Ogni giorno di quest’estate torrida regala qualche perla della
folle e autolesionista cattiva gestione delle nostre spiagge.
Cafonaggine, piccoli e grandi scempi, ottuse prepotenze, rifiuto della
realtà e quant’altro superi l’immaginazione.
A Chia (Domus de Maria) si ritrovano incastrati fra
battigia marina e dune chioschi e servizi balneari, sulle tutelatissime dune
bivaccano indisturbati simpatici buontemponi, i paletti della
recinzione per la difesa delle dune, dove sono rimasti, vengono utilizzati per
ancorare alla sabbia gli ombrelloni.
A Punta Molentis (Villasimius) il mare si riprende il suo
spazio e, fra pontili abusivi e formicai di bagnanti fin
sulle tutelatissimedune, viene recintato da paletti di una
concessione demaniale.
A Tuerredda (Teulada) va in onda per tutte l’estate la solita
trita commedia della spiaggia senza nemmeno un centimetro
quadrato di sabbia libera da concessioni, ombrelloni, lettini,
bagnanti, suk di ambulanti, olezzo gastronomico,
automobili per la lucrosa felicità di pochi.
A Geremeas (Quartu S. Elena) picchetti e recinzioni
chiudono una parte di spiaggia per ignoti motivi.
A Punta Negra (Stintino) sentieri e accessi al mare vengono chiusi o resi difficoltosi.
A Costa Rey (Muravera) i rari accessi al mare fruibili da disabilivengono
chiusi irrimediabilmente.
A S. Margherita (Pula) lettini e ombrelloni delle
concessioni demaniali giungono serenamente alla
battigia.
Su internet prospera la vendita a vil prezzo di confezioni di
sabbia e conchiglie provenienti da tante, troppe spiagge sarde
I controlli, quando ci sono, sono palesemente insufficienti, gli
interventi, quando ci sono, spesso sono solo in esito a esposti, istanze, denunce.
E i turisti? Spesso rimangono sconcertati, a dir poco: “Sono stata una
settimana fa’ e le condizioni della spiaggia di dune di Campana mi hanno
lasciata a bocca aperta, non avevo mai visto così tanti stabilimenti!” (Giulia
Allasio)
E i sardi? Così Carlo Angius: “Questi scempi sono una
realtà sotto gli occhi di tutti. Il problema è cosa fare per tutelare questi
paradisi, visto che: sensibilità ambientale, intelligenza e lungimiranza, non
sono virtù di cui i nostri cari amministratori sono particolarmente dotati?”
Risponde Maria Giovanna Pani: “Purtroppo gli
amministratori esprimono gran parte dei sardi, ergo le virtù che lei cita sono
carenti, purtroppo troppo spesso, proprio tra chi pensa che per essere un vero
sardo basti parlare ‘in limba’, indossare il costume tradizionale per intonare
canti e esibirsi in ‘su ballu’, si dimentica che la parte essenziale della
nostra terra, della nostra cultura, e la culla di ogni nostra tradizione, è
l’ambiente unico di questa meravigliosa isola che è la Sardegna”.
Al di là di buon senso, norme, controlli, gambe su cui camminanonorme
e vigilanza, il vero problema, a monte, è il pesante inquinamento
mentale che alberga in troppi amministratori e funzionari pubblici,
imprenditori, semplici cittadini, locali e istranzos.
Un inquinamento mentale determinato da avidità,
opportunismo, lassismo, menefreghismo, piccoli vantaggi, disinteresse per il
futuro dei propri figli.
Fin quando non saranno fatti fuori l’ultimo riccio di
mare, l’ultima stella marina.
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