L’Agenzia regionale Argea, titolare di
numerose competenze in materia di uso civici su delega regionale, ha risposto
(nota Servizio territoriale Basso Campidano e Sarrabus prot. n. 44242 del 9
maggio 2018) all’istanza di accesso
civico, informazioni ambientali e adozione provvedimenti inoltrata
(5 aprile 2018)
dall’associazione ecologista Gruppo
d’Intervento Giuridico onlus riguardo circa 46 ettari di bosco e macchia mediterraneasulla
montagna di Minni Minni – Serra
is Abios appartenenti al demanio civico di Villasimius (legge n. 1766/1927 e s.m.i.,
regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., legge regionale Sardegna n. 12/1994 e
s.m.i., determinazione assessoriale n. 264/2005 del 24 febbraio 2005)
eppure recentemente cointestati a
Privati e posti in
vendita.
Come si
ricorda, dall’Inventario generale delle Terre civiche della Sardegna emerge
l’appartenenza dei terreni al demanio
civico di Villasimius, da visure
catastali storicheemerge anche una voltura del 2015 in favore di
Privati.
L’Agenzia Argea ha premesso che “non risultano provvedimenti regionali di autorizzazione sui
beni ad uso civico”, mentre è stato solo rilasciato il parere sul regolamento comunale di gestione delle terre
civiche (nota prot. n. 55417 del 3 ottobre 2017) ed è in
istruttoria la richiesta di finanziamento regionale per la predisposizione
del piano comunale di
valorizzazione e recupero delle terre civiche.
L’Agenzia Argea ha chiesto (nota
prot. n. 38655 del 17 aprile 2018) chiarimenti al Comune di Villasimius, che ha risposto (nota prot. n. 6067 del 2
maggio 2018), fornendo un verbale
di conciliazione giudiziale fra il medesimo Comune e Privati sottoscritto presso la
Corte d’Appello di Cagliari il 7 dicembre 1959 a transazione di una causa
civile pendente in secondo grado per il riconoscimento della titolarità di vari
terreni[1],
la deliberazione Consiglio
comunale Villasimius n. 5 del 9 gennaio 1960 di recepimento del
verbale di conciliazione, nonché il successivo atto pubblico di donazione(20 febbraio 2015) in favore degli
attuali cointestatari Privati.
In realtà,
continua a non comprendersi per quale motivo tali documenti non siano stati
opposti al momento dell’emanazione dell’atto
di accertamento regionale del demanio civico di Villasimius (determinazione
assessoriale n. 264/2005 del 24 febbraio 2005), ritualmente pubblicato all’albo pretorio comunale per
eventuali opposizioni e successivamente pubblicato sul B.U.R.A.S. (suppl.
straord. n. 1 al B.U.R.A.S. n. 2 del 17 gennaio 2006).
Risulta anche singolare la mancata
trascrizione nei registri immobiliari fino al 2015.
In realtà,
trattandosi di terreni riconosciuti
appartenenti al demanio civico,
il giudice unico ed esclusivosulla qualitas soli è il Commissario per gli usi civici (art.
29, comma 2°, della legge n. 1766/1927 e s.m.i.), non il giudice civile, per
cui la presenza di un verbale di conciliazione giudiziale appare tutt’altro che
risolutrice.
Come noto,
i diritti di uso civico sono inalienabili (art. 12 della legge
n. 1766/1927 e s.m.i.), inusucapibili ed imprescrittibili (artt. 2 e 9
della legge n. 1766/1927 e s.m.i.): “intesi come i diritti delle
collettività sarde ad utilizzare beni immobili comunali e privati, rispettando
i valori ambientali e le risorse naturali, appartengono ai cittadini residenti
nel Comune nella cui circoscrizione sono ubicati gli immobili soggetti all’uso” (art.
2 legge regionale n. 12/1994).
E,
naturalmente, sono diritti esistenti da tempo immemorabile, ben prima del
provvedimento di accertamento.
L’Agenzia Argea ha, quindi,
comunicato che “avvierà tutti gli opportuni adempimenti di cui
all’art. 21 e 22 della LR n. 12/1994”, cioè gli
accertamenti e approfondimenti di legge, la proposta alla Giunta regionale
dell’esperimento delle necessarie azioni giurisdizionali, la predisposizione
degli interventi di recupero in via sostitutiva dei terreni al demanio civico
nel caso di inerzia del competente Comune.
L’associazione
ecologista Gruppo d’Intervento
Giuridico onlus aveva interessato in proposito il Comune di Villasimius, l’Agenzia Argea (delegata dalla
Regione autonoma della Sardegna in materia di usi civici), la Regione autonoma della Sardegna (Presidenza
e Assessorato all’agricoltura) ed informato la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e
il Commissario per gli usi civici
per la Sardegna.
Si ricorda
che, su reiterati esposti del Gruppo
d’Intervento Giuridico onlus, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari ha aperto un procedimento penale sui mancati recuperi dei terreni a uso civico
occupati illegittimamente da privati in numerosi Comuni della Sardegna.
La campagna per la tutela delle terre collettive della Sardegna che il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus sta
conducendo da anni sta comunque iniziando a dare i primi frutti
concreti, finalmente.
E sta
ponendo all’attenzione di tutti la scandalosa assenza di decenni delle
Istituzioni pubbliche preposte alla difesa di questi straordinari patrimoni
collettivi.
Azioni legali, petizioni
popolari, iniziative di
sensibilizzazione, un incontro con
il Presidente della Regione Francesco Pigliaru hanno contribuito non poco
all’emanazione della recente legge regionale Sardegna n. 11/2017 (artt.
36-41) che consente una
razionalizzazione e un ritorno
alla legalità in tema di usi civici e, soprattutto, un
lento inizio delle operazioni di
conclusione degli accertamenti dei
demani civici e una ancor più lenta presa d’atto delle competenze
in tema di recupero dei terreni a
uso civico illecitamente occupati da privati.
Ma c’è
ancora molto da fare. Proprio molto.
Gruppo
d’Intervento Giuridico onlus
P.S.
stupisce – anzi, forse non stupisce proprio – l’assordante silenzio nel
quale sono ripiombati i tanti, a partire dal Ministro per i beni e attività
culturali Dario Franceschini e la sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni, che
nell’estate 2017 sembrava
si fossero finalmente e accaloratamente accorti dopo decenni di ignavia
dell’esistenza di centinaia di migliaia di ettari di terreni a uso civico in
Sardegna.
Fatto
estremamente positivo, poi, sarebbe una segnalazione al Commissario per gli usi
civici per la Sardegna da parte di almeno un residente a Villasimius: sarebbe
un segno, importante, da parte della collettività titolare dei diritti di uso
civico.
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[1] In primo grado la sentenza Trib. civ. Cagliari, Sez. I, 28 maggio –
30 giugno 1957, basata esclusivamente su prove testimoniali.
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