E’ singolare il rapporto che la
toponomastica cagliaritana ha con la Storia. Ed anche ingannevole, come
dimostra un clamoroso esempio. Se percorri via Dante da Piazza Repubblica verso
Piazza San Benedetto, a circa metà strada un cartello dà il nome ad una
traversa: via A. Cervi.
Per anni ho pensato con orgoglio e
gratitudine a quegli amministratori cittadini che avevano voluto ricordare un
eroico padre, Alcide Cervi, i cui sette figli maschi vennero trucidati dai
nazifasciti il 28 dicembre 1943, a Reggio Emilia, in una delle tante
rappresaglie che vennero organizzate dagli occupanti tedeschi e dai loro
complici fascisti dopo il 25 luglio e l’8 settembre 1943.
Alcide Cervi sul cui petto la Repubblica
nata dalla Resistenza fece appuntare sette medaglie d’argento in ricordo di
quei martiri della libertà; il padre che divenne, fino alla morte avvenuta nel
’70, un formidabile testimone dei valori della lotta di liberazione.
Quell’Alcide Cervi di cui si parlò anche in un dibattito televisivo, da Vespa,
durante il quale Berlusconi, replicando al commosso ricordo che ne aveva fatto
Bertinotti, affermò di essere pronto a stringergli la mano, ignorando che la
morte di Alcide risaliva ad oltre vent’anni prima.
L’orgoglio e la gratitudine di cui ho
parlato all’inizio svaniscono se solo si percorrono altri pochi metri, non
proseguendo lungo la via Dante, ma verso la via Pitzolo nella quale sfocia la
traversa.
Sulla parete di destra campeggia una targa che riporta: via Annunzio Cervi, letterato. A per Annunzio, dunque, non per Alcide. Non sapendo nulla di Annunzio Cervi sono andato a documentarmi ed ho così scoperto che si trattava di un giovane poeta, soprannominato il ‘monello sardo’, morto, a poco più di vent’anni, negli ultimi mesi della prima guerra mondiale. ‘Monello sardo’ perché la madre era una donna di origini isolane.
Sulla parete di destra campeggia una targa che riporta: via Annunzio Cervi, letterato. A per Annunzio, dunque, non per Alcide. Non sapendo nulla di Annunzio Cervi sono andato a documentarmi ed ho così scoperto che si trattava di un giovane poeta, soprannominato il ‘monello sardo’, morto, a poco più di vent’anni, negli ultimi mesi della prima guerra mondiale. ‘Monello sardo’ perché la madre era una donna di origini isolane.
Non so in quale epoca sia stata fatta la
scelta, né mi interessa contestarla. Soltanto mi sono detto che una città come
Cagliari dovrebbe dare maggiore testimonianza di attenzione verso quell’eroica
stagione che ci liberò dalla dittatura e pose le basi per la costituzione della
Repubblica Democratica.
Non conosco a fondo la toponomastica cittadina, né mi son preso la briga di fare un censimento (che comunque andrebbe fatto), ma penso che la città di Cagliari che subì gravissime ferite a causa della guerra fascista dovrebbe mostrare una diversa sensibilità verso i fatti, i protagonisti, le vicende che 75 anni fa ci fecero riconquistare dignità agli occhi del mondo. E il nome di Alcide Cervi dovrebbe essere uno dei primi della lista.
da qui
Non conosco a fondo la toponomastica cittadina, né mi son preso la briga di fare un censimento (che comunque andrebbe fatto), ma penso che la città di Cagliari che subì gravissime ferite a causa della guerra fascista dovrebbe mostrare una diversa sensibilità verso i fatti, i protagonisti, le vicende che 75 anni fa ci fecero riconquistare dignità agli occhi del mondo. E il nome di Alcide Cervi dovrebbe essere uno dei primi della lista.
Nessun commento:
Posta un commento