Per la prima volta
nella storia 410 ppm di anidride carbonica in atmosfera e per colpa nostra:
sono condizioni che il pianeta non ha mai sperimentato prima.
Ok, almeno fino a 800.000 anni fa. Ottocento mila. Perché è lì che possiamo
fermarci con le “predizioni a ritroso”. Ma che sia mai o che siano ottocento
mila non cambia niente.
Abbiamo concentrazioni di anidride carbonica a 410 ppm,
con tassi di aumento galoppanti. La stampa scritta ne ha parlato? Il telegiornale ne ha parlato? I
politici ne hanno parlato? Forse non ci si rende conto di cosa
questo significhi. Significa che la terra e le condizioni di vita così come le conosciamo, presto non ci
saranno più. Vita animale, vegetale e anche umana. Tutto
cambierà. Ci sarà più calore che resta intrappolato nella nostra atmosfera, più
squilibri, più eventi estremi, più disastri climatici, più terre che scompaiono,
più livelli oceanici fuori dalla norma.
La concentrazione di 410 ppm è stata misurata alle
Hawaii, presso l’ossservatorio
Mauna Loa dal
cosiddetto Keeling Curve, un programma gestito dallo Scripps Institution of Oceanography presso l’Università di
California a San Diego. Solo un anno fa eravamo arrivati a 400 ppm. Fino a pochi anni fa si parlava di contenere gli aumenti a 350 ppm.
E invece guarda.I cambiamenti continuano, e anzi, accelerano pure. Addirittura,
questo livello di 410 ppm è stato raggiunto prima ancora dell’estate, quando di
solito il valori sono più alti. Cioé, la quantità di anidride carbonica
aumenterà ancora nei mesi a venire.
Interessante che invece di correre ai ripari, non
facciamo niente.
Si, c’è un presidente statunitense negazionista che si è circondato di negazionisti e
che invece di pensare a come risolvere *il problema che definisce questa
generazione* e cioé i cambiamenti climatici, dice che occorre che l’uomo arrivi
su Marte, entro il suo secondo mandato. Ma noi altri? Dov’é
la pressione che mettiamo ai nostri politici? Dove é il nostro ardore? Dov’è
il nostro scandalo? La principale fonte di CO2 in atmosfera resta l’uso smisurato di
petrolio, gas e carbone. Dovremmo
parlare di no trivelle tutti i santi giorni, e non solo
perché l’Eni è corrotta o perché a Viggiano ci si ammala, ma perché con questa
folle corsa all’estrazione delle fonti fossili stiamo distruggendo l’unico
pianeta che abbiamo. E dunque, con ogni trivella in più, con ogni minuto che
restiamo nella fossil fuel economy, ci stiamo
avvelenando un pochino di più ogni giorno.
Come detto, mai prima d’ora, abbiamo avuto un’atmosfera
cosi ricca di carbone. Mai.
Una economia 100 per
cento rinnovabile è possibile. Tutti i giorni
raccontiamo qui storie virtuose di comunità solarizzate,
progressi nell’eolico, e del desiderio di cambiare lo status quo. Occorre volerlo di
più, occorre protestare, occorre non avere paura di svergognare Eni e compari,
occorre volere che le nostre città disinvestano dalle fossili, occorre
che il petrolio diventi un relitto del passato.
Ne abbiamo uno solo di pianeta. Occorre
fare sul serio.
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