martedì 31 agosto 2021

Il Rapporto IPCC sui cambiamenti climatici 2021 - Grig

 

Il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change – IPCC) è il foro scientifico formato nel 1988 da due organismi dell’O.N.U., l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) allo scopo di studiare il riscaldamento globale.

Non svolge direttamente attività di ricerca né di monitoraggio o raccolta dati: l’IPCC fonda le sue valutazioni principalmente su letteratura scientifica pubblicata in seguito a revisione paritaria e su rapporti delle maggiori istituzioni mondiali. Tutti i rapporti tecnici dell’IPCC sono a loro volta soggetti a procedure di revisione paritaria; i rapporti sintetici (oggetto di attenzione mediatica) sono soggetti anche a revisione da parte dei governi.

L’attività principale dell’IPCC è la preparazione a intervalli regolari di valutazioni esaustive e aggiornate delle informazioni scientifiche, tecniche e socio-economiche rilevanti per la comprensione dei mutamenti climatici indotti dall’uomo, degli impatti potenziali dei mutamenti climatici e delle alternative di mitigazione e adattamento disponibili per le politiche pubbliche. I rapporti di valutazione finora pubblicati sono cinque ed è atteso il sesto per il 2022. I rapporti IPCC sono ampiamente citati in qualsiasi dibattito sul mutamento climatico.

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Il 9 agosto 2021, è stato ufficialmente presentato il primo volume del 6° Rapporto di valutazione dell’IPCC sui cambiamenti climatici: un nuovo passo in avanti fondamentale per la comprensione del fenomeno, delle sue cause e delle sue conseguenze.

Il Rapporto, dedicato alle basi fisico-scientifiche dei cambiamenti climatici, è prodotto dal gruppo di lavoro I (WG I) dell’IPCC – 234 autori principali, che hanno analizzato 14.000 studi scientifici – e mostra come e perché il clima è cambiato, e come potrà cambiare in futuro, a seconda delle scelte che faremo ora, in questi anni.

Il Rapporto conferma che inequivocabilmente è stata, ed è, l’influenza umana a riscaldare l’atmosfera, l’oceano e le terre emerse, causando cambiamenti diffusi e rapidi nell’atmosfera, nei mari, nella criosfera e nella biosfera.

Molti dei cambiamenti osservati nel clima non hanno precedenti in migliaia, se non in centinaia di migliaia di anni, e alcuni dei cambiamenti in atto – come l’innalzamento del livello del mare – sono irreversibili per centinaia o migliaia di anni.

Gli effetti dei cambiamenti climatici, già importanti con un aumento delle temperature di 1,5 °C (rispetto al 1850-1900) e ancora più rilevanti se l’aumento arriverà ai 2 °C, diventeranno molto più gravi e potranno superare soglie critiche per gli ecosistemi, per le persone, la società, l’economia, se il riscaldamento globale supererà i valori stabiliti come obiettivi dall’Accordo di Parigi (1,5 °C – 2 °C). 

Comunque, tempestive, sostanziali e durature azioni di riduzione delle emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti potranno limitare il cambiamento climatico. I benefici per la qualità dell’aria si vedranno rapidamente, ma ci potrebbero volere 20-30 anni perché la temperatura globale si stabilizzi.

Oltre al risparmio energetico e al progressivo rapido abbandono delle fonti energetiche fossili per le fonti energetiche realmente rinnovabili (idroelettrico, solare, eolico), una proposta praticabile è la riforestazione estesa alla più ampia estensione possibile.

Più boschi e foreste significano più stabilità dei suoli e meno anidride carbonica.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

 

qui il primo volume del 6° Rapporto IPCC sui cambiamenti climatici.

 

qui CLIMATE CHANGE 2021 – Le basi fisico-scientifiche: i messaggi principali del rapporto.

 

da qui

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