"Il diritto alla salute è il diritto di vivere sani, non quello di curarsi"
Vincenzo Migaleddu
Vincenzo Migaleddu
Conoscevo Vincenzo dal tempo del liceo - lui al
classico, io all'istituto d'arte - e di certo non era uno che passava
inosservato: era acuto, intelligente, informatissimo. Con lui rischiavi sempre
che ne sapesse una più di te. Aveva una capacità di approfondimento che spesso
stupiva. Se una cosa gli interessava andava a fondo: segnava, sottolineava, era attento ai rimandi bibliografici. Personalmente, quando
poi sono partito a Bologna per l'università e lui invece è rimasto a Sassari a
medicina, pensavo sarebbe diventato un prof dell'università. Ma era ancora
giovane e non conoscevo i risvolti del termine "nepotismo", un male
non solo sardo, sia ben chiaro.
Però meglio così: le cattedre universitarie spesso rovinano le migliori intelligenze.
Sta di fatto che fu tra i primi in Sardegna a interessarsi del male oscuro dell'industrialismo selvaggio che già dagli anni sessanta stava pesantemente colpendo le nostre zone: quel petrolchimico che sembrava aver portato in Sardegna un benessere da società industriale era un bluff e Vincenzo non si vergognava a sottolinearlo. E Vincenzo, quando affermava qualcosa, aveva il dannato vizio di documentarsi fino a scoprire il codicillo più nascosto. Era fastidiosamente informato. Lui sapeva ed era cosciente del fatto che per vincere bisognava sapere una parola in più del suo avversario!
Un vero rompimento di scatole per molti di noi che imbevuti come eravamo di operaismo lo guardavano con sospetto. Lui diceva che quelle torri maledette che buttavano ceneri e rifiuti tossici in mare ci avrebbero fatto pentire di averle volute.
Ma la sinistra, in quegli anni, in quel periodo, guardava l'ecologismo, la difesa dell'ambiente e tutti gli argomenti che vi stavano intorno con sospetto e con un evidente fastidio.
Questo medico, che parlava del fatto che solo difendendo la terra che ci ospita come razza umana avremmo avuto un futuro, era veramente una spina nel fianco per molti verbosi politici di destra come di sinistra che sull'immagine dell'operaio e della supposta modernità di cui erano portatori, avevano creato la loro fortuna polica e il loro immeritato potere,
Questo medico secchione che tirava di Judo, parlava correntemente francese e inglese, suonava la chitarra, componeva canzoni in sardo e italiano, che di certo non gli mancavano le buone letture era un vero rompimento. Un fastidioso critico delle loro fesserie e tostu che balla. Le castagne le sapeva tirare senza alzare la voce ed erano castagne pesanti.
Beh, il discorso su Vincenzo sarebbe ora troppo lungo. Spero che un giorno lo si faccia.
Io so che oltre che un dolore personale, sono dispiaciuto perché una intelligenza come la sua è venuta a mancare.
Sembra retorico dirlo, ma la Sardegna di lui aveva ancora molto bisogno.
A menzus bidere Vincé.
Però meglio così: le cattedre universitarie spesso rovinano le migliori intelligenze.
Sta di fatto che fu tra i primi in Sardegna a interessarsi del male oscuro dell'industrialismo selvaggio che già dagli anni sessanta stava pesantemente colpendo le nostre zone: quel petrolchimico che sembrava aver portato in Sardegna un benessere da società industriale era un bluff e Vincenzo non si vergognava a sottolinearlo. E Vincenzo, quando affermava qualcosa, aveva il dannato vizio di documentarsi fino a scoprire il codicillo più nascosto. Era fastidiosamente informato. Lui sapeva ed era cosciente del fatto che per vincere bisognava sapere una parola in più del suo avversario!
Un vero rompimento di scatole per molti di noi che imbevuti come eravamo di operaismo lo guardavano con sospetto. Lui diceva che quelle torri maledette che buttavano ceneri e rifiuti tossici in mare ci avrebbero fatto pentire di averle volute.
