Egregio signor Sindaco,
le scrivo questa lettera aperta perché – piaccia o non piaccia a lei e a me
– è il sindaco della Città dove sono nato, dove vivo e che amo moltissimo.
Come a lei piace, userò toni schietti e duri.
Molto probabilmente non leggerà nemmeno quanto le scrivo, ma ci provo
ugualmente.
La sua campagna di presunta informazione su rischi e
comportamenti legati alla tragica epidemia di coronavirus
COVID 19 fa acqua da tutte le parti.
Fuori tempo (con toni diversi avrebbe avuto un senso a fine febbraio-inizio
marzo), colpevolizzatrice della cittadinanza, priva di informazioni utili.
Proveniente, fra l’altro, da chi solo un paio di settimane fa incitava a vivere
la città.
Se lo ricorda?
Cartelloni, video, interviste disegnano una cittadinanza irresponsabile,
fonte di contagi a dismisura, bisognosa di
essere istruita come un bambino dell’asilo.
A Cagliari i contagi sono pochissimi (97 in tutta la
Città metropolitana al 28 marzo 2020, non risultano reperibili dati
cittadini ufficiali), i residenti in larghissima maggioranza si stanno comportando
con grande senso di responsabilità, pochissime le
auto in circolazione.
Afferma senza alcuna fonte dei dati che “a Cagliari ancora oggi entrano
ogni giorno 57mila macchine” (L’Unione Sarda,
26 marzo 2020), dandosi anche la zappa sui piedi, visto che i
veicoli in ingresso a Cagliari non sono certo dei cagliaritani che lì già
vivono.
Senza contare che molte persone continuano a recarsi al posto di lavoro,
viaggiano i trasporti pubblici e i rifornimenti alimentari.
Insulta e
inveisce contro chi la critica, mostrando di non comprendere nemmeno
la natura del cagliaritano: più strilli come un caporale di
giornata e più ti prendono per i fondelli,
senza usare ipocriti francesismi, e rincara la dose sul palcoscenico di Barbara
D’Urso: si faccia una panoramica delle reazioni sul web e
sui social network e avrà un’idea su cosa ne
pensano i cagliaritani.
Altro che “acide commentatrici” e “confusi giovanotti”, sono
centinaia e centinaia di suoi concittadini, ci sono parecchi suoi elettori.
Lei pensa che suoi predecessori come Paolo De Magistris o, in tempi più
recenti, Mariano Delogu si sarebbero comportati nello stesso modo?
Faccia, invece, qualcosa di utile e apprezzabile.
Per esempio, promuova e coordini un servizio facilmente attivabile dagli
interessati di espletamento e consegna a domicilio della spesa per le tante
persone anziane e poco o nulla autosufficienti che vivono in Città.
Non può essere limitato ai
pochi mercati civici.
Coinvolga strutture della grande distribuzione, servizi comunali e
associazioni del volontariato. Istituisca un numero verde e lo
faccia conoscere, questo sì, con una campagna di informazione capillare.
Farà qualcosa di estremamente utile, rientrante nelle competenze comunali
di assistenza sociale e, magari, migliorerà anche la sua considerazione fra i
cagliaritani.
Con i più cordiali saluti e auguri per la nostra Città.
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