Il 6 agosto
1945 la bomba atomica fu sganciata su Hiroshima uccidendo immediatamente 80.000
persone e varie decine di migliaia in seguito come risultato della radiazione.
Ricordando le vittime innocenti, pensiamo anche alle vittime innocenti uccise
nei campi di concentramento e durante la guerra a causa dei composti chimici
bellici del Cartello dei Veleni. Questa guerra e l’avvelenamento continuano.
Queste
tecnologie belliche originarono l’agricoltura industriale basata sulla chimica,
che continua a uccidere milioni di specie, causando la sesta estinzione di
massa. Spariscono specie a un ritmo 1000 volte quello normale col diffondersi
di tossici in ogni angolo del mondo. L’Amazzonia e le foreste e savane
argentine, così ricche in biodiversità, vengono distrutte per coltivarci soia
OGM.
Il mondo sta
di fronte a un’emergenza ecologica e climatica, alimentare e sanitaria, causata
dall’ agricoltura industrial e dai composti chimici del Cartello dei Veleni.
In India,
300.000 agricoltori ormai si sono suicidati e metà dei bambini sono malnutriti
come risultanza di questo modello d’agricoltura globalizzato industriale che
avvelena la terra, sloggia gli agricoltori e sostituisce veri alimenti con
merci per il commercio.
Col diffondersi
dell’agricoltura industrial cresce la fame. Ogni 5 secondi muore un bambino
sotto 5 anni per fame. Ogni anno muoiono di fame 9 milioni di persone. Secondo
la FAO più di 1 miliardo di persone patiscono la fame, anche in paesi ricchi
dove il cibo è abbondante. Ciò significa che una persona su sei sulla
Terra non ha abbastanza cibo per una vita sana.
Ogni anno
200.000 persone muoiono d’avvelenamento da pesticidi. Una morte su sei è dovuta
al cancro, facendone la seconda causa di morte (seconda solo alle malattie
cardiovascolari). Solo 5% dei cancri è genetico; il resto è dovuto ai tossici
nell’ambiente e negli alimenti. Nel 2017 si stima che 9,6 milioni di persone
siano morte per le varie forme di cancro. L’OMS ha identificato il
glifosato come cancerogeno. Bayer e Monsanto hanno attualmente 18.000
denunce in corso in tribunali USA per aver causato cancri.
Il 50% dei
gas climalteranti (GHG), che inducono mutamenti climatici, sono emessi dal
settore alimentare industriale. Secondo l’OMS i disastri climatici risultano in
oltre 60.000 morti ogni anno.
Il Cartello
dei Veleni di ha inflitto decenni di ecocidio e genocidio con i suoi composti
chimici bellici.
Come
alternative all’agricoltura industrial basata sulla chimica, l’Agroecologia è
stata ben collaudata, comprendendo tutti i sistemi di coltivazione privi di
chimica, ivi inclusi la coltivazione biologica, la permacultura, l’agricoltura
biodinamica e varie scuole di coltivazione naturale.
Le crisi
multidimensionali che il mondo ha di fronte possono essere trattate ritornando
alle nostre Radici Agroecologiche; i cui 10 elementi costitutivi sono:
- Diversità
- Co-creazione di conoscenza e
and approcci transdisciplinari per l’innovazione
- Sinergie
- Efficienza
- Riciclaggio
- Resilienza
- Valore umano e sociale
- Tradizioni culturali e
alimentari
- Governance responsabile
- Economia circolare e solidale
Ci sono vari
percorsi di agroecologia e coltivazione biologica rigenerativa chiamate con una
varietà di nomi in India – Sajeev Kheti, Sendriya Kheti, Prakritic Khetic,
Vedic Krishi, Rishi Kershi, Jaivik Krishi – tutti comunque riferiti al
coltivare secondo le modalità della natura.
La
parola vita in hindi è “jiva” e vivere “jaivik”.
E pertanto l’agricoltura ecologica/agroecologia in India è definita “Jaivik
Kheti”. Siamo una civiltà che ha mantenuto la diversità ai
massimi livelli.
Come ci
rammentava il Rig Veda:
Ekam Sad
Vipra Bahudha Vadanti = Il reale è uno, i sapienti ne parlano variamente.
I sistemi
agroecologici globalizzati odierni, come l’agricoltura biologica e quella
biodinamica, hanno le radici nei sistemi agroecologici indiani, sono un dono
dell’India al mondo, come lo yoga e l’ayurveda.
Quel che
oggi si chiama agricoltura biologica è il distillato di 10.000
anni di conoscenza agro-ecologica dell’India. Nel 1905, più d’un secolo fa, i
britannici inviarono il loro ‘guru’ agricolo, Albert Howard, a “migliorare”
l’agricoltura indiana e fondare il Pusa Institute. Quando arrivò trovo i suoli
fertili e nessun insetto nocivo nei campi. Allora fece invece del
contadino indiano il suo professore. Poi scrisse il suo classico Un
Testamento Agricolo basato sulle scienze agroecologiche indigene
dell’India. Howard spiega come i contadini indiani appresero a coltivare con
“modalità naturali” e rese la coltivazione permanente come la foresta
applicando i principi di varietà e la legge della resa agricola della Natura.
