Supponiamo di vivere in una bella comunità
in aperta campagna. Supponiamo poi di essere tutti vegetariani convinti e di
non mangiare carne oltre che per ragioni di salute anche e soprattutto per
motivi etici. Adesso supponiamo che, essendo vegetariani, consumiamo uova e
latte. Per le uova siamo indipendenti con le nostre galline che ci danno quelle
che ci possono dare come e quando vogliono loro, razzolando libere intorno alla
casa. Perché mai ci sogneremmo di comprarne sapendo delle violenze cui sono
sottoposti gli animali in gabbia.
Per il latte, però, siamo ancora costretti
ad acquistarlo. I bambini ne hanno bisogno, anche noi ne consumiamo e quindi
decidiamo, perché no, di acquistare una mucca. Già ci prefiguriamo la nostra
bellissima mucca che bruca felice nel campo davanti casa dove corrono e giocano
i nostri figli. Ogni mattino, poi, avremo del buon latte fresco appena munto e
saremo tutti contenti. Inoltre, ci sganceremo da quell'orrendo sistema che
segrega gli animali in allevamenti lager, che li sfrutta, li maltratta, li usa
e poi li uccide senza neppure il minimo rispetto che si dovrebbe a un essere
vivente e senziente. Esattamente come noi.
Già, perché noi sappiamo che il latte ce
lo danno le mucche ma moltissimi ignorano in che modo. Nel nostro caso,
tuttavia, avendo scelto ponderatamente la cosa, non sarà così. Così
acquisteremo la nostra mucca che inizierà fin da subito a darci del latte. La
tratteremo bene e con i migliori riguardi perché noi amiamo gli animali e ci fa
orrore chi li maltratta. Ci accorgeremo, un giorno, però, che il latte è
finito. Già, perché come tutti i mammiferi, la mucca, esattamente come noi,
produce latte se ha appena avuto un piccolo da nutrire.
Allora penseremo: be', bisognerà farla
ingravidare. Niente di male, anzi. Vorrà dire che avremo due mucche che ci
daranno del buon latte e che noi tratteremo col massimo riguardo. Inoltre, ben
inteso, ci accontenteremo di meno latte perché una parte dovrà andare al
vitellino. Aspetteremo il tempo necessario e festeggeremo quando nascerà.
Il giorno della nascita, dopo la grande
gioia dell'evento, ci accorgeremo, però, che il nostro vitellino è maschio. A
quel punto saremo di fronte al primo problema e al primo contatto con la
realtà: il vitellino ha bisogno del suo latte e noi non ne avremo abbastanza
per noi. Inoltre quando il piccolo sarà grande diventerà un toro. Non solo non
darà latte, ma dove lo metteremo, che cosa ne faremo?
Siccome amiamo molto gli animali
decideremo di tenerlo, accettiamo di rinunciare al latte per il nostro
vitellino e ci rassegniamo all'idea di sistemare un toro in casa nostra. Ma,
appena possibile, faremo ingravidare di nuovo la nostra mucca.
Non avevamo previsto, però, che la nostra
mucca potrebbe insistere per qualche tempo a partorire dei maschi e ci
ritroveremmo, oltre che senza latte, col nostro giardino possibilmente con tre
o quattro tori a pascolare prima di avere il piacere di veder nascere una
femmina. Il punto è che il nostro campo non è abbastanza grande per una mandria
e che comunque avevamo comprato una mucca per avere del latte e di fatto non ne
abbiamo.
Cosa ci resterebbe da fare? Prendere i
nostri vitellini, uno dopo l'altro, strapparli alla madre che li ha partoriti,
portarli al macello e goderci finalmente il nostro buon latte. Perché noi siamo
vegetariani.
Questo è, per chi non lo sapesse,
esattamente quello che succede nella grande industria della produzione del
latte. Fin da piccoli sappiamo che la mucca lo produce e tutto sembra
suggerirci, dalle favole alla pubblicità, che sia anche molto felice di farlo.
Anzi, sentiamo dire da qualcuno che se ne intende che la mucca soffre e piange
quando non viene munta. Quasi gli esseri umani avessero deciso di fare un vero
e proprio favore alle mucche che altrimenti, se non ci fosse l'uomo, non
saprebbero come liberarsi di tutto quell'ingombrante e fastidioso latte.
