Eccoci qui,
dopo sei anni di battaglie e batticuore, la
fine è arrivata anche per il pozzo proposto dall’Eni e dalla sua socia minoritaria Petroceltic a Carpignano Sesia (Novara), popolazione 2,521 anime. Il pozzo Carisio
non s’ha da fare!
Sono felice:
per questa piccola comunità nel
verde che ha sconfitto il gigantecon
caparbietà e perseveranza, per il nostro pianeta che cosi ha un pozzo di meno,
e per la speranza che questa storia infonde a tutti quelli che non lo vogliono
proprio il mostro nelle loro campagne, nei loro mari o nei loro monti. E anche
perché per una volta parliamo di una storia bella. Un po’ mi commuovo mentre
scrivo queste cose, nel mio ufficio, di pomeriggio e in silenzio perché so
davvero la dedizione che ci vuole e perché il mondo sarebbe migliore se tutti
ci impegnassimo cosi.
In 2.500 hanno mandato via una corporazione che
trivella da decenni a destra e a manca, dall’Alaska alla Nigeria, con appoggi
politici di tanti governi passati, con storie di corruzione, di scarsa
attenzione ai popoli vicino ai loro impianti, e con nel cuore solo il vile
denaro. Ma a
Carpignano non ci sono riusciti.
Ora i
signori dell’Eni se ne andranno con la coda che gli si attorciglia fra le sei
gambe.
Credo allora
che qui un grande grazie, un grande “bravi”, vada al Comitato Difesa della Natura e del
Territorio di Carpignano che ha lavorato a lungo e con amore. Ci
sono stata qui e ne ho parlato varie volte anche quando scrivevo sul Fatto
Quotidiano. È bello vedere un paese intero che si vuole bene e che
non si arrende. E credo che ci voglia anche un bravo al M5S e uno a Davide
Crippa che hanno scelto di bocciare definitivamente il progetto
dichiarando la decadenza del permesso. Non era una decisione scontata, né
un atto dovuto. Grazie.
Ormai sono
tanti anni che seguo le faccende petrolifere e la storia si ripete sempre
secondo lo stesso copione principale:
le vittorie hanno bisognano di tempo, sono fatte di passi avanti e di passi
indietro, di persone che si scoraggiano ma che poi continuano nonostante tutto.
Di persone che cercano di fare qualche cosa ogni giorno con creatività e amore.
Di persone che alla fine prevalgono. Da
Carpignano al Centro Oli di Ortona, da Sciacca a Bomba, dal parco del Curone ad
Arborea, fino ad Ombrina. Il mio augurio è che tutte le comunità
d’Italia con lo spettro del petrolio (o di qualsiasi altro mostro ambientale)
abbiano la stessa voglia di lavorare, la stessa unità, lo stesso amore e che
sappiano mettere da parte il proprio ego per essere a servizio dell’altro,
dell’Italia, del pianeta.
Queste
battaglie ambientali, cosi difficili, lunghe e snervanti, possono dare un senso
alle nostre vite, e possono farci sentire che abbiamo seminato semi buoni, che
siamo riusciti a elevarci in alto, più in alto dei nostri piccoli egoismi
quotidiani, e verso quell’ad majora a cui in un modo o nell’altro tutti
aneliamo. Tanti auguri Carpignano Sesia!
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