, che hanno analizzato 14.000 studi scientifici – e mostra
come e perché il clima è cambiato, e come potrà cambiare in futuro, a seconda
delle scelte che faremo ora, in questi anni.
Il Rapporto conferma che inequivocabilmente è stata, ed è,
l’influenza umana a riscaldare l’atmosfera, l’oceano e le terre emerse,
causando cambiamenti diffusi e rapidi nell’atmosfera, nei mari, nella criosfera
e nella biosfera.
Molti dei cambiamenti osservati nel clima non hanno precedenti in migliaia,
se non in centinaia di migliaia di anni, e alcuni dei cambiamenti in atto –
come l’innalzamento del livello del mare – sono irreversibili per centinaia o
migliaia di anni.
Gli effetti dei cambiamenti climatici, già importanti con un aumento delle
temperature di 1,5 °C (rispetto al 1850-1900) e ancora più rilevanti se
l’aumento arriverà ai 2 °C, diventeranno molto più gravi e potranno superare
soglie critiche per gli ecosistemi, per le persone, la società, l’economia, se
il riscaldamento globale supererà i valori stabiliti come obiettivi dall’Accordo
di Parigi (1,5 °C – 2 °C).
Comunque, tempestive, sostanziali e durature azioni di riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti potranno limitare il cambiamento climatico. I benefici per la qualità dell’aria si vedranno rapidamente, ma ci potrebbero volere 20-30 anni perché la temperatura globale si stabilizzi.
Oltre al risparmio energetico e al progressivo
rapido abbandono delle fonti energetiche fossili per
le fonti energetiche realmente rinnovabili (idroelettrico,
solare, eolico), una proposta praticabile è la riforestazione estesa
alla più ampia estensione possibile.
Più boschi e foreste significano più stabilità dei suoli e meno anidride
carbonica.
Gruppo d’Intervento
Giuridico odv
qui il primo volume del 6° Rapporto IPCC sui cambiamenti
climatici.
qui CLIMATE CHANGE 2021 – Le basi
fisico-scientifiche: i messaggi principali del rapporto.
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