c’e` voluta una sentenza del
Consiglio di Stato del 21 marzo per stabilire che la liberta` costituzionale
dei cittadini si estende fino al diritto di rifiutare i sacchettini di plastica
messi in vendita a 2 cm di euro nei supermercati, per raccogliervi la frutta e
le verdure vendute sfuse, secondo una legge geniale prodotta dal governo
Gentiloni e dalla ministra della Sanita` Lorenzin.
bene, a questo punto lo
stesso Ministero si e` messo all’opera, per indicare i modi nei quali
realizzare questo piccolo e sciocco, perfino elementare, diritto civico, e lo
fa con una circolare che e` un capolavoro dell’Italia ruffiana e capziosa.
. . .
“Deve ammettersi la possibilità di utilizzare – in
luogo delle borse ultraleggere messe a disposizione, a pagamento,
nell’esercizio commerciale – contenitori alternativi alle buste in plastica,
comunque idonei a contenere alimenti quali frutta e verdura, autonomamente
reperiti dal consumatore. Non pare possibile che gli operatori del settore
alimentare possano impedire o vietare tale facoltà di utilizzo”.
fino a qui la premessa, che
non e` opera spontanea del governo, ma faticosa ammissione contrariata del governo,
che a questo punto ha la sua trovata per rendere questo diritto impossibile:
“Laddove il consumatore non intenda acquistare il
sacchetto ultraleggero commercializzato nell’esercizio commerciale per
l’acquisto di frutta e verdura sfusa, può utilizzare sacchetti autonomamente
reperiti solo se idonei a preservare l’integrità della merce e rispondenti alle
caratteristiche di legge.
Alla luce del parere del Consiglio di Stato […] deve trattarsi di sacchetti monouso (non riutilizzabili), nuovi (non utilizzati in precedenza), integri, acquistati al di fuori degli esercizi commerciali, conformi alla normativa sui materiali a contatto con gli alimenti e aventi le caratteristiche ‘ambientali'” previste dalle legge 123/2017.
Alla luce del parere del Consiglio di Stato […] deve trattarsi di sacchetti monouso (non riutilizzabili), nuovi (non utilizzati in precedenza), integri, acquistati al di fuori degli esercizi commerciali, conformi alla normativa sui materiali a contatto con gli alimenti e aventi le caratteristiche ‘ambientali'” previste dalle legge 123/2017.
. . .
traducendo dal burocratese
alla lingua di tutti i giorni: ah, siete cosi` rompicoglioni da non volere il
sacchettino di plastica del supermercato? allora ve ne dovete procurare uno
uguale voi per conto vostro.
chissa` se il diritto
costituzionale di non voler mangiare cibo avvolto nella plastica si estende
fino al diritto di mettere le mele direttamente nella sporta…
mio dio, e l’igienicamente
corretto dove va a finire?
quanti miliardi di microbi
avidi di propagare malattie arginabili soltanto con vaccinazioni coatte di
massa si nascondono in quei pericolosi attentati alla salute pubblica che sono
le borse della spesa!
. . .
ma non e` finita qui: la
circolare del ministero continua addirittura attribuendo ai supermercati il
potere legale di agire come controllori della conformita` del dissenso con la
legge:
“Ciascun esercizio commerciale sarà dunque tenuto alla
verifica dell’idoneità e della conformità a legge dei predetti sacchetti
utilizzati dal consumatore” e potra` “vietare i sacchetti non conformi”.
. . .
bene: e se comunque i
sacchetti fossero conformi?
ecco, nella stessa
circolare, le “possibili criticità” per la “diversità di peso dei
contenitori alternativi” , dato che le bilance delle
casse “sono
tarate in modo da sottrarre dal peso di frutta e verdura la tara del sacchetto
messo a disposizione del cliente (4-6 grammi circa).
L’uso dei ‘contenitori alternativi’ acquistati al di fuori degli esercizi commerciali impedirebbe il calcolo corretto della tara”.
L’uso dei ‘contenitori alternativi’ acquistati al di fuori degli esercizi commerciali impedirebbe il calcolo corretto della tara”.
che fare? il Ministero della
Sanita` intanto comincia con un “si reputa opportuno acquisire l’avviso del Ministero dello
Sviluppo economico”.
spassoso, no?
