Sentiamo spesso gli onnivori, quelli che chiamiamo carnisti con un
neologismo, giustificarsi con un splendido terzetto di luoghi comuni. Il primo
e preferito da gli pseudo amanti dell'ambiente è: “Io mangio pochissima carne”. L'altro quello
prediletto dagli pseudo salutisti ed amanti degli animali è: “Io compro pochissima carne e solo biologica
e di provenienza contadina”. Le volte in cui ho sentito queste
due scuse sono innumerevoli, persino di più della terza, molto usata: “Io, purtroppo, devo mangiare carne per la
mia salute”. Alla prima affermazione è facilissimo rispondere,
lo dico spesso, scherzando, ma non troppo "Peccato che l'animale da cui è tratta la tua pochissima carne è,
pur sempre, moltissimo morto”. Alla seconda, che viene
spesso accampata insieme all'idea che possa esserci un allevamento e quindi una
macellazione “accettabile e
compatibile, quasi giusta” è, comunque, possibile rispondere in
modo esauriente: “Tutte le azioni
che abbiano come conclusione la morte sono altrettanto dolorose e spaventevoli
per chi muore”. Non è che che allora il fatto che al maiale, al
vitello, all'agnello o al pollo venga concesso di giocare con la palla prima di
venire ammazzato renda più giusta la sua morte e, soprattutto, non rende meno
terribile e atroce la sua esecuzione. Non esiste un modo gentile e simpatico di
uccidere, mettetevelo nella testa! Questa risulta una giustificazione sofistica
un po' come la scelta fra la ghigliottina e la mannaia o il pretendere che se
si ammazza qualcuno a tempo di musica questi sia meno morto che se lo si fa in
silenzio.
L'ultima poi è l'assoluto capolavoro della disinformazione è, ormai,
scientificamente comprovato che in nessun caso la carne sia indispensabile alla
sopravvivenza, nessuna malattia giustifica una dieta carnea.
D'altra parte il danno arrecato alla salute da salumi e carni rosse o
bianche che siano è assolutamente certo e verificato. Ora, io non ho alcuna
intenzione di portare avanti una crociata, so che ciascuno arriva alla
maturazione spirituale ed alla comprensione dell'unicità del “Principio
Naturale” con i propri tempi e nei propri modi... nel frattempo però,
per evitare la noia e fracassamenti di zebedei, per favore, evitiamo le arrampicate
sui vetri e l'uso di luoghi comuni.
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