martedì 19 novembre 2019

La mia stanza non è più chiusa – Carlo Ceci Ginistrelli


Il ragazzo di spalle al centro è Carlo, l’autore di questo articolo. La foto è del 2017 ed è stata scattata ad Andria, durante un incontro con Alain Goussot, di cui non smettiamo di sentire la mancanza. “Carlo é venuto a sentirlo insieme a sua madre. Ascoltava e scriveva – racconta Gabriella Nocera – E appena Alain ha finito la sua lezione gli è corso incontro e lo ha abbracciato. Io ero rimasta in un angolino per tutto il tempo, ma alla fine della lezione Carlo mi ha cercata ed é venuto a dare un bacio anche a me. Non ci conoscevamo, ma era il suo modo di ringraziarmi per aver portato lì Alain”
.
Mi chiamo Carlo Ceci Ginistrelli. Ho ventisei anni. Sono un ragazzo con autismo che si esprime solo per iscritto grazie alla sua tastiera, ma le parole mi vengono e il mio pensiero corre limpido. Che bello riuscire a scrivere.
È molto bello sentire il mio pensiero fluido senza blocchi e senza lentezza dettata da paure. Potere, fare, dire, vivere: sono guidato da una serenità che aleggia su di me riempendo la mia vita piena di difficoltà di una leggera vena di speranza, di determinazione, di grinta. Mi sento felice di gareggiare nella lotta contro gli stereotipi del mio autismo. Ho voglia di scommettere, di provare a fare, a vivere la mia vita cercando di testimoniare la sua bellezza.
Poter pensare, che grande dono. Oggi ringrazio il mio Dio di darmi questa possibilità: pensare e poter scrivere i miei pensieri. Poter sognare attraverso le parole che lentamente propongono dei percorsi di vita: è oggi il mio grande sogno.
Tutti si chiedono come vivo io dentro un corpo che mi porta ad essere impulsivo e scoordinato. Poi invece, mi sgorgano pensieri e parole che fanno di me un altro, una persona a cui piace riflettere, soffermarsi sulle sfumature che ci circondano e soprattutto sulla bellezza della vita.
Quello che mi ha bloccato finora non è stato il timore della pagina bianca, ma il timore della vita. Poter riprendere a scrivere è un po’ riprendere il cammino della mia vita. Stupendo poter pensare alla mia vita in cammino non più chiusa in una stanza piena di angoscia. Vorrei cantare un alleluia ma non ho voce e allora scrivo!
Poi amo raccontare, raccontare la vita vista dai miei occhi, occhi sfuggenti, penetranti, amanti. Poi tutto mi viene a mente e tutto mi porto dentro nel mio grande baule, pesante perché pieno di emozioni e ricco di amore. Poi oggi penso che butterò giù le prime righe e darò corpo a questo viaggio con molta lentezza e chiedo a mia madre di tutelare questo blog con rettitudine di segretezza. Sarò io a dettare i tempi, le parole. Ogni parola che scrivo esce liberamente dal mio dentro e così la propongo a chi avrà la sfortuna di leggermi. Tutto poi amerò.
da qui

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