Persone, sedute in strada, per un’azione di disobbedienza civile nonviolenta per dire la verità sull’emergenza climatica, rivolgendosi in particolare ai rappresentanti dei governi dei paesi del G7.
“Alle 8:30 mi sono seduto sotto le due torri di Bologna per concretizzare
le mie paure riguardo al mio futuro. Spero che queste paure abbiano fatto
emergere le paure di chi passava di lì e mi ha guardato. Mi sono alzato alle 12
(principalmente per il mal di schiena), anche se sarei voluto rimanere lì tutto
il giorno. Sono passate di lì mamme con figli e donne incinte, nonni e nonne
con nipoti, ragazzi, studenti e lavoratori. Tutte queste persone perderanno la
loro casa, potenzialmente i loro cari, potrebbero vivere siccità o carestie o
addirittura guerre per colpa della crisi climatica ed ecologica. Come me, altri
giovani della mia generazione hanno deciso di non avere figli (propri o
adottati) perché abbiamo ereditato un pianeta moribondo che non ha un futuro.
Voi di cosa avete paura? Riflettete su ciò che vi terrorizza.”
Queste le parole di Angelo, 20 anni, attivista di Extinction Rebellion (XR)
che il 10 Giugno ha deciso di sedersi solo, in silenzio, ribellandosi con il
proprio corpo e con cartelli che esprimono il terrore che prova a causa della
gravità della crisi ecologica e climatica.
Angelo non è l’unico. Il 12 giugno, venti di ribell* hanno portato per
strada le proprie paure con la stessa azione di disobbedienza civile
nonviolenta chiamata Rebellion of One (RO1) a Torino, Firenze, Padova, Vicenza,
Trieste, Trento.
Si tratta di un’azione coordinata a livello internazionale, per dire basta
all’immobilismo dei governi rispetto al collasso climatico ed ecologico e
l’incombente sesta estinzione di massa. Dal 1° Giugno, infatti, si sono
susseguite azioni di Extinction Rebellion in tutto il mondo, come in Belgio,
Repubblica Ceca, Polonia, Francia, Olanda, Irlanda, Germania, Regno Unito,
Repubblica Democratica del Congo e tanti altri paesi, che sono culminate al
vertice del G7 in Cornovaglia il 13 Giugno.
La “Ribellione del G7” è una protesta per denunciare il fatto che questi
paesi, responsabili storicamente delle maggiori emissioni e danni agli
ecosistemi, sono ben lontani dal raggiungere anche solo gli obiettivi che si
erano dati negli Accordi di Parigi, mentre altri popoli ne stanno già pagando
il caro prezzo. I governi devono agire ora per affrontare l’emergenza climatica
ed ecologica.
In generale, le reazioni di passanti, cittadini e cittadine sono state di
supporto, empatia, ammirazione. Qualcun* ha espresso disaccordo, anche
osservando il disturbo che l’azione creava, nei casi in cui l’azione è stata
svolta in incontri trafficati o strade frequentate, ma, come recitava il
cartello di Delfina a Torino: “Il disagio che sto creando è niente rispetto
al disagio che vivremo per la crisi climatica ed ecologica”.
Non sempre le reazioni sono state positive, e spesso è stato intimato a* ribelli
di spostarsi: per esempio, a Firenze, le Forze dell’Ordine hanno spostato di
peso un attivista, il quale non ha opposto alcuna resistenza, e lo stesso a
Bologna, dove è stata anche sporta denuncia a suo carico.
Oltre ai rischi penali, c’è anche un costo monetario nell’esprimere le
proprie paure per il futuro: solo a Torino, alle persone che si sono sedute
mostrando i propri cartelli sono state rilasciate multe per un totale di 6000€,
e a breve partirà una raccolta fondi online per supportare chi si mette in
gioco per il bene di tutti e tutte.
Elisa, che si è seduta per strada a Trieste, parla con una lettera a tutt*
noi: “Sono sicura che anche tu senti il mio terrore. Forse cerchi di non
pensarci ed eviti notizie che riguardano il cambiamento climatico, ti distrai e
non parli volentieri dell’argomento, ma è lì. Ti prego cerca di non soffocarlo.
Quel terrore è saggio, è una guida, è l’istinto di autoconservazione della
specie umana che grida per farsi sentire, è l’evoluzione che vuole continuare
ad evolversi. E’ la nostra unica salvezza.
Io sono qui seduta nel mio terrore perché alla fine accettarlo, farlo entrare, accoglierlo nella propria vita è meno estenuante che lottare per tenerlo fuori.
Se ti va, se ti senti pront*, se oggi è il tuo momento unisciti a me come
desideri, che sia diventando un* attivista, o dedicando un pensiero al collasso
ecologico prima di andare a dormire”.
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