lunedì 12 agosto 2019

Paranoia fredda - Jacopo Fo



Non avere un sogno fa malissimo

C’è un esperimento che da tempo mi fa riflettere. Un esperimento malvagio, con strani risultati.
Hanno preso tre gruppi di topi. Il primo viene lasciato vivere in pace. Il secondo viene colpito in modo casuale da una serie di scariche elettriche. Il terzo gruppo subisce anch’esso scariche elettriche ma ha la possibilità di bloccare queste scosse tramite un pulsante. Quale gruppo di topi vive più a lungo? I topi che subiscono la scarica elettrica senza poter fare niente per evitarlo muoiono prima di quelli lasciati in pace nelle loro gabbiette. Lo stress uccide… Ma quelli che vivono di più sono i roditori che subiscono le scosse ma hanno modo di reagire.
A quanto pare la soddisfazione che si trae dall’affrontare con successo una difficoltà ha un potere vitalizzante tale da allungare la vita di un roditore che di certo ha un sistema psichico meno evoluto del nostro. È quindi ipotizzabile che l’effetto della soddisfazione sia per gli umani ancora più forte. Le conferme non mancano. Molte ricerche dimostrano che avere un sogno e darsi da fare per realizzarlo ha un effetto notevole sulla salute fisica e mentale.
Sarebbe importante diffondere questa informazione: troppe persone non si rendono conto che la causa prima del loro malessere è la mancanza di una sfida emozionante. Una sfida che per offrire il massimo del benessere deve essere ardua ma realizzabile. Infatti, vincere fa proprio bene. Ho letto che i vincitori dell’Oscar vivono mediamente 5 anni in più degli artisti che magari guadagnano moltissimo ma non godono per la pubblica approvazione.
E possiamo supporre che la mancanza di un obiettivo nella vita sia una delle principali ragioni di malessere. Trovo impressionante la quantità di persone che non hanno il piacere di focalizzare le proprie energie verso un risultato positivo.
Anche senza ricorrere alle prove scientifiche mi sembra banale osservare che queste persone hanno una qualità di vita inferiore e tendono a perdere energia. Credo che oggi, da noi, questa sindrome di assenza di senso sia una patologia particolarmente diffusa. E credo che andrebbero denunciati come untori psicologici quelli che si affannano a dire che i giovani italiani  sono una generazione senza speranze… Sono portatori sani di mal di testa, cistiti e gastriti.
Similmente pericolosi mi sembrano coloro che propongono grandi imprese che non hanno nessuna possibilità di avere successo. Avere un grande sogno che non porta da nessuna parte deprime il sistema immunitario. Per questo da tempo ho aderito alla filosofia dei piccoli passi. Trovo estremamente produttivo darsi obiettivi realizzabili in poco tempo. Questo a molti sembra vile ma l’atteggiamento spaccone provoca depressioni paranoiche.
Se i delusi, gli stanchi, i post apatici, i passivi, i vacui inseguitori di vittorie insignificanti, i tessitori di trame bacate si convincessero che corrono un rischio mortale, forse potrebbero risvegliarsi.
Ma forse c’è un altro argomento che potrebbe dare coraggio alle persone tiepide: se non passi all’azione rischi di cadere vittima della paranoia fredda, del terrore lento.
Infatti, chi si butta a realizzare i propri sogni invece di conservarli nei cassetti blindati della propria fantasia, chi accetta la sfida della realtà e si scontra con le dure asperità del mondo e qualche volta riesce anche a ottenere risultati, si allena, conosce le proprie potenzialità e fa crescere la fiducia, la speranza di poter affrontare i rovesci, semplicemente perché sa di essere capace di impegno, duttilità, determinazione. E sa che insistere paga.
E come si sente chi rinuncia? Non sperimenta la propria forza, non la coltiva, non la allena. E quindi si sente molto più debole e incapace, e teme enormemente di più di essere colpito dalla malasorte e di non essere in grado di reagire. È una forma di paura, di ansia che verticalizza lo stress, e debilita il corpo e la mente. Si tratta di uno stress di tipo stanco, di sottofondo, non esplosivo, un panico freddo appunto, apparentemente meno potente degli stress shoccanti ma forse più dannoso.
Inoltre, chi rinuncia a prendere il proprio posto nel mondo, a realizzare la propria leggenda personale, chi si sottrae, magari acquattandosi in un buchetto tranquillo, disperde una parte essenziale dell’energia dell’umanità.
Ogni essere è un’entità unica, l’unica a poter compiere quella certa azione in quel particolare modo. Possiamo immaginare che tutti i malanni del mondo siano frutto della rinuncia di un gran numero di persone.
Quando il peggio trionfa è perché troppi hanno rinunciato a produrre la loro parte di meglio. Questa abulia sociale è la forza di coloro che hanno come obiettivo la devastazione delle vite degli altri.
I guerrafondai, i razzisti, i grandi criminali non avrebbero compiuto le loro orribili imprese senza la passività di gran parte del popolo.
E se ancora questo discorso non bastasse aggiungo che se non ti butti nella vita riduci pesantemente la tua possibilità di incontrare persone interessanti il che è grave perché la vita è l’arte dell’incontro.
E siccome per realizzare qualunque impresa è fondamentale la capacità di conoscere persone di valore e cooperare, se non partecipi ai tuoi sogni rinunci al piacere della collaborazione, che è un bisogno fondamentale per le persone, un istinto primario come mangiare e dormire.
E questo comporta il più grave danno immaginabile alla tua ricchezza: perdi la possibilità di guadagnare un grande capitale umano!
Il capitale umano si calcola molto semplicemente: quante persone sono disposte ad alzarsi nel cuore della notte per venirti a soccorrere, gratis?
Fai due conti. Se ce ne sono meno di dieci stai vivendo la miseria più nera!
È il corrispettivo relazionale di vivere con meno di un dollaro al giorno. È uno stato esistenziale malinconico e doloroso.
Un altro sistema per calcolare il proprio capitale umano si ottiene contando con quante persone che non conoscevi hai avuto la possibilità di parlare per almeno mezz’ora nell’ultimo anno. Se sono meno di 30 ti consiglio seriamente di iscriverti a una scuola di Salsa e di organizzare una cena conviviale almeno una volta al mese.
Ah… Dimenticavo… Realizzare imprese appassionanti è veramente orgasmatico, godurioso ed esalta l’attività endocrina.
Inoltre scatena la libido. Sia la tua che quella delle persone che ti stanno intorno. Il desiderio si coltiva realizzando desideri ed è infettivo.

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