“Un bambino che nasce oggi vivrà in un mondo di almeno quattro gradi più
caldo rispetto alla media preindustriale”, scrive The Lancet. La crisi climatica incide
sulla salute umana dall’infanzia all’adolescenza, dall’età adulta alla
vecchiaia, ma “i bambini sono sicuramente i più colpiti”.
Nel suo rapporto la rivista britannica cita alcuni esempi. Per quanto
riguarda la produzione agricola, probabilmente l’aumento della temperatura
influirà negativamente sulla quantità e la qualità delle coltivazioni. Alcuni
dati recenti sul mais e sulla soia sembrano confermarlo. Se questa tendenza
continuerà, i bambini potrebbero soffrire le conseguenze della malnutrizione,
particolarmente gravi per chi è in fase di crescita.
Un altro esempio sono le malattie infettive, alle quali i bambini sono
particolarmente sensibili. Secondo gli esperti, il clima più caldo faciliterà
la trasmissione dei virus della dengue e di altri patogeni trasmessi dalle
zanzare. La crisi climatica potrebbe anche modificare la temperatura e la
salinità dell’acqua marina nelle aree costiere, favorendo la diffusione del
batterio del colera. Le ondate di calore sono la manifestazione più diretta del
cambiamento climatico, e anche in questo caso la salute dei bambini potrebbe
essere più a rischio di quella degli adulti. Dal rapporto emergono anche alcuni
fattori positivi, come i 48 paesi che hanno deciso di collaborare per ridurre
le conseguenze negative dell’emergenza climatica sulla salute delle persone.
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