Beva succo di ananas, la risonanza verrà
meglio - Serena Zoli
La notizia che si impieghi succo di ananas come
liquido di contrasto per la risonanza
magnetica ha stupito tutti. Qualcuno ha anche capito che venga iniettato in
vena. No, va semplicemente bevuto come sostituto, molto piacevole, di un
“beverone” poco gustoso, e ha un’applicazione precisa e limitata: va impiegato
soltanto in caso di una colangiografia in risonanza magnetica. Ossia: un esame radiologico delle vie biliari. La notizia
arriva dal policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna e per chiarirne i
contorni e la precisa applicazione parliamo con la responsabile dell’unità
operativa di radiologia, Rita Golfieri. Che premette subito: «Per quelli del
settore non è una novità, si fa in tanti altri centri. Un primo studio pilota
uscì nel 2004, noi siamo partiti dopo uno studio multicentrico brasiliano, del
2011. E, in effetti, funziona». Ma in che senso?
MEGLIO VISIBILE IL
COLEDOCO - Di solito per avere
un’istantanea più dettagliata delle vie biliari si usa il Lumirem, composto di ferro, metile e propile paraidrossibenzoato
di sodio, non proprio gradevole da ingerire. «Il liquido di contrasto si usa
per opacizzare le vie biliari che confluiscono nel duodeno. Così divengono
visibili tramite la risonanza», spiega Golfieri. «Ma accade che il succo
gastroduodenale possa oscurare il coledoco, che rappresenta il tratto finale
delle vie biliari che sbocca nel duodeno. Ora si è constatato che il succo di
ananas abbatte il segnale del succo gastroduodenale e rende dunque visibile
anche questa parte. Ma tanti altri succhi di frutta sono stati provati, diversi
funzionano». Ma perché utilizzare i succhi, e a chi è venuta in mente questa
idea? «Contengono il manganese, che è un “paramagnetico” che meglio evidenzia i tessuti. A
partire sono stati i chimici. Qui in Italia, per esempio, molti usano il succo di mirtillo,
che è anche migliore». Esiste anche un vantaggio economico, legato all’utilizzo
di questi mezzi di contrasto “alternativi”. Il settore amministrativo del
Sant’Orsola ha fatto i conti di spesa: «Siamo passati da 14mila euro a 380
euro», dichiara Marco Storchi, responsabile dei servizi di supporto alla
persona.
PER QUALI MALATI? - Nelle ricerche sul tema vengono passati in rassegna vari
succhi di frutta. A chi la palma delmigliore?
«Quello che rende più trasparenti le immagini è il mirtillo nero misto a mela», risponde Rita Golfieri. Poi c’è il mirtillo nero da
solo, seguito dal succo di mora e da quello di
ananas. È in uso nelle radiologie anche il succo di arancia, che però cancella meno il segnale del succo
gastroduodenale». Infine, quali malati possono godere di questa gradevole
innovazione? «Chi ha calcoli alla colecisti, soffre di colangiti, chi è
stato operato alle vie biliari e chi ha subito un trapianto di fegato. In un anno noi facciamo 400-500 risonanze magnetiche col
succo di ananas».
PRECISAZIONI
Il succo di ananas ottimo liquido di contrasto nelle radiografie, ma le case
farmaceutiche tacciono
Un articolo che ci
è stato segnalato del blog Il sapere è potere (in parte
parafrasato dall’articolo del sito Ecoseven, con un titolo più innocuo e non complottista) fa sapere che il
succo d’ananas concentrato si sia rivelato un ottimo sostituto dei liquidi di
contrasto tradizionali, tra cui il farmaco Lumirem, contenenti Iodio e Bario. A
fare la scoperta sarebbe stata la struttura ospedaliera Policlinico
Sant’Orsola di Bologna (realmente esistente). Oppure “ri-scoperta”? A quanto
sembra ha davvero delle proprietà analoghe (se non omologhe) ad un normale Mezzo Di Contrasto (che chiameremo
nell’articolo “m.d.c.”), ma è bene precisare le sue limitazioni.
Ananas
come m.d.c.: manganese e limiti di validità
Benché l’articolo sia stato pubblicato il 4 Novembre 2015,
già nel 2014 si iniziò a parlare di questa alternativa più economica con questo
articolo del Corriere della Sera del 25 Settembre
2014. E non sarebbe nemmeno una cosa del tutto nuova nel campo della
radiologia: nel mese di Dicembre del 2004, su PubMed venne
riportato uno studio nella quale si fa riferimento alle proprietà del
succo d’ananas come m.d.c. e nel Novembre 2007, riportato sempre su PubMed, viene sottolineato quale elemento
avrebbe le stesse proprietà, ovvero il Manganese (simbolo chimico: Mn).
