In questa torrida estate, le temperature in Nordamerica hanno superato di 20 gradi le medie stagionali, toccando i 50 gradi nella British Columbia. In Siberia, vicino a Verchojansk le temperature hanno superato i 47 gradi, accelerando lo scioglimento del permafrost!
Ma anche in Europa stiamo toccando temperature sopra i 40 gradi. In Sicilia
si sono sfiorati i 45 gradi. Tutto questo per l’Europa significa scioglimento
dei ghiacciai, sempre meno piogge normali e invece sempre più spaventose
tempeste che fanno solo danni.
È sempre più chiaro che la prima vittima del surriscaldamento è uno dei due
beni comuni più preziosi che abbiamo: l’acqua. Un recente rapporto ONU prevede
che, entro il 2050, ben cinque miliardi di persone vivranno in zone con carenza
idrica.
L’Italia è uno dei paesi più colpiti in Europa dal dissesto idrico e, se
non facciamo nulla, il rischio è di perdere il 50 per cento dell’acqua totale.
È per questo che gli occhi della finanza e delle multinazionali si stanno
posando sull’oro blu, dato che non potranno più lucrare sul petrolio.
La Finanza infatti negli USA ha già quotato in Borsa, a Wall Street,
sorella acqua. E anche le multinazionali dell’acqua si stanno
preparando all’assalto. E’ interessante notare che le due più potenti
multinazionali dell’oro blu in Occidente, Veolia e Suez, si sono fuse in un
unico colosso da 37 miliardi di fatturato.
È chiaro che nei prossimi anni sarà l’oro blu l’oggetto del desiderio. Il
popolo italiano aveva fiutato questo pericolo, e con il Referendum (2011) aveva
deciso che l’acqua deve uscire dal mercato e che non si può fare profitto su
questo bene comune così prezioso.
Per questo abbiamo celebrato insieme il decimo anniversario del
Referendum. In questi dieci anni ben otto governi si sono succeduti in questo
paese e nessuno è stato capace di obbedire alla volontà popolare, come richiede
la Costituzione. Il più grave dei tradimenti è venuto dai Cinque Stelle
che avevano fatto della ripubblicizzazione dell’acqua la loro prima stella.
Ora, purtroppo, con il governo Draghi, siamo nella bocca del ‘Drago’, cioè
della finanza. Infatti con il PNRR, Draghi mette a disposizione oltre duecento miliardi
di euro per rilanciare l’economia, ma solo 4.38 miliardi di euro sono destinati
all’acqua, un po’ pochi! Ma sopratutto nel PNRR c’è una paurosa spinta verso la
privatizzazione dell’acqua su larga scala.
Il Piano vuole affidare il servizio idrico a gestori efficienti. Questo
perché – secondo Draghi – “il quadro nazionale è ancora caratterizzato da una
gestione frammentata e inefficiente delle risorse idriche e da scarsa
efficienza e capacità industriale dei soggetti attuatori nel settore idrico,
soprattutto nel Mezzogiorno”.
Questo ritornello dell’incapacità del Mezzogiorno di gestire bene l’acqua,
ritorna spesso nel PNRR. Una cosa mi sembra chiara: il modello idrico per
Draghi sono le multiutility del Nord: Acea, Iren, A2a e Hera.
Infatti il Piano PNRR vuole “rafforzare il processo di industrializzazione
del settore idrico, favorendo la costituzione di operatori integrati, pubblici
o privati, con l’obiettivo di realizzare economie di scala”. Più chiaro di
così! Si tratta quindi di un processo industriale, di una gestione affidata a
grandi gruppi industriali.
E’ il mercato che decide le regole, la gestione ‘in house’ è l’eccezione.
Anzi il Piano chiede che “in caso di mancato ricorso al mercato per la gestione
dei servizi idrici, le amministrazioni locali devono dare una motivazione
anticipata e rafforzata della loro decisione”.
In poche parole, tutto questo significa che i 4,38 miliardi verranno dati
alle multiutilities del Nord perché gestiscano l’acqua del Sud. Non lo possiamo
accettare!
Per questo mi appello a tutti i comitati del centro-sud perché si
mobilitino contro questa grave eventualità. Anche la grande vittoria, che
abbiamo ottenuto a Napoli con la ripubblicizzazione dell’acqua, potrebbe essere
messa in discussione da questo processo di gestione industriale.
Per cui chiedo al Forum di aiutare i comitati del centro-sud a fare rete e
a collegarsi per contestare questo piano diabolico. Per realizzare questo
ritengo fondamentale ritrovarsi insieme l’11 settembre per decidere come
reagire. Per realizzare questo chiedo aiuto anche al Forum. Sono sicuro che
tutti insieme possiamo bloccare la privatizzazione dell’acqua al centro-sud.
I comitati del Mezzogiorno hanno già ottenuto delle splendide
vittorie: ad Agrigento si è appena costituita l’azienda speciale
consortile e anche Siracusa ha scelto la strada della ripubblicizzazione
dell’acqua.
Vorrei però ricordare ai comitati del centro-nord che questa politica di
‘industrializzazione del settore idrico’ del governo Draghi avrà effetti
devastanti anche al Nord. Per questo chiedo al Forum, chiedo a tutti un altro
sforzo per dire No a questo ennesimo attacco neoliberista all’acqua, la madre
di tutta la vita su questo Pianeta.
Non possiamo permetterci di privatizzare anche la Madre. “L’acqua non è una
merce”, ci ha detto con forza Papa Francesco. È un impegno radicale il nostro
perché vinca la Vita!
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