. . .
c’e` chi ritiene – pensate
che strano – che l’uso della plastica negli alimenti sia pesantemente nocivo
alla salute dato che particelle di plastica contaminano loro e tutto
l’ambiente.
queste sono oramai presenti
anche nell’83% dell’acqua che beviamo; provengono, oltre che dai contenitori,
dai cosmetici (un flacone ne contiene fino a 750.000), o dalle operazioni di
lavaggio automatico: le lavatrici della sola citta` di Berlino rilasciano OGNI
GIORNO in particelle l’equivalente di 540.000 buste di plastica.
queste particelle,
impropriamente definite micro, dato che sono considerate tali fino a 5
millimetri di grandezza, finiscono in mare e dunque nella catena alimentare dei
pesci.
. . .
non sono poi da confondere
con le nanoparticelle di plastica, molto piu` piccole, che vengono mangiate dal
plancton, di cui si nutrono gli organismi marini.
queste riescono a superare
la barriera sangue-cervello nei pesci e ad accumularsi nel loro tessuto
cerebrale; ci sono ricerche che dimostrano dei disordini comportamentali
nei pesci esposti a nanoplastiche: mangiano più lentamente ed esplorano meno
del solito l’ambiente esterno.
dei danni cerebrali causati
dalla plastica di dimensioni infinitesimali finita nel cervello degli umani non
si ancora nulla: tuttavia potrebbe essere anche una discreta ipotesi per
spiegare l’evidente rincretinimento universale.
. . .
la nascita di un movimento
di rifiuto radicale dell’uso della plastica per la distribuzione degli alimenti
va seguita con attenzione.
chi e` della mia
generazione, nato attorno agli anni Cinquanta, del resto ha ancora viva la
memoria di un mondo nel quale la plastica non esisteva.
fu infatti inventata da un
italiano, Giulio Natta, che per questo ricevette nel 1963 il premio Nobel per
la chimica.
fu la televisione di
Carosello a diffondere in Italia la conoscenza di questo nuovo materiale,
battezzato Moplen e prodotto dalla Montecatini.
ma la conquista di allora si
sta trasformando nell’incubo di oggi.
. . .
chi puo`, la verdura e la
frutta se la coltivi da se`, e chi non puo`, la comperi ai mercati o
direttamente dai produttori che la vendono sfusa; vi sono anche i GAS, i gruppi
di acquisto solidale.
per ora siamo ancora liberi
– almeno le menti libere – dalla dittatura del grande capitale commerciale:
azioni di nicchia? ma
possono diventare senso comune e diffondere una tendenza nuova.
. . .
contro questa nuova
coscienza individuiamo da subito i nostri nemici (oltre all’appena visto Partito
Democratico, oramai l’organo politico delle multinazionali): Repubblica, in
primo luogo, che lancia la subdola campagna “Usa e rispetta”: usa la plastica, naturalmente.
della campagna fanno parte
le fake news, quelle autorevoli, che si spacciano per verita`: Ecco la
plastica green: può essere riciclata all’infinito senza inquinare
poi, se leggi attentamente
l’articolo, ti accorgi che la scoperta che potrebbe rivoluzionare i
dispendiosi processi di riciclo della plastica attuale, realizzata dal dipartimento di Chimica
dell’Università del Colorado, e` ancora allo stadio soltanto teorico.
ma intanto questo permette
di dire che questo e` il momento di dare valore alla plastica: “Ridiamo
valore alla plastica anche se è un rifiuto”
. . .
che farci? sono riformisti,
e spargono ottimismo a piene mani: nel Regno Unito il governo (conservatore!)
ha lanciato una campagna per abolire del tutto la plastica nei supermercati
entro il 2025: adesioni di 42 rivenditori, fra cui Aldi, Lidl.
voi dite che non e` un
granche`, soprattutto perche` l’articolo stesso di Repubblica che lancia con
ebfasi la notizia, dice fra le righe che nessuno sa ancora come fare
concretamente?
ma non dite che e` solo
propaganda per arginare interventi piu` radicali: dimostrereste di essere
soltanto dei pericolosi e stupidi estremisti.
da qui
Nessun commento:
Posta un commento