Ma la sinistra, in quegli anni, in quel periodo, guardava l'ecologismo, la difesa dell'ambiente e tutti gli argomenti che vi stavano intorno con sospetto e con un evidente fastidio.
Questo medico, che parlava del fatto che solo difendendo la terra che ci ospita come razza umana avremmo avuto un futuro, era veramente una spina nel fianco per molti verbosi politici di destra come di sinistra che sull'immagine dell'operaio e della supposta modernità di cui erano portatori, avevano creato la loro fortuna polica e il loro immeritato potere,
Questo medico secchione che tirava di Judo, parlava correntemente francese e inglese, suonava la chitarra, componeva canzoni in sardo e italiano, che di certo non gli mancavano le buone letture era un vero rompimento. Un fastidioso critico delle loro fesserie e tostu che balla. Le castagne le sapeva tirare senza alzare la voce ed erano castagne pesanti.
Beh, il discorso su Vincenzo sarebbe ora troppo lungo. Spero che un giorno lo si faccia.
Io so che oltre che un dolore personale, sono dispiaciuto perché una intelligenza come la sua è venuta a mancare.
Sembra retorico dirlo, ma la Sardegna di lui aveva ancora molto bisogno.
A menzus bidere Vincé.
Nello Rubattu
Il sindaco e l'Amministrazione Comunale di
Bortigiadas ricordano con stima e riconoscenza la figura di persona e di uomo
di scienza del Dottor Vincenzo Migaleddu scomparso ieri.
Dal 2013 Vincenzo Migaleddu è sempre stato a fianco di questa amministrazione - in maniera gratuita e disinteressata - per comprendere i meccanismi tecnico-burocratici, i rischi per la salute umana, l'esproprio di competenze per le amministrazioni e le comunità locali su due progetti di trivellazione denominati "Sedini" e "Martis".
La Sardegna, con la sua morte, perde non solo un illustre uomo di scienza, ma soprattutto un militante pacifista della difesa dell'ambiente e della salute umana. Alla Sardegna mancheranno la sua umanità, la sua competenza e il suo coraggio.
La Sardegna oggi è più debole e più sola.
[Il sindaco - Emiliano Deiana]
Dal 2013 Vincenzo Migaleddu è sempre stato a fianco di questa amministrazione - in maniera gratuita e disinteressata - per comprendere i meccanismi tecnico-burocratici, i rischi per la salute umana, l'esproprio di competenze per le amministrazioni e le comunità locali su due progetti di trivellazione denominati "Sedini" e "Martis".
La Sardegna, con la sua morte, perde non solo un illustre uomo di scienza, ma soprattutto un militante pacifista della difesa dell'ambiente e della salute umana. Alla Sardegna mancheranno la sua umanità, la sua competenza e il suo coraggio.
La Sardegna oggi è più debole e più sola.
[Il sindaco - Emiliano Deiana]
Anche chi non l' ha conosciuto, deve sapere che
oggi ci ha lasciato un grande uomo, gentile di modi e grande di cuore, che si è
speso senza risparmiare la fatica per aprire gli occhi a tanti di noi, per
spiegarci gli effetti di questa terra malata, gli abusi che questa terra ha
subito, l' inquinamento grande che c'è. È stato lui l'artefice del mio
disincanto riguardo "l'isola incontaminata e felice" e gli saró per
sempre grata per avermi spiegato tante cose. Amava la Sardegna, più di tanti, Martis il suo paese che mi ha mostrato con orgoglio. I
comitati tutti sono in lutto, con una profonda tristezza consapevoli di aver
perso un grande punto di riferimento, una grande spalla, una persona franca,
una guida che sarà impossibile continuare ad avere.
Il cuore stretto stretto dalla tristezza infinita per te caro, carissimo Vincenzo Migaleddu. E le parole che trovo non sono abbastanza per descrivere questo immenso dispiacere.
Il cuore stretto stretto dalla tristezza infinita per te caro, carissimo Vincenzo Migaleddu. E le parole che trovo non sono abbastanza per descrivere questo immenso dispiacere.
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