lunedì 9 luglio 2018

DEFORESTAZIONE FUORI CONTROLLO - Marta Gatti



  
Strade nella foresta realizzate per far passare i camion di tronchi che lasciano la Repubblica democratica del Congo (RdC). E’ questa l’immagine che restituisce il recente rapporto pubblicato da Global Witness dal titolo “Fallimento totale del sistema”. L’organizzazione non governativa, dopo due anni di ricerche, punta il dito contro una compagnia europea del legname che opera illegalmente sul 90% delle sue concessioni in RdC.
Il rapporto evidenzia come la prassi politica congolese non punisca gli illeciti e come gli stati europei supportino le attività di taglio del legname, nonostante le continue violazioni normative. La compagnia in questione è la Norsudtimber, con base in un paradiso fiscale: il Liechtenstein. Opera in Congo attraverso tre controllate e ha ottenuto concessioni forestali su 40.000 chilometri quadrati. Nel 2017 gestiva da sola quasi il 60% del mercato del legname internazionale del paese africano.
Global Witness definisce “segreta” la compagnia in questione, vista la difficoltà riscontrata nel rintracciarne i veri proprietari e considerata la complessa struttura che la collega ad altre società registrate ad Hong Kong e Dubai.

Violazioni e illeciti
Nel rapporto vengono individuate numerose illegalità compiute dalla compagnia. Secondo l’analisi, molte concessioni non avrebbero presentato il piano venticinquennale di gestione delle attività entro i termini stabiliti per legge. Attraverso l’analisi satellitare, Global Witness è riuscita a documentare anche attività di taglio illegale, al di fuori dei perimetri annuali.
A queste violazioni si aggiunge anche il taglio di alberi considerati specie in pericolo o vulnerabili. Si tratta di violazioni che la legge congolese punisce con la cancellazione del contratto, ma nulla di tutto questo è avvenuto. Le accuse di attività illegali sono state definite infondate dalle sussidiarie di Norsudtimber, interpellate da Global Witness, che hanno annunciato l’imminente consegna dei documenti relativi alla correttezza delle loro operazioni.

Nessun controllo
Global Witness sottolinea il fallimento di tutti i soggetti deputati al controllo dell’operato della compagnia. In primo luogo lo stato congolese che non ha punito o sanzionato le illegalità commesse. Il governo punterebbe, inoltre, ad ampliare le concessioni per lo sfruttamento del legname e metterebbe in pericolo le foreste garantendo concessioni estrattive, declassando aree di parchi naturali come il Virunga. A questi elementi si aggiunge anche la limitata capacità di monitorare un territorio immenso avendo a disposizione poche risorse umane.
Al ruolo fallimentare dello stato si aggiunge quello svolto dai paesi donatori, in particolare Norvegia, Francia, Germania e Regno Unito che siedono nel “Central African Forest Initiative”, un partenariato cooperativo tra Camerun, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, RdC, Guinea Equatoriale e Gabon.
La coalizione supportata dall’Unione Europea si propone di preservare il valore della foresta, mitigare il cambiamento climatico e contribuire allo sviluppo sostenibile. Il rapporto mette in luce il mancato contrasto delle imprese del legname da parte dei paesi donatori, nonostante la continua denuncia di violazioni.

Ipocrisie politiche
L’ong sottolinea il generale fallimento delle politiche di sostenibilità forestale nel bacino del fiume Congo. L’Agenzia per lo sviluppo francese viene indicata come uno dei principali sostenitori dell’espansione del taglio industriale del legname in RdC. Nel marzo 2017 la Francia ha proposto un progetto da 18 milioni di dollari per una nuova policy sulle foreste che, secondo Global Witness, potrebbe portare all’espansione dell’area deputata al taglio, fino a tre volte quella attuale.
Dal report emerge anche il fallimento delle opere compensative destinate alle comunità locali. L’accesso alla salute e all’istruzione non sono migliorati e la ricaduta economica è stata minima.
I paesi importatori del legname di Norsudtimber hanno fallito nei meccanismi di controllo: per mancanza di leggi o per la loro applicazione poco efficace. Tra il 2013 e il 2017 i maggiori importatori del legname tagliato in RdC da Norsudtimber sono stati Cina e Vietnam. L’11% era diretto in Europa, in particolare in Portogallo e Francia.
Non dobbiamo, poi, dimenticare l’impatto del taglio degli alberi sulla fauna, sull’ambiente e sul clima. Secondo le stime riportate nel rapporto, tra il 2013 e il 2014, il degrado e la perdita di foresta nella Repubblica democratica del Congo avrebbero provocato l’emissione di carbonio pari a quella di 50 impianti a carbone funzionanti per un intero anno.

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