Nella realtà, invece, fuori dalla
pubblicità, dalla tv, dalle favole e dalla nostra indifferenza, le cose non
vanno esattamente così: le mucche vengono continuamente ingravidate in modo da
partorire per produrre latte da dare non ai loro cuccioli, ma a noi in quantità
industriali. E i piccoli? Ai piccoli ne viene data solo una parte, non
direttamente, per il resto vengono nutriti artificialmente, allontanati dalla
madre e lasciati senza il calore di cui ogni mammifero ha bisogno, maltrattati
e spaventati a chiedersi per la loro breve vita dove sia la loro mamma. Infine,
mandati al macello. Oppure, se femmine, avranno la sorte che hanno avuto le
loro mamme.
Possiamo decidere che il latte ci piace e
non intendiamo privarcene. Possiamo pensare anche che sia giusto così e che
abbiamo il diritto di fare tutto questo. Ma che si sappia la verità. Che si
conoscano i fatti e che si accetti, allora, che farne uso non è meno innocente
che mangiare carne e che, anzi, è direttamente legato alla sua produzione. Che
si accetti che il latte è un vero e proprio furto perpetrato nell'ignoranza o
nell'indifferenza a mamme cui viene sottratto il proprio piccolo con violenza a
poche ore dal parto, obbligate a vivere la loro vita in ambienti artificiali
come stalle con pavimenti duri e luci innaturali, dove si ammalano e a cui
vengono rifilati medicinali e antibiotici. Si sappia che le mucche, costrette a
produrre enormi quantità di latte, perché siano maggiormente produttive
vengono nutrite con mangimi proteici, vengono “aiutate” con farmaci e
integratori i quali, naturalmente, passano a noi.
Tutto questo è davvero spiacevole ma,
d'altra parte, come faremmo noi umani a vivere senza quella indispensabile
fonte di calcio? Si sa che il latte ne è ricco e non possiamo farne a meno.
Questo, però, sembra essere un vero e proprio mito. Il calcio è contenuto in
molti altri alimenti, dalle crucifere ai legumi a tutte le verdure a foglia
verde scuro, all'amaranto. Senza contare che proprio nei paesi più ricchi e
maggiori consumatori di latte e latticini si registrano malattie come l'osteoporosi
che ci vengono fatte curare (in un circolo vizioso) aumentando la dose di latte
e derivati perché ricchi di calcio. E' opinione comune che il calcio contenuto
nel latte prevenga il problema delle ossa fragili, soprattutto nei bambini.
Sembra, però, che mantenere le ossa forti dipenda non tanto
dall'aumentata assunzione di calcio quanto dal prevenirne la perdita. La
perdita di calcio è un processo naturale e quello che si perde, deve essere
poi reintegrato con nuovo calcio preso dal cibo o dalle ossa. Sembra che
responsabile nella perdita di calcio sia l'alimentazione eccessivamente
proteica. E Le diete ricche di carne e latte superano normalmente di molto i
livelli di proteine necessari. Questo comporta una perdita che, per essere
compensata, viene prelevata dal nostro organismo dalle fonti disponibili e cioè
le ossa.
Latte e latticini sono, inoltre, alimenti
ricchi di grasso. Anche quelli “leggeri” il cui contenuto di grasso è stato
rimosso, non risolvono il problema dal punto di vista degli effetti sulla
salute pubblica. I grassi rimossi vengono comunque utilizzati per altri
prodotti confezionati come dolci e gelati annullando, essendo rimessi in
circolazione, l'effetto positivo sulla salute generale della gente.
Qual è la verità quindi? Le mucche vivono
in condizioni disumane e innaturali, con livelli altissimi di stress, paura e
dolore dovuti ai maltrattamenti, allo stato di prigionia e alla mancanza di una
vita secondo natura per produrre qualcosa che non aiuta affatto le nostre ossa
come crediamo ma che sembra essere, al contrario, dannoso.
Questo è il vero, assurdo, paradossale
prezzo del latte.
Se proprio non potete farne a meno,
accertatevi che il latte che acquistate sia di produzione biologica
certificata. O provate, se non ad eliminarlo, almeno a ridurne il consumo.
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