giovedì 19 marzo 2020

La nuova “peste” è favorita dall’inquinamento? Pare che sia così - Gruppo d’Intervento Giuridico



La diffusione del coronavirus COVID 19 sarebbe stata favorita dall’inquinamento.
La conferma a un’ipotesi sempre più ricorrente è giunta dalla recentissima Relazione circa l’effetto dell’inquinamento da particolato atmosferico e la diffusione di virus nella popolazione della Società italiana di medicina ambientale (S.I.M.A.) e delle Università degli Studi di Bari e di Bologna.
In parole povere, “una solida letteratura scientifica descrive il ruolo del particolato atmosferico quale efficace carrier, ovvero vettore di trasporto e diffusione per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus. Il particolato atmosferico, oltre ad essere un carrier, costituisce un substrato che può permettere al virus di rimanere nell’aria in condizioni vitali per un certo tempo, nell’ordine di ore o giorni”.
Maggiore è l’inquinamento e maggiore è la possibilità per il virus di permanere nell’aria.
Se non serve nemmeno questo ad aprir gli occhi sugli effetti devastanti dell’inquinamento…

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