Il diritto alla salute trova un riconoscimento universale sancito in numerosi trattati internazionali e regionali sui diritti umani. Purtroppo l’emergenza sanitaria determinata dal Covid-19 ha messo in evidenza che queste dichiarazioni non trovano oggi un felice riscontro nella prassi. La situazione in cui versano le Afriche la dice lunga.
Finora le
vaccinazioni sono un lusso per pochi, soprattutto a causa del cosiddetto
«nazionalismo farmaceutico» che ha portato 54 paesi a limitare le esportazioni
di prodotti sanitari legati a prevenzione, controllo e trattamento del
Sars-Cov-2.
«Le nazioni
ricche che rappresentano solo il 14% della popolazione mondiale hanno
acquistato più della metà (53%) di tutti i vaccini attesi» ha denunciato The
people’s vaccine alliance, coalizione di organizzazioni e di attivisti che
lotta per l’equità sanitaria, facendo riferimento al 96% della produzione
attesa Pfizer e tutti i vaccini Moderna prodotti nel 2021.
Altrettanto
inquietante è il tema del prezzo dei vaccini. Ad esempio il Sudafrica, nazione
maggiormente colpita nel continente dal Covid-19 dovrà pagare i suoi primi
vaccini sviluppati da AstraZeneca circa 2,5 volte di più rispetto a quanto
speso dalle nazioni europee, ovvero 4,32 euro invece di 1,78. Purtroppo, ancora
una volta il business ha preso il sopravvento sulla dignità della persona umana
creata ad immagine e somiglianza di Dio.
È per questa
ragione che occorre fare tesoro del monito lanciato dal direttore generale
dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus: «Il
mondo è sull’orlo di un catastrofico fallimento morale e il prezzo sarà pagato
con vite e mezzi di sussistenza nei paesi più poveri».
Dunque,
aveva visto giusto papa Francesco quando già lo scorso anno sollevò
ripetutamente la questione del diritto alla vaccinazione per tutti affinché ad ogni persona umana
fossero offerte le cure e l’assistenza di cui abbisogna in tempo di pandemia.
Una sfida che non può lasciare indifferente l’intero consesso delle nazioni,
anche in considerazione delle gravi ripercussioni sull’economia continentale.
Infatti,
l’effetto collaterale più pernicioso scatenato dal coronavirus è la recessione
che sta penalizzando tutti i paesi africani e i sistemi sanitari sempre più in
sofferenza. Per la cronaca, è bene ricordare che il 6 febbraio scorso un primo
aereo cargo dell’Ethiopian Airlines ha volato da Pechino ad Addis Abeba con un
carico di dosi vaccinali, successivamente trasferite in Ciad.
Sarebbe
l’inizio di un ponte aereo organizzato dalla compagnia di bandiera etiopica e
da una filiale dell’Alibaba Group, multinazionale cinese privata specializzata
nel commercio elettronico. Nella migliore delle ipotesi, unitamente ad altri
stock, basteranno a vaccinare solo il 30% della popolazione continentale di
oltre 1,3 miliardi di abitanti.
L’Europa in
tutto questo ragionamento sembra essere la “bella addormentata”. E dire che
qualcuno, nel consesso sovranista, aveva detto che «bisogna aiutare gli
africani a casa loro».
Diritto alla
vaccinazione
Papa
Francesco nel suo messaggio del 23 gennaio 2021 per la 55esima giornata
mondiale delle comunicazioni sociali afferma: «C’è il rischio di raccontare la
pandemia, e così ogni crisi, solo con gli occhi del mondo più ricco, di tenere
una “doppia contabilità”. Pensiamo alla questione dei vaccini, come delle cure
mediche in genere, al rischio di esclusione delle popolazioni più indigenti.
Chi ci racconterà l’attesa di guarigione nei villaggi più poveri dell’Asia,
dell’America Latina e dell’Africa? Così le differenze sociali ed economiche a
livello planetario rischiano di segnare l’ordine della distribuzione dei
vaccini anti-Covid. Con i poveri sempre ultimi e il diritto alla salute per
tutti, affermato in linea di principio, svuotato della sua reale valenza».
https://www.nigrizia.it/notizia/vaccini-e-soldi-fratelli-pochi
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