Come già
segnalato alcuni giorni fa su Comune-info (leggi Se i risparmiatori acquistano un’azienda bio), a Scansano
(cinquemila abitanti, provincia di Grosseto), da un paio di anni c’è un’azienda
agricola di sessanta ettari (frutta, verdura, olio e miele) con sei lavoratori e più di ottanta
proprietari. Si tratta di uno dei progetti Gat,
Gruppo acquisto terreni, un nuovo modello di gestione economica che prevede l’acquisto
condiviso di una tenuta agricola da parte di piccoli imprenditori. Una risposta
alla «finanza casinò» ma anche uno strumento efficace che sta aiutando i
piccoli proprietari agricoli a resistere alla crisi.
Al Gat di Scansano
è dedicato uno degli approfondimenti di Terranave, radiotrasmissione curata da
Marzia Coronati di Amisnet (ospiti della puntata: Emanuele Carissimi del
Gat Scansano, Rosanna Montecchi e Gianluca Marocci di Progetto Gat e Paolo
Ermani di Paea).
Tra le motivazioni che
hanno spinto i soci a fare questa scelta, oltre alla possibilità di guadagno,
vi è sicuramente la volontà di fare qualcosa di utile per l’ambiente e la
salute. L’agricoltura che si fa nei Gat infatti è
rigorosamente biologica. Oggi in Italia esistono due Gat già costituiti, uno a
Quistello, vicino Mantova, e l’altro a Scansano, ci sono poi diversi progetti
in fieri (a Ferrara, nel mantovano, in Toscana).
La forma societaria
individuata dai promotori del Gat per queste aziende è quella della Srl
agricola, che permette di godere di alcuni vantaggi fiscali per l’acquisto del
terreno. Le società sono divise in cento quote e ogni investitore ne può
acquistare un massimo di quattro. Un investimento che prevede la partecipazione
fisica degli investitori stessi, che possono verificare personalmente
l’andamento dei lavori dell’impresa in cui hanno investito. Ma il
Gat è anche una soluzione per agricoltori in difficoltà, che potranno
attraverso questo modello risollevare le sorti della propria azienda.
Scrive Andrea Baranes,
economista, presidente della Fondazione culturale di Banca etica e
collaboratore di Comune-info, in «Finanza per indignati»: «Comprendere i
meccanismi della finanza e della speculazione e delle cause della crisi è un primo
passo per il cambiamento, quello successivo è iniziare dal basso a modificare
radicalmente i nostri consumi ed il nostro stile di vita, anche riguardo al
risparmio e alla finanza».
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