Il docu-film Le ali non sono in vendita, viaggio nel labirinto della
fast fashion interseca arte e attivismo: al
documentario con interviste su temi complessi, si affianca infatti il viaggio
onirico ed estetico degli studenti e il loro percorso di riappropriazione dei
propri vestiti
Da tempo
la Campagna Abiti Puliti denuncia l’insostenibilità di
questo modello di sviluppo: la produzione continua di nuove collezioni e la
vendita a basso costo impone alle lavoratrici tessili ritmi di lavoro disumani
per paghe da fame.
Turni
estenuanti, violenze fisiche e psicologiche, straordinari non retribuiti,
libertà di associazione violata sono alcune delle caratteristiche alla base del
ciclo della fast fashion.
Inoltre,
come ultimo anello di una catena di potere fortemente sbilanciata a favore dei
marchi committenti, le lavoratrici stanno pagando in larga parte il conto della
crisi.
Consapevoli
che il cambiamento passi anche attraverso l’educazione alla cittadinanza attiva
al consumo critico delle nuove generazioni, FAIR in
collaborazione con hòferlabproject ha promosso una serie di
workshop di approfondimento in quattro Istituti di Milano, Genova, Foggia e
Torino seguiti da due masterclass a Genova e Torino, coinvolgendo i
giovani studenti attraverso un approccio sperimentale che unisse la pratica
artistica e l’attivismo.
Il docufilm,
arricchito da interviste ad esperti, infografiche e approfondimenti, racconta
questo percorso dando voce ai ragazzi e alle ragazze che lo hanno
vissuto. Attraverso una metafora onirica, che passa da Dedalo e dal
filo di Arianna, i giovani aprono al mondo la loro riflessione sul presente e
sul futuro della moda, lanciano una chiamata all’azione che si fa appello
corale al cambiamento.
Un percorso
corale che ha coinvolto anche l’artista e rapper AME 2.0 con
la canzone Cambiare ispirata alle dichiarazioni raccolte dai
giovani durante i workshop e ai principi della Campagna Abiti Puliti.
Un viaggio
emozionante che ci ha permesso di osservare da vicino il punto di vista dei
ragazzi e delle ragazze che acquistano i capi della fast fashion e ne
frequentano i luoghi.
Attraverso
un viaggio a cavallo fra l’arte e l’attivismo, siamo riusciti a costruire con
loro uno spazio di confronto al contempo intimo e politico sugli impatti
multidimensionali della moda, sulle persone e sul tema del consumo critico.
Sono loro i veri protagonisti di questo film, sono loro che domandano un
cambiamento radicale del modello di produzione e consumo
Il docufilm
è stato realizzato con i contributi dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione
allo Sviluppo e dell’Unione Europea e grazie ai contributi derivanti dalla
campagna 5 per mille 2017 e 2018.
Grazie alla
collaborazione di Streeen! – piattaforma streaming VOD
dedicata al cinema indipendente e d’autore con base a Torino – il docufilm è
disponibile in visione gratuita in tutta Italia, inserita nel canale FREEE! di
streeen.org che offre al pubblico contenuti ricercati e free.
QUI si può vedere il film
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