Il ragazzo di spalle al centro è Carlo,
l’autore di questo articolo. La foto è del 2017 ed è stata scattata ad Andria,
durante un incontro con Alain Goussot, di cui non smettiamo di sentire la
mancanza. “Carlo é venuto a sentirlo insieme a sua madre. Ascoltava e scriveva
– racconta Gabriella Nocera – E appena Alain ha finito la sua lezione gli è
corso incontro e lo ha abbracciato. Io ero rimasta in un angolino per tutto il
tempo, ma alla fine della lezione Carlo mi ha cercata ed é venuto a dare un
bacio anche a me. Non ci conoscevamo, ma era il suo modo di ringraziarmi per
aver portato lì Alain”
.
Mi chiamo Carlo Ceci Ginistrelli. Ho ventisei anni. Sono un ragazzo con
autismo che si esprime solo per iscritto grazie alla sua tastiera, ma
le parole mi vengono e il mio pensiero corre limpido. Che bello riuscire a
scrivere.
È molto bello sentire il mio pensiero fluido senza blocchi e senza lentezza
dettata da paure. Potere, fare, dire, vivere: sono guidato da una serenità che aleggia su
di me riempendo la mia vita piena di difficoltà di una leggera vena di
speranza, di determinazione, di grinta. Mi sento felice di gareggiare nella
lotta contro gli stereotipi del mio autismo. Ho voglia di scommettere, di
provare a fare, a vivere la mia vita cercando di testimoniare la sua bellezza.
Poter pensare, che grande dono. Oggi ringrazio il mio Dio di darmi
questa possibilità: pensare e poter scrivere i miei pensieri. Poter sognare
attraverso le parole che lentamente propongono dei percorsi di vita: è oggi il
mio grande sogno.
Tutti si chiedono come vivo io dentro un corpo che mi porta ad essere
impulsivo e scoordinato. Poi invece, mi sgorgano pensieri e parole che fanno di
me un altro, una persona a cui piace riflettere, soffermarsi sulle sfumature
che ci circondano e soprattutto sulla bellezza della vita.
Quello che mi ha bloccato finora non è stato il timore della pagina bianca,
ma il timore della vita. Poter riprendere a scrivere è un po’
riprendere il cammino della mia vita. Stupendo poter pensare alla mia vita in
cammino non più chiusa in una stanza piena di angoscia. Vorrei cantare un
alleluia ma non ho voce e allora scrivo!
Poi amo raccontare, raccontare la vita vista dai miei occhi,
occhi sfuggenti, penetranti, amanti. Poi tutto mi viene a mente e tutto mi
porto dentro nel mio grande baule, pesante perché pieno di emozioni e ricco di
amore. Poi oggi penso che butterò giù le prime righe e darò corpo a questo
viaggio con molta lentezza e chiedo a mia madre di tutelare questo blog con
rettitudine di segretezza. Sarò io a dettare i tempi, le parole. Ogni parola
che scrivo esce liberamente dal mio dentro e così la propongo a chi avrà la
sfortuna di leggermi. Tutto poi amerò.
da qui
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