“Credo che Will & Grace sia riuscito a educare il pubblico americano
più di chiunque altro finora”, ha dichiarato John Biden nel 2012, parlando
della più famosa serie tv con protagonisti omosessuali. Io ricordo una scena
molto divertente in cui i due protagonisti maschi scherzano su un loro amico
che è “un etero magro” e “un gay grasso”. Dietro quella battuta, però, si
nasconde una realtà preoccupante: gli omosessuali maschi subiscono una
fortissima pressione per quanto riguarda il loro aspetto fisico.
Nel documentario Dream boat, che
segue cinque ragazzi in vacanza su una nave da crociera per soli uomini,
l’indiano Dipanar, 32 anni, scopre in modo traumatico quanto sia spietato lo
standard estetico a cui deve aderire.
Il ragazzo aveva accettato la sua omosessualità meno di due anni prima e la
crociera era la sua grande occasione per trovare un’anima gemella. Si è
preparato molto, tanto che sui fianchi morbidi si notano i segni di un
dimagrimento fin troppo veloce. Ma le migliaia di ragazzi che affollano la nave
– fisico scolpito, e per lo più bianchi – non sembrano neanche accorgersi di
lui.
“È veramente dura”, si sfoga Dipanar dopo l’ennesima serata in cui nessuno
gli ha rivolto parola. “La realtà è che se non sei attraente diventa difficile
farti notare dall’uomo che hai di fronte”. Dipanar finirà per restare chiuso
nella sua cabina e non partecipare più alle feste organizzate la sera.
Gli uomini gay, dunque, si sentono costretti a incarnare modelli estetici
irraggiungibili, come succede alle donne. “Perfino le campagne della sanità
pubblica, quando sono indirizzate agli omosessuali, mostrano uomini con la vita
stretta e i muscoli scolpiti”, racconta a Psychiatric Advisor Michael
Everett, che si occupa di prevenzione dell’hiv. “Gli stereotipi”, prosegue
l’articolo, “sono particolarmente dannosi all’interno della comunità gay, cioè
in una subcultura altamente sessualizzata che premia la massa muscolare e la
mascolinità. Si può notare già dai profili delle app per incontri più popolari
tra i gay, in cui molti specificano ‘no asiatici né effeminati’, creando una
precisa gerarchia della desiderabilità fisica: i tratti ricercati sono etnia
bianca, magrezza, alta statura, muscoli e mascolinità”.
“Questa gerarchia”, conclude l’articolo, “fa eco ai problemi di omofobia,
razzismo e misoginia tipici della nostra società, e spinge molti omosessuali a
non sentirsi bene con il loro corpo”.
Un recente studio pubblicato da Psychology of Men & Masculinity ha
rivelato che il 45 per cento degli uomini gay è scontento della propria massa
muscolare, contro il 30 per cento dei maschi etero. E il 58 per cento dei gay
si è detto d’accordo con l’affermazione “Sento una forte pressione ad avere un
corpo più attraente, esercitata da riviste e tv”, contro il 29 per cento degli
etero.
Che i maschi omosessuali siano vittima di modelli estetici pesanti è
confermato anche da statistiche sul loro uso di steroidi, cosmetici e prodotti
dietetici. Mentre uno studio sui disturbi alimentari ha
rivelato che gli uomini gay possono soffrirne dieci volte più degli
eterosessuali, di fatto attestandosi su una cifra molto vicina a quella
rilevata per le donne. Ma, diversamente da quanto accade per le donne, ancora
non esiste un dibattito pubblico sulla pressione subita dagli uomini gay
riguardo al loro aspetto.
Le cause di questo fenomeno sono molteplici, ma le radici del problema
vanno ricercate innanzi tutto nella discriminazione e nel senso di inadeguatezza
che questa genera: “Gli omosessuali spesso non si sentono accettati”, spiega il blogger David Levesque alla Bbc. “E
così tendono a pensare che se hai un aspetto migliore, le persone ti
apprezzeranno di più”. In effetti è altamente probabile che alla base
dell’ossessione per la forma fisica ci sia una ricerca di legittimazione
sociale.
