martedì 22 giugno 2021

I disobbedienti climatici - Extinction Rebellion Italia

 

Persone, sedute in strada, per un’azione di disobbedienza civile nonviolenta per dire la verità sull’emergenza climatica, rivolgendosi in particolare ai rappresentanti dei governi dei paesi del G7.

“Alle 8:30 mi sono seduto sotto le due torri di Bologna per concretizzare le mie paure riguardo al mio futuro. Spero che queste paure abbiano fatto emergere le paure di chi passava di lì e mi ha guardato. Mi sono alzato alle 12 (principalmente per il mal di schiena), anche se sarei voluto rimanere lì tutto il giorno. Sono passate di lì mamme con figli e donne incinte, nonni e nonne con nipoti, ragazzi, studenti e lavoratori. Tutte queste persone perderanno la loro casa, potenzialmente i loro cari, potrebbero vivere siccità o carestie o addirittura guerre per colpa della crisi climatica ed ecologica. Come me, altri giovani della mia generazione hanno deciso di non avere figli (propri o adottati) perché abbiamo ereditato un pianeta moribondo che non ha un futuro.

Voi di cosa avete paura? Riflettete su ciò che vi terrorizza.”

Queste le parole di Angelo, 20 anni, attivista di Extinction Rebellion (XR) che il 10 Giugno ha deciso di sedersi solo, in silenzio, ribellandosi con il proprio corpo e con cartelli che esprimono il terrore che prova a causa della gravità della crisi ecologica e climatica.

Angelo non è l’unico. Il 12 giugno, venti di ribell* hanno portato per strada le proprie paure con la stessa azione di disobbedienza civile nonviolenta chiamata Rebellion of One (RO1) a Torino, Firenze, Padova, Vicenza, Trieste, Trento.

 

Si tratta di un’azione coordinata a livello internazionale, per dire basta all’immobilismo dei governi rispetto al collasso climatico ed ecologico e l’incombente sesta estinzione di massa. Dal 1° Giugno, infatti, si sono susseguite azioni di Extinction Rebellion in tutto il mondo, come in Belgio, Repubblica Ceca, Polonia, Francia, Olanda, Irlanda, Germania, Regno Unito, Repubblica Democratica del Congo e tanti altri paesi, che sono culminate al vertice del G7 in Cornovaglia il 13 Giugno.

La “Ribellione del G7” è una protesta per denunciare il fatto che questi paesi, responsabili storicamente delle maggiori emissioni e danni agli ecosistemi, sono ben lontani dal raggiungere anche solo gli obiettivi che si erano dati negli Accordi di Parigi, mentre altri popoli ne stanno già pagando il caro prezzo. I governi devono agire ora per affrontare l’emergenza climatica ed ecologica.

In generale, le reazioni di passanti, cittadini e cittadine sono state di supporto, empatia, ammirazione. Qualcun* ha espresso disaccordo, anche osservando il disturbo che l’azione creava, nei casi in cui l’azione è stata svolta in incontri trafficati o strade frequentate, ma, come recitava il cartello di Delfina a Torino: “Il disagio che sto creando è niente rispetto al disagio che vivremo per la crisi climatica ed ecologica”.

Non sempre le reazioni sono state positive, e spesso è stato intimato a* ribelli di spostarsi: per esempio, a Firenze, le Forze dell’Ordine hanno spostato di peso un attivista, il quale non ha opposto alcuna resistenza, e lo stesso a Bologna, dove è stata anche sporta denuncia a suo carico.

 

Oltre ai rischi penali, c’è anche un costo monetario nell’esprimere le proprie paure per il futuro: solo a Torino, alle persone che si sono sedute mostrando i propri cartelli sono state rilasciate multe per un totale di 6000€, e a breve partirà una raccolta fondi online per supportare chi si mette in gioco per il bene di tutti e tutte.

Elisa, che si è seduta per strada a Trieste, parla con una lettera a tutt* noi: “Sono sicura che anche tu senti il mio terrore. Forse cerchi di non pensarci ed eviti notizie che riguardano il cambiamento climatico, ti distrai e non parli volentieri dell’argomento, ma è lì. Ti prego cerca di non soffocarlo. Quel terrore è saggio, è una guida, è l’istinto di autoconservazione della specie umana che grida per farsi sentire, è l’evoluzione che vuole continuare ad evolversi. E’ la nostra unica salvezza.

Io sono qui seduta nel mio terrore perché alla fine accettarlo, farlo entrare, accoglierlo nella propria vita è meno estenuante che lottare per tenerlo fuori. 

Se ti va, se ti senti pront*, se oggi è il tuo momento unisciti a me come desideri, che sia diventando un* attivista, o dedicando un pensiero al collasso ecologico prima di andare a dormire”.

da qui

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