La
fantasia – incredibile – permea anche gli animi di calcestruzzo degli abusi
edilizi. Non solo mattoni e volumetrie, ma pennellate di estro e
spregiudicatezza. Se a Crotone, in Calabria, per
realizzare finti agriturismi e veri complessi
turistico-immobiliari sul mare si stipulano compravendite di terreni con
persone già decedute, a Pula, in Sardegna, si
realizzano ville abusive dentro serre per ortaggi.
L’ennesima
operazione contro l’abusivismo edilizio in Sardegna è
stata portata a termine dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale che
ha provveduto – su disposizione della Procura della Repubblica presso
il Tribunale di Cagliari – al sequestro preventivo di otto
ville di circa 120 metri quadri di superficie ognuna realizzate
all’interno di serre agricole nella località costiera di Agumu,
in Comune di Pula (CA). Nessuna autorizzazione
paesaggistica, nessun permesso di costruire, totalmente abusive. Indagato
l’imprenditore Simone Palomba (50 anni, di Pula), che, disinvoltamente,
aveva già provveduto all’accatastamento in corso d’opera. La vicenda ha
conquistato la ribalta nazionale, ne ha parlato Il Corriere della Sera (“Sardegna, ville abusive vista mare nascoste sotto
serre agricole”, di Claudio Del Frate, 31 marzo 2017), ne
parlerà il 3 maggio 2017 “Avanti il prossimo” (ore 21.05) su TV2000,
con un servizio di Antonella Ferrara.
Ovviamente
al Comune di Pula, che pure aveva ricevuto i primi documenti per un
improbabile condono edilizio, nessuno aveva visto, nessuno sapeva nulla. E
pare che il sonno prosegua, visto che non si ha notizia delle
pur dovute ordinanze di sospensione dei lavori e di demolizione e ripristino
ambientale. Magari concentrati su come riempire di ombrellini colorati il cielo o su come
far divertire i bambini senza bastonare i criceti, il controllo del
territorio sembra passato proprio in secondo piano. Così, negli anni
scorsi, sempre sulla costa di Agumu, nessuno si era accorto del campeggio-villaggio abusivo “Golfo dei Fenici”,
oggetto di azioni legali del Gruppo d’Intervento
Giuridico onlus e degli Amici della Terra e poi posto
anch’esso sotto sequestro preventivo (2010). Agumu per
il Comune di Pula significa altro: occhi, anima e
cuore solo per il folle progetto di porto
turistico e insediamenti edilizi, a due passi
dall’area archeologica punico-romana di Nora,
posta in pericolo da simili progetti.
Ma
non si tratta certo di un caso isolato. Nessuna attenzione per la
vigilanza sul territorio, scarsa voglia di rompere le uova nel paniere all’imprenditoria
locale più o meno disinvolta, antipatia per la
legalità sono troppo spesso il filo conduttore delle politiche ambientali di tanti Comuni, in Sardegna e nel resto
d’Italia. Il quadro dell’abusivismo edilizio in Sardegna rivela,
infatti, un numero consistente di casi nelle aree di maggiore interesse
ambientale. Secondo i dati dell’Agenzia del Territorio (2012), al 31 dicembre
2011 le unità immobiliari abusive in Sardegna erano 46.877,
sesta regione in Italia per numero di casi (2.799) su 100.000 residenti (prima
la Calabria con 4.587).
Fra
gli anni ’80 e gli anni ’90 del secolo scorso sono state eseguite in sede
sostitutiva (su richiesta dei Comuni ai sensi della legge regionale n.
23/1985) oltre 1.100 ordinanze di demolizione relative ad abusi edilizi
non condonabili secondo quanto previsto dalle leggi nn. 47/1985, 724/1994
modificata con 662/1996, 326/2003 e successive modifiche ed integrazioni (cioè
realizzati in aree tutelate con vincolo di inedificabilità assoluto) da parte
del Servizio vigilanza in materia edilizia dell’Assessorato EE.LL.,
finanze, urbanistica della Regione autonoma della Sardegna. Sono stati,
quindi, demoliti circa mc. 300.000 di volumetrie abusive (in
gran parte fra il 1986 ed il 1987, con una breve ripresa fra il dicembre 1994
ed il gennaio 1995). Ogni anno vengono emesse dai Comuni sardi
almeno un migliaio di ordinanze di demolizione di abusi edilizi: quasi
nessuna viene eseguita dal trasgressore. Ma Comuni e,
in via sostitutiva, Regione non demoliscono nemmeno un
mattone abusivo da più di vent’anni. Senza vergogna.
In
questi anni è stata solo la Magistratura a provvedere alla
repressione dell’abusivismo edilizio in Sardegna. La competente Procura
della Repubblica, per legge, è infatti destinataria degli obblighi di
esecuzione degli ordini di demolizione e di ripristino
ambientale contenuti nelle sentenze penali passate in
giudicato per reati ambientali e urbanistici. Le Procure
della Repubblica di Cagliari, di Lanusei e di
Tempio Pausania, nel corso degli ultimi 15 anni, hanno portato a compimento interventi
di demolizione e ripristino ambientale in esecuzione di più di 250 sentenze
penali passate in giudicato. Ancora non si vuol capire che non
si fa turismo con la speculazione edilizia, soprattutto se abusiva. L’ambiente
e i beni culturali sono la nostra prima ricchezza, sarebbe ora di
riconoscerlo con fatti concreti.
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