Si
chiama Termit Tin Toumma, si trova in Niger, in pieno deserto del
Sahara, è stata “creata” nel 2012 ed è considerata tra le più grandi, se
non la più grande riserva naturale terrestre in Africa.
Oggi il
Paese ha deciso di modificarne i confini per consentire lo sviluppo di un progetto
di sfruttamento petrolifero da parte della CNPC (China National
Petroleum Corporation), progetto che minaccia la biodiversità africana nel
suo complesso.
Con una
superficie di quasi 100.000 chilometri quadrati – tre volte
più grande del Belgio – l’area ha guadagnato il titolo di più grande riserva
naturale in Africa.
Tra i suoi
“abitanti” più di 130 specie di uccelli, dozzine di rettili e oltre quindici
specie di mammiferi tra cui l’Addax (Addax nasomaculatus),
un’antilope classificata dall’Unione Internazionale per conservazione della
natura (IUCN) come pericolosamente minacciata dal rischio di estinzione.
La ONG
responsabile della riserva (Noah) ha fatto sapere di avere più volte tentato di
dialogare con la China National Petroleum Corporation al fine
di discutere per misure ambientali per prevenire i danni che deriverebbero
dallo sfruttamento petrolifero nell’area. Ma l’azienda “non ha mai risposto
alle nostre sollecitazioni“, ha lamentato l’organizzazione.
Per tentare
di salvare la riserva è stata avviata una forte mobilitazione e una raccolta firme.
Il Governo
nigerino, sotto la pressione della Cina – si legge sul sito che raccoglie le
firme a difesa di Termit Tin Toumma – ha appena declassato questa riserva
naturale. Non possiamo permettere alla Cina di distruggere la biodiversità
africana con impunità.
Proprio
l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN), sotto la
presidenza cinese, organizzerà in Francia (a Marsiglia) nel giugno 2020 il
“Congresso mondiale per la natura”. La Cina – dal canto suo – ospiterà anche la
prossima COP15 della “Convenzione per la diversità biologica” (novembre 2020).
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