martedì 4 novembre 2025

Quanto sono estese le terre collettive in Italia? - GrIG

In tutta Italia sono presenti boschi, pascoli, terreni agricoli, zone umide, litorali di proprietà collettiva, sebbene spesso tuttora oggetto di mire speculative e utilizzi incongrui.

Ma qual’è la loro estensione?

Si stima che costituiscano il 7-10% del territorio nazionale italiano, ma non vi sono dati precisi conosciuti e consultabili.

Dai dati molto risalenti dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria emergeva che al 1947 erano stati oggetto di accertamento della presenza di diritti di uso civico 3.085.028 ettari (dei quali 2.596.236 gestiti dai relativi Comuni e 488.792 gestiti da Associazioni agrarie di varia denominazione), circa il 10% del territorio nazionale, mentre accertamenti successivi tuttora non completati fanno propendere per almeno altri due milioni di ettari di terre collettive.

Alcuni sono casi noti, come le Regole Ampezzane in Veneto, la Partecipanza del Bosco delle Sorti in Piemonte, altri lo sono diventati per esser stati recuperati da violente occupazioni illegittime, come il demanio civico di Troina in Sicilia, o per aver costituito oggetto di gravi fenomeni di turbamento della convivenza civile coma a Lula in Sardegna.

Recentemente, dopo decenni di colpevole trascuratezza, in diversi zone del territorio nazionale c’è stata una positiva inversione di tendenza, grazie a una maggiore attenzione dovuta a vari fattori, non ultime diverse azioni legali portate avanti nel corso degli anni.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), dalla sua fondazione nel 1992 impegnata per la difesa delle terre collettive, ha, quindi, inviato (4 novembre 2025) una specifica istanza di accesso civico e di informazioni ambientali a tutte le Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano per avere i rispettivi dati delle estensioni dei demani civici, dei provvedimenti di recupero ai demani civici dei terreni illegittimamente occupati e degli eventuali trasferimenti di diritti di uso civico effettuati.

I domini collettivi, i terreni a uso civico e i demani civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.legge n. 168/2017regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.) costituiscono un patrimonio di grandissimo rilievo per le Collettività locali, sia sotto il profilo economico-sociale che per gli aspetti di salvaguardia ambientale, valore riconosciuto sistematicamente in sede giurisprudenziale.

I diritti di uso civico sono inalienabili, indivisibili, inusucapibili e imprescrittibili (artt. 3, comma 3°, della legge n. 168/2017 e 2, 9, 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.). I domini collettivi sono tutelati ex lege con il vincolo paesaggistico (art. 142, comma 1°, lettera h, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).  Ogni atto di disposizione che comporti ablazione o che comunque incida su diritti di uso civico può essere adottato dalla pubblica amministrazione competente soltanto a particolari condizioni, previa autorizzazione regionale e verso corrispettivo di un indennizzo da corrispondere alla collettività titolare del diritto medesimo e destinato a opere permanenti di interesse pubblico generale (artt. 12 della legge n. 1766/1927 e s.m.i.).

I cittadini appartenenti alle collettività locali sono gli unici titolari dei diritti di uso civico nei rispettivi demani civici (artt. 2, commi 3° e 4°, e 3, commi 1° e 2°, della legge n. 168/2017 e s.m.i.).  Inoltre, il regime giuridico dei demani civici prevede la “perpetua destinazione agro-silvo-pastorale” (art. 3, comma 3°, della legge n. 168/2017), nonché “l’utilizzazione del demanio civico … in conformità alla sua destinazione e secondo le regole d’uso stabilite dal dominio collettivo” (art. 3, comma 5°, della legge n. 168/2017).

Quindi, i beni in proprietà collettiva sono soggetti per legge a vincolo di destinazione e a vincolo ambientale: non possono essere oggetto di una concessione amministrativa che ne importi la trasformazione.

Un grande patrimonio ambientale collettivo che dobbiamo conservare e custodire per le generazioni future.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

da qui

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