Dossier a cura del Centro Nuovo Modello
di Sviluppo (CNMS) - Rocco Artifoni
Il Centro Nuovo Modello di Sviluppo
(CNMS), fondato nel 1985 a Vecchiano (Pisa), è noto soprattutto per i materiali
prodotti e per i dossier realizzati sul consumo consapevole: in particolare la
“Lettera ad un consumatore del Nord” (1990) e la “Guida al consumo critico”
(1996). Dietro ogni pubblicazione c’è un lavoro enorme: raccolta di
informazioni, verifica delle fonti, catalogazione dei dati, preparazione delle
schede, scrittura dei rapporti, ecc. In ciascuna di queste attività si possono
cogliere alcune caratteristiche metodologiche di fondo: il rigore dei
ricercatori, l’attendibilità della documentazione prodotta e la cura nella
comunicazione, affinché tutti i cittadini/consumatori possano comprendere la
posta in gioco.
Anche
l’ultimo dossier del CNMS, la “Guida all’energia critica”,
si può inquadrare in questa prospettiva. È un testo che si legge in poco tempo,
accompagnato da piacevoli illustrazioni che aiutano a comprendere le situazioni
descritte, e che con chiarezza spiega i problemi attuali e le scelte che si
porranno nei prossimi anni. La necessità di elaborare questa Guida sorge dalla
recente approvazione della legge n. 124 (del 4 agosto 2017), che ha decretato
la fine del mercato tutelato dell’energia elettrica a partire dal 1° luglio
2019. Per quella data gli utenti con tariffe fissate dall’Autorità per
l’energia dovranno stipulare un nuovo contratto di fornitura. Considerato che
le famiglie costrette a scegliere un fornitore dell’energia sono circa 20
milioni, c’è da aspettarsi che ognuna sarà subissata di offerte da parte degli
oltre cinquecento operatori commerciali attivi nel settore. Il dossier del CNMS
è stato realizzato per dare alcuni strumenti di conoscenza della filiera
dell’energia elettrica, affinché ognuno possa compiere scelte più consapevoli.
Il
contenuto della Guida è chiaro e “oggettivo”: ciascun lettore riceve
informazioni utili sul sistema energetico: dalla produzione alla distribuzione,
dalla commercializzazione agli incentivi, dalle società che lavorano nel
settore al ruolo delle autorità di controllo. Il dossier non è “neutrale”,
poiché non è stato scritto soltanto per fotografare l’esistente. Anzitutto il
CNMS sottolinea come la filiera energetica “svolge un ruolo strategico da un
punto di vista economico, che ha una forte rilevanza ambientale e che risponde
a bisogni fondamentali classificabili come diritti”. Di conseguenza, “ a nostro
avviso ci sono tutte le condizioni per sostenere che l’energia elettrica va
gestita come servizio pubblico, non come merce assegnata al mercato”.
Tenendo
conto che la legge approvata ad agosto va nella direzione opposta, il CNMS
invita a porre attenzione a due criteri che possono orientare nella scelta del
fornitore di energia: “Il criterio di prodotto seleziona l’energia da
acquistare in base alla fonte produttiva. Il criterio d’impresa seleziona
l’azienda da cui rifornirsi in base alla struttura e ai comportamenti”.
Naturalmente la Guida fa un’opzione preferenziale per le aziende pubbliche, ma
considera anche imprese private dai comportamenti virtuosi (rispetto dei
diritti dei lavoratori, trasparenza delle informazioni, ecc.). Per la
produzione il criterio di scelta è decisamente nell'ambito delle energie rinnovabili:
“È importante fare attenzione al tipo di energia che richiediamo perché può
contribuire ad aggravare o a mitigare un fenomeno che sta destando grande
preoccupazione per i suoi effetti sulla produzione agricola, l’innalzamento dei
mari, l’avanzamento dei deserti, il moltiplicarsi di alluvioni e migrazioni
forzate. Stiamo parlando dei cambiamenti climatici dovuti all'aumento della
temperatura terrestre conseguente all’accumulo di anidride carbonica, che
l’umanità emette in misura quasi doppia rispetto alla capacità di assorbimento
del sistema vegetale e degli oceani”.
Per
questa ragione il dossier propone un elenco di aziende che forniscono
esclusivamente energia da fonti rinnovabili. Purtroppo l’elenco per il momento
è incompleto, perché “nessuno dei due enti che conosce l’informazione (Autorità
per l’energia e GSE) ha risposto alla nostra richiesta per cui siamo stati
costretti ad arrangiarci”, attraverso ricerche su internet e con le
interrogazioni fatte direttamente alle società. Proprio questa difficoltà a
reperire dati certi è l’elemento posto in evidenza alla conclusione del
dossier: “L’informazione è un bene comune da godere gratuitamente. Per questo
siamo felici di aver messo il nostro volontariato a disposizione di tutti. Ma
il volontariato da solo non basta. Serve anche l’apporto di professionisti che
hanno diritto a un compenso. Se hai apprezzato questo lavoro e desideri che ne
realizziamo altri, sostienici”. Un appello che merita di trovare un’adeguata
risposta da parte dei lettori che dovrebbero conoscere la fatica e riconoscere
l’impegno di chi da decenni dà un contributo significativo per una società che
abbia il bene comune come propria Guida.
da qui
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