Biologico
(organico) vuol dire integrato, vivente, olistico, nonché privo di composti
chimici. È impreciso presentare la bioagricoltura come se solo quella
“certificata” e “il settore merceologico bio” fossero biologici. Non è un
prodotto, non una mera tecnica; è una opinione mondiale e un insieme di
princìpi, derivati dalla natura e base delle nostre tradizioni agroecologiche
indigene. L’opinione mondiale biologica si basa sul principio
di non-separazione e di consapevolezza che gli umani sono parte di un mondo
vivente, in contrasto con quella visione meccanicistica del mondo industriale
che considera gli umani padroni e manipolatori della natura.
Per oltre un
secolo la bioagricoltura s’è evoluta come un sofisticato sistema con un
fondamento scientifico nell’agroecologia, un sistema regolatore che esclude gli
OGM, e un sistema economico dal livello locale a quello globale che fornisce
un’alternativa all’ecocidio e al modello industriale genocida promosso dal
Cartello dei Veleni.
Per questa
ragione il Cartello sta orchestrando un attacco aggressive alla bioagricoltura
in ogni paese del mondo dove esso sia un’alternativa significativa.
20 anni fa,
quando citai in giudizio Monsanto alla corte Suprema indiana, l’azienda
cominciò a diffondere la falsità che io stessi importando in India il
concetto occidentale “biologico”. Risposi organizzando le conferenze Howard,
per rammentare che fu l’India a donare al mondo il biologico.
L’Associazione dei Suoli formatasi sulla base del libro di Howard, ed
eminenti leader globali, fra i quali il principe Charles e il
defunto Edward, affermarono la loro gratitudine all’India durante le loro
conferenze in quanto la fonte d’ispirazione per il movimento biologico globale.
Inoltre onorammo istruttori biologici indiani come Nammalvar e Narayan Reddy .
È perciò
scientificamente fuorviante presentare la bioagricoltura come “importata” in
India e porre in contrasto il naturale con il biologico, come sta diventando di
moda in alcuni circoli, come parte della politica del divide et impera del
Cartello dei Veleni.
Poiché la
filosofia biologica/organica , gli standard e i sistemi escludono gli OGM, il
Cartello dei Veleni è all’attacco del biologico per distruggere l’alternativa
cui la gente si è rivolta per alimenti privi di composti chimici e OGM.
Si sta
creando confusione sul biologico per introdurre di straforo gli OGM. Chi viene
utilizzato dal Cartello dei Veleni sta anti-scientificamente sostenendo che gli
OGM come il cotone al Bt [batterio thuringiensis] può far parte dell’agricoltura
naturale.
Si sta
deviando e fuorviando l’India per impedirci di rivolgerci alle nostre radici di
conoscenza per affrontare l’emergenza nel nostro paese e difendere la nostra
sovranità.
Il Cartello
dei Veleni sta puntellando e sostenendo chi promuove gli OGM e definisce il
biologico “più pericoloso che una bomba atomica” – ignorando la storia agricola
dell’India e le radici del movimento biologico internazionale nelle antiche
tradizioni indigene. E’ in effetti un attacco alla civiltà ecologica e alla conoscenza
indigena dell’India. Sta diventando uno strumento del Cartello dei Veleni
che vuole distruggere la nostra sovranità sulle sementi, sul cibo, e sulla
conoscenza.
L’ultima
trama del Cartello dei Veleni è cercare di distruggere le ricche tradizioni e pratiche
agroecologiche con una strana bestia indefinita di nome “Agricoltura a
bilancio zero“.
La ricchezza
immaginativa della nostra unità con la natura e delle nostre lingue si stanno
spegnendo per un’espressione importata ed imposta – Agricoltura a bilancio zero
– che è priva di senso nelle lingue indiane, ma pure in inglese. Il
vocabolario afferma chiaramente il significato di budget come “una
stima degli introiti e degli esborsi per un periodo di tempo stabilito.”
Budget non
vuol dire solo spesa, ma comprende anche gli introiti.
Per un
agricoltore, Agricoltura a bilancio zero vorrà dire a
reddito zero, una ricotta sicura per far sì che la crisi agraria
continui, che i redditi agricoli continuino a calare e finire a zero. Il che
creerà il future che vuole il cartello dei Veleni, un’agricoltura senza
agricoltori. Il coltivatore non ci guadagnerà, ma le megaziende sì.
L’Agricoltura
a bilancio zero è un’agenda mossa dalle megaziende per svuotarci la
mente di conoscenza e intelligenza atta a fare scelte sostenibili e giuste, e
svuotare le tasche degli agricoltori. “Bilancio Zero” è Mente Nulla, per creare
che non sappiano pensare e decidere per conto proprio.
L’
esperimento AP con l’agricoltura a bilancio zero non si basa su un bilncio zero
per lo stato in quanto sostenuto da miliardi di dollari in prestiti da
restituire. Inoltre l’esperimento AP viola i 10 componenti
specifici dell’Agroecologia sintetizzati dalla FAO con input di
comunità e scienziati di tutto il mondo.
L’India deve
smettere di usare l’espressione “Agricoltura a bilancio zero”, insensata eppur
pericolosa.
Il future si
basa su vari sistemi agroecologici in India e nel mondo, non sulla
continuazione del dominio del Cartello dei Veleni che accelererà l’attuale
emergenza con altri agricoltori che si suicideranno, altri bambini che
moriranno di fame e malnutrizione, altre catastrofi climatiche, altre
estinzioni di specie.
Questa
guerra industrial contro la Terra e la sua gente dev’essere fermata, per recare
pace con la Terra e salute e sopravvivenza ai cittadini.
Dichiarazione
resa il 6 agosto 2019, Hiroshima Day
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