Il
collettivo è nato negli anni
Settanta, in piena dittatura militare, quando Alberto Morlachetti cominciò a lavorare con
bambini e adolescenti nella
zona sud di Buenos Aires, lì
dove la de-industrializzazione aveva generato povertà e la povertà aveva
distrutto le famiglie. Organizzava tornei di calcio, che aveva
battezzato “i sabati di cioccolato”, dove si “riunivano ragazzi dalla pelle
scura, espulsi dai club por il colore e la povertà”.
Agli inizi
degli anni Ottanta, ha aperto la Casa de los Niños per
i figli e le figlie dei lavoratori, affinché “la strada non fosse l’unica
risposta che gli veniva offerta”, come segnala un testo dell’avvocato Laura
Taffetani sui 40 anni del
movimento. Lo spazio auto-costruito cercava di essere un ambito
comunitario, non una delle tante istituzioni che esistono “per” i bambini,
bensì lo spazio dove il bambino è un soggetto
politico.
Uno spazio per la crescita collettiva, non per
l’aiuto caritatevole. Pertanto,
tutta la casa, tutti i suoi spazi e tempi hanno un carattere pedagogico.
Poiché i ragazzi sono il centro, il mondo che
li circonda, dagli adulti fino all’architettura, si adatta a loro. I
ragazzi che vanno nella Casa, dal lunedì al venerdì, sono circa 200.
A metà degli
anni Ottanta, hanno creato l’Hogar Pelota de Trapo [Casa
Palla di Stracci], per quei bambini i cui legami familiari si sono spezzati e
nel quale hanno vissuto centinaia di bambini e bambine senza un posto dove
vivere. Sulla base di solidi legami affettivi, ossia condividendo la vita con loro, iniziano
i cambiamenti: dalla solitudine e l’abbandono fino alla costruzione di
una nuova vita.
Una delle principali caratteristiche di Pelota
de Trapo è che quelli che ne fanno parte non lavorano “per” i bambini
e le bambine e neppure reclamano dallo Stato
“diritti” che mai si realizzano. Vivono
con loro, condividono tutti i giorni il tetto, il cibo, le incertezze, i
momenti belli e quelli brutti, creando una convivenza per tutta la
vita. Stabilità e fiducia sono essenziali per crescere ed essere.
Negli anni Novanta hanno creato due nuovi spazi. Un
panificio e un laboratorio grafico, con la convinzione che il lavoro è una parte
fondamentale nella vita delle persone, nella loro autostima e nella “proiezione”. In
entrambi gli spazi lavorano i ragazzi che sono cresciuti nel movimento e sono
diventati adulti. Inoltre, la
produzione grafica e il panificio sostengono per il 70% il bilancio di Pelota
de Trapo, dotando il movimento di un alto livello di autonomia.
Una delle creazioni maggiori è arrivata con il Movimiento
Nacional Chicos del Pueblo [Movimento Nazionale dei Ragazzi del Popolo], che è stato protagonista di grandi
mobilitazioni a partire dal nord argentino ma, soprattutto, si è trasformato in
uno spazio di bambini, giovani ed educatori con il fine di costruire una nuova
società, sotto lo slogan “tutti i ragazzi sono nostri figli” e
affermando che “i ragazzi sono soggetti politici”, vale a dire protagonisti
delle loro vite e del cambiamento sociale.
Nel 1997
hanno realizzato, a Mar del Plata, l’Incontro degli Educatori al quale hanno
partecipato 2000 persone. L’anno
seguente hanno percorso in bicicletta i 300 chilometri che separano Rosario da
Buenos Aires, per iniziare a “percorrere le geografie della povertà del nostro
paese”.
Nel 2001, al culmine del movimento piquetero,
iniziano le marce nazionali.La prima ha percorso migliaia di chilometri da La Quiaca (confine con la
Bolivia) fino a Buenos Aires, mentre negli anni successivi hanno raggiunto
Misiones e Tucumán. Nel 2008, già sotto
i governi progressisti, lanciano la campagna “La fame è un crimine”, e vi
aggiungono uno slogan che farà storia, poiché anni dopo è stato ripreso dalle
donne: “Non un ragazzino di meno”.
Con gli anni hanno aperto una Escuela de
Educadores Populares [Scuola di Educatori Popolari] e la
Agencia de Noticias Pelota de Trapo che diffonde idee controegemoniche. Nel 2015 hanno affrontato un momento cruciale per tutto il movimento, ossia la morte di Morlachetti, la persona che era stata il principale punto di riferimento, a seguito del quale hanno aperto un periodo segnato dal ricambio generazionale.
Agencia de Noticias Pelota de Trapo che diffonde idee controegemoniche. Nel 2015 hanno affrontato un momento cruciale per tutto il movimento, ossia la morte di Morlachetti, la persona che era stata il principale punto di riferimento, a seguito del quale hanno aperto un periodo segnato dal ricambio generazionale.
Una buona
sintesi dello spirito del lavoro della Pelota de Trapo l’ha
scritta la stessa Agenzia, in un testo dell’aprile del 2015, come addio a Morlachetti. “Prima di andarsene ha
firmato il suo testamento: ha lasciato ai bambini della giocoleria, ai
proprietari delle borgate, tutta la sua immensa fortuna: il seme della
rivoluzione affinché le diano vita quando potranno (…) E un’alba
che sia per tutti”.
L’articolo è
uscito su Desinformemonos con
il titolo Pelota de Trapo: los niños como sujetos
políticos
Traduzione
per Comune-info: Daniela Cavallo
Nessun commento:
Posta un commento