Vanno tenuti presenti anche altri aspetti della sfera maschile in generale
e, più in particolare, di quella gay. “Per gli uomini, etero o gay che siano,
la bellezza conta molto di più di quanto conti per le donne”, spiega ad Abc News il dottor Scott
Griffiths, del National health and medical research council australiano. In una
coppia formata da due maschi, perciò, il fattore estetico avrà un peso enorme,
con l’ulteriore aggravante di un confronto immediato tra due corpi dello stesso
genere, che in tanti casi può generare un senso di inadeguatezza.
Una vita su internet
I social network ancora una volta amplificano il problema. I mezzi d’informazione statunitensi si sono occupati dei cosiddetti instagay, cioè la schiera di uomini gay dai fisici scultorei che spopolano su Instagram. The Cut li definisce “stalloni gay in esposizione permanente”, mentre il giornalista Khalid el Khatib scrive su Vice: “Con le loro centinaia di migliaia di follower, lo stile di vita lussuoso e gli infiniti selfie in palestra, gli instagay fanno invidia a tutti. Ma la loro ascesa segna un cambiamento nella cultura gay e fa sorgere parecchie domande su quale sia il vero effetto di quegli scatti apparentemente innocenti”.
I social network ancora una volta amplificano il problema. I mezzi d’informazione statunitensi si sono occupati dei cosiddetti instagay, cioè la schiera di uomini gay dai fisici scultorei che spopolano su Instagram. The Cut li definisce “stalloni gay in esposizione permanente”, mentre il giornalista Khalid el Khatib scrive su Vice: “Con le loro centinaia di migliaia di follower, lo stile di vita lussuoso e gli infiniti selfie in palestra, gli instagay fanno invidia a tutti. Ma la loro ascesa segna un cambiamento nella cultura gay e fa sorgere parecchie domande su quale sia il vero effetto di quegli scatti apparentemente innocenti”.
Nel suo approfondito reportage El Khatib incontra un certo numero di queste
nuove star dei social, i cui follower arrivano anche a quota 500mila, e scopre
che dietro le foto posate e apparentemente tutte uguali si nascondono anche
storie drammatiche, che però i follower non vogliono sentire: quando qualcuno
di loro ha provato a raccontare la propria storia personale – per esempio la
difficoltà di crescere in una famiglia molto religiosa – i like al post sono
stati inferiori alla media, mentre continuano a premiare le foto in cui
appaiono seminudi e in luoghi patinati.
Per rendersi conto di quanto i muscoli siano importanti nell’approccio tra
uomini basta aprire una delle app per incontri per omosessuali come Grindr o
Scruff, dove almeno il 40 per cento degli utenti sceglie come foto profilo una
propria immagine a torso nudo. In un contesto sociale sessualizzato come quello
gay questo ha un’influenza potentissima.
“Agli albori della lotta per i
diritti gay”, scrive Zach Rawlings su Tonic, “le persone
della nostra comunità stringevano legami profondi attraverso l’attivismo. Dopo
esserci battuti contro l’oppressione, l’aids, l’ineguaglianza e l’odio, il
nostro senso di alleanza sembra aver perso colpi e lo spirito di collaborazione
ha lasciato il posto a quello della competizione”. Secondo Rawlings, che si
occupa di problemi mentali e disturbi alimentari, molti omosessuali hanno
cominciato a trattare il loro corpo come una moneta di scambio per ottenere
sesso: più sei palestrato e più rimorchi. E questo senso di competizione genera
una discriminazione verso chi non corrisponde al modello imperante. Come ha
imparato a sue spese Dipanar a bordo della crociera di Dream boat.
Insomma, siamo usciti allo scoperto per poi andarci a rinchiudere in
palestra. E l’effetto più preoccupante riguarda i giovani: oggi un ragazzino
che si scopre omosessuale comincia quasi automaticamente a vivere male il suo
aspetto fisico e a sentire il bisogno di cambiarlo.
“Abbiamo visto gli effetti devastanti che ha avuto sulle donne
l’imposizione di modelli estetici irraggiungibili”, scrive lo scrittore Zach Verwey sull’Huffington Post,
“ed è ora di ammettere che anche noi uomini gay siamo ostaggio dello stesso
meccanismo malsano. Anche noi possiamo cominciare ad approfondire la nostra
definizione di cos’è un corpo sano e anche noi possiamo cominciare a rifiutare
le immagini che ci spingono verso diete più ferree e pesi da palestra più
pesanti”. E il primo passo per riuscirci è cominciare a parlarne.
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