mercoledì 17 maggio 2017

Henderson Island: il paradiso della plastica



Per gli scienziati marini che sono sbarcati sulle sue spiagge (fa parte dell'arcipelago Pitcairn dal 1902) è la peggiore dimostrazione di come il comportamento umano possa rovinare un delicato ecosistema. Su quell'isola ci sono infatti 18 tonnellate di plastica, una catastrofe prodotta "anno dopo anno" spiegano i ricercatori della University of Tasmania e Royal Society del Regno Unito che l'hanno visitata. Su quelle spiagge si contano 38 milioni di detriti lasciati dall'uomo: ogni metro quadrato di Henderson ha tra 20 e 670 pezzi di plastica sulla superficie e tra 50 e 4.500 pezzi sepolti poco sotto. La stima è che ogni giorno 3.750 componenti di nuovi rifiuti si accumulino sull'isola con un tasso 100mila volte maggiore rispetto a quello di altri luoghi del pianeta, anche per una questione di correnti.
Quasi trenta anni fa, nel 1988, Henderson - eden per uccelli e terra "pura" ricca di fosfato - fu inserita nella lista dei Patrimoni dell'umanità Unesco. Cinico destino, oggi l'uomo l'ha praticamente uccisa…
…"Sulle spiagge abbiamo trovato bottiglie dalla Germania, contenitori provenienti dal Canada o dalla Nuova Zelanda e tanto altro. Questo ci dice che abbiamo tutti una responsabilità per ciò che sta accadendo. Se in una delle isole più remote e considerate più incontaminate al mondo registriamo questi valori, significa che ormai tutti gli angoli del globo sono già influenzati". Ci sono le tracce di prodotti provenienti da almeno 24 paesi e da tutti e cinque i continenti.
Secondo gli scienziati dovrebbero essere proprio queste isole remote e lo studio dei loro animali a fare da sentinelle per la salute dell'ecosistema marino: "Filtrano l'oceano: se la più inquinata è una delle isole più lontane, questo ci dà l'idea della portata del problema". 
Uno scempio a cui i ricercatori chiedono di reagire immediatamente "Pulire non è più una opzione. L'immondizia totale di Henderson rappresenta solo 2 secondi della produzione totale di plastica del mondo (aumentata di 180 volte negli ultimi 60 anni, ndr). I governi di tutto il mondo devono intervenire con urgenza per ridurre la quantità di questo materiale. Non possiamo più aspettare solo la scienza e i dati, dobbiamo intervenire adesso o sarà troppo tardi".



Nessun commento:

Posta un commento