…La lettiera scomparsa e il suolo bruciato dal sole
Nella zona
di Su caraviu, l’impatto dei tagli, anche solo dal punto
di vista paesaggistico, è evidente: all’orizzonte una distesa di lecceta
intonsa, in basso l’area ceduata e spoglia. “Come si può notare, con il taglio
a raso il suolo è rimasto scoperto, senza la protezione della fitta vegetazione
formata dalla lecceta”, dice Francesco Aru, in rappresentanza del
team che sta costantemente monitorando l’area per l’aggiornamento del Piano di
gestione del Monte Linas – Marganai. Del gruppo di professionisti fanno parte
anche il padre della geopedologia in Sardegna, Angelo Aru e il
geologo Daniele Tomasi. “Il terreno viene bruscamente esposto
ai raggi solari e durante il giorno si raggiungono alte temperature che possono
superare anche i 70 gradi centigradi. L’humus di colorazione scura, viene immediatamente
bruciato dalla forte radiazione solare e infatti possiamo notare che nel
suolo è completamente assente la lettiera humica. Questo non accade
nelle aree non tagliate – dice Aru – perché la fitta copertura delle chiome
degli alberi, compenetrate tra loro, impedisce l’ingresso dei raggi solari,
mantenendo l’ambiente più fresco e limitando i fenomeni di evaporazione
dell’acqua”….
…La ricrescita del bosco pari a zero. In tre anni
“Quando il taglio a raso viene effettuati su suoli altamente
sensibili all’erosione e con elevate pendenze, come a Su caraviu, si hanno conseguenze devastanti”, dice senza mezzi termini
Francesco Aru. “C’è la totale scomparsa delle lettiere organiche e
sul nudo suolo minerale, si vedono chiaramente i segni delle profonde ferite
causate dell’erosione idrica, mentre tutto attorno affiorano pietre e roccia”.
Queste considerazioni sono state ribadite anche nel Piano di gestione dell’area
SiC Monte Linas – Marganai, firmato proprio dal team composto da Angelo Aru, Francesco Aru e Daniele Tomasi. Per tutta risposta, i tre
professionisti sono stati fortemente criticati dal sindaco di Domusnovas Angelo Deidda – che
è arrivato a chiederne la cacciata – ma anche dai vertici
dell’Ente foreste. Eppure questi ultimi sapevano benissimo che il problema era
(ed è) reale: erano stati informati dai professionisti ingaggiati proprio da
viale Merello. Che, oltretutto, avevano segnalato che a Su caraviu la ricrescita era pari a zero. E infatti, “le ceppaie
di leccio risultano in parte morenti, con i ricacci completamente brucati ed
oppressi dall’intenso pascolo dei cervi – conferma Aru -. Resiste solo il
corbezzolo: è troppo amaro e i cervi non apprezzano”…
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