Un tribunale di Los Angeles ha condannato la società Johnson & Johnson a pagare 966 milioni di dollari di risarcimento – pari a 831 milioni di euro – alla famiglia di una donna morta di cancro. La vittima aveva attribuito la malattia a un articolo contenente talco prodotto dalla multinazionale farmaceutica. La famiglia di Mae Moore, morta nel 2021 a 88 anni, sostiene che la donna avesse sviluppato un mesotelioma, una forma di cancro rara e aggressiva, dopo anni di utilizzo di un talco di Johnson & Johnson, contaminato dall’amianto.
Non è il primo caso in cui la società si trova coinvolta, sono migliaia
le cause legali intentate legate ad accuse simili. Nel 2023 Johnson
& Johnson aveva smesso di vendere prodotti a base di talco in tutto il
mondo, perchè potenzialmente contaminati dall’amianto. Il talco è un minerale
di silicato di magnesio, estratto da cave anche in Italia e adoperato sia in
campo industriale che cosmetico. La possibilità di contaminazione di fibre di
amianto nel prodotto finito era già emersa nel 1990 da studi sperimentali condotti dall’Istituto Ramazzini.
Nel 2018, Johnson & Johnson era stata condannata
a risarcire 22 donne che avevano sviluppato il cancro alle
ovaie con 4,7 miliardi di dollari. Nello stesso anno,
un’inchiesta di Reuters sosteneva che la multinazionale era
a conoscenza da decenni che il suo talco contenesse amianto,
rendendo alcuni suoi prodotti cancerogeni. La multinazionale, però, aveva
tenuto nascosto il fatto ai clienti e agli regolatori americani.
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