Questo elemento è utile al nostro organismo per la sintesi di alcuni enzimi
importanti, come la Superossido dismutasi, ed è contenuto in
molti alimenti di origine vegetale ed anche animale, ma ovviamente in diverse
concentrazioni. Il succo d’ananas ne avrebbe una discreta quantità, ma anche
qua le concentrazioni variano da marca a marca e, come suggerisce l’ultima
ricerca riportata da PubMed, è conveniente scegliere accuratamente quale marca
contiene di più.
Può dunque essere
considerato il sostituto definitivo ai farmaci attualmente in uso per tutte le
radiografie? Assolutamente no.
Come sottolineano le ricerche su PubMed e lo
stesso Corriere della Sera, il succo d’ananas sarebbe indicato per la risonanza magnetica colangiopancreatografica,
poiché è in grado di evidenziale bene il Coledoco (il
dotto biliare) come gli altri farmaci. Ma non per questo è dunque in grado di
sostituire tutta una pletora di farmaci destinati alle radiografie: difatti, in
alcune tipologie di analisi, come la TAC, l’m.d.c. viene iniettato per via
endovenosa e nessun medico con raziocinio e che rispetti il Giuramento di
Ippocrate si sognerebbe mai di iniettare del succo d’ananas tal
quale direttamente nelle vene, poiché tale soluzione (il succo)
arrecherebbe danni fisiologici per scompenso osmotico dovuto all’alta
concentrazione di soluti che esso contiene. Così come, per chi deve essere sottoposto a TAC, non può
ricorrere al succo d’ananas ingerito, poiché, come vedremo in seguito, i vari
m.d.c. sono studiati specificatamente per diverse situazioni in base anche alle
loro proprietà chimiche, oltre che a quelle fisiche (paramagnetiche).
Bario, iodio, manganese e diagnostica
tramite immagini
L’articolo fa riferimento al Lumirem, farmaco usato per questo tipo di
risonanza magnetica, viene, forse involontariamente, associato al Bario e allo
Iodio, anch’essi usati come m.d.c. (assieme ad altri elementi come vedremo).
Tuttavia, il Lumirem non ha come principio attivo questi due, ma piuttosto
il Ferumoxsil, avente come elemento paramagnetico il Ferro. Più
precisamente, è costituito da sospensioni di cristalli di un suo ossido.
Tuttavia, esistono altri farmaci indicati per questo genere di risonanze che
vedono invece la presenza di un altro elemento, il Gadolinio, chelato (o complessato) assieme
ad altri composti che ne impediscono
l’effetto tossico. Il Manganese veniva una volta impiegato nel farmaco Teslascan, ma oggi quel farmaco non è più
in commercio (venne ritirato dagli Stati Uniti nel 2003 e dall’Europa nel
2012). Inoltre è da sottolineare come Bario e Iodio non vengano usati tal
quali, ma legati a composti atti ad adempiere il loro dovere: il Bario viene
introdotto come solfato di Bario, di natura liposolubile, che lo rende
pressoché innocuo, sebbene esistano in ogni caso delle controindicazioni; lo
Iodio, invece, viene legato in composti che possono essere liposolubili o
solubili in acqua (dipende dall’uso che se ne deve fare).
Infine, è da sottolineare come ci si sta confondendo tra le
diverse tecniche di diagnostica per mezzo di immagine: Il
sapere è potere (ed altri siti) hanno confuso la Radiografia con la Risonanza Magnetica. Difatti, Bario e Iodio
vengono usati solo in Radiografia e nella Tomografia Computerizzata che fanno
uso dei Raggi X che vengono assorbiti dai due elementi citati, mentre
Gadolinio, Ferro e Manganese vengono usati nella Risonanza Magnetica poiché,
come suggerisce il nome, vengono impiegati campi magnetici statici e non
radiazioni ionizzanti. In genere starei qua a spiegare più che volentieri i
principi fisici alla base delle due analisi, ma occorrerebbero diverse pagine per
la corretta “infarinatura”, perciò sorvoleremo. Ciò che occorre sapere è che i
vari m.d.c. hanno diverse proprietà per le diverse regioni di interesse e anche
diversi meccanismi di ingresso necessari (ma esistono anche casi in cui non
occorre, come nella Radiografia diretta) e il Manganese nel succo d’ananas si è
dimostrato come valida (ed economica) alternativa ai farmaci convenzionali per
la risonanza magnetica colangiopancreatografica,
ma non per altre analisi. Ulteriore conferma arriverebbe dal dr. Alessandro Aiello che sul sito Medicitalia risponde ad una domanda
simile a quella che ci è stata posta a noi asserendo che esistono evidenze
sperimentali che depongono a favore del suo utilizzo, ma che rimane comunque
limitato a questo tipo di analisi.
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