A un anno dall’entrata in vigore della legge 132/2016, che istituisce il
Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), è stata presentata
anche la prima edizione del Rapporto Ambiente (Snpa), prodotto finale di un
complesso lavoro di reporting che, attraverso la presentazione delle attività
svolte nel Sistema, fornisce un quadro aggiornato della situazione ambientale
nel Paese.
MIGLIORA LA QUALITÀ DELL’ARIA. NON IN CITTÀ
In particolare sono numerosi e significativi i segnali di miglioramento
della qualità dell’aria: le emissioni dei principali inquinanti continuano
infatti a diminuire, così come i livelli atmosferici di alcuni inquinanti
mostrano trend generalmente decrescenti. La situazione della qualità dell’aria
rimane però critica, in particolare per il particolato atmosferico (il 40%
delle stazioni non rispetta il valore limite giornaliero), il biossido di azoto
(il 13% delle stazioni non rispetta il valore limite giornaliero), per i quali
continuano a registrarsi livelli elevati, che troppo spesso superano gli
standard normativi. Il bacino padano rappresenta una delle aree di maggior
criticità.
DIESEL, IL NEMICO È IL PARTICOLATO
In continua diminuzione le emissioni delle autovetture, grazie alle nuove
immatricolazioni: in particolare, nel 2015 le emissioni di CO2 sono scese
notevolmente, raggiungendo i 115,1 grammi di CO2 per km (nel 2005 lo stesso
valore era 149,5). Riguardo alle emissioni di composti nocivi, i dati relativi
a veicoli euro 6 immatricolati nel 2014 mostrano che, per quanto riguarda gli
ossidi di azoto, il confronto tra i fattori di emissione vede il diesel
caratterizzato da valori sensibilmente maggiori rispetto agli altri carburanti;
Gpl, benzina e gas naturale compresso presentano emissioni progressivamente
decrescenti, con scostamenti tra loro non elevatissimi. Quasi trascurabile il
fattore di emissione dei motori diesel. La situazione è diversa per quanto
riguarda il particolato allo scarico: il diesel presenta i valori più elevati,
seguito a breve distanza dalla benzina. Le due alimentazioni a gas risultano
praticamente coincidenti, con un fattore di emissione di circa 1/3 inferiore
rispetto al diesel.
RIFIUTI, RICICLATI PER IL 45%
In crescita la produzione dei rifiuti urbani (+2%), in linea con
l’andamento degli indicatori socio-economici. La produzione pro capite, in
aumento, passa da 487 kg/abit. nel 2015 a 497 kg/abit. nel 2016. La raccolta
differenziata si attesta, invece, al 52,5% della produzione totale dei rifiuti
urbani. L’analisi dei dati sulla gestione evidenzia che, nel 2016, lo
smaltimento in discarica interessa il 25% dei rifiuti urbani prodotti. La
discarica non è, dunque, la forma di gestione più diffusa. Il riciclaggio delle
diverse frazioni provenienti dalla raccolta differenziata o dagli impianti di
trattamento meccanico biologico dei rifiuti urbani raggiunge, infatti, nel suo
insieme il 45% della produzione. Nel 2016 la percentuale di preparazione per il
riutilizzo e riciclaggio, calcolata per l’insieme delle frazioni carta e
cartone, organico, vetro, plastica, metalli e legno, è pari al 47,7% della
produzione dei rifiuti urbani.
ESPLODE IL CONSUMO DI TERRITORIO. BENE L’AGRICOLTURA BIO
Per contro, il consumo di suolo in Italia continua a crescere, pur segnando
un importante rallentamento negli ultimi anni. Circa 23.000 km2 del territorio
nazionale sono ormai persi irrimediabilmente e, con loro, i rispettivi servizi
ecosistemici. Solo in 6 mesi, tra il 2015 e il 2016, sono stati consumati 5000
ettari di territorio, equivalenti a 5700 campi di calcio. Oltre 300.000 ettari,
nel 2016, sono stati convertiti ad agricoltura biologica: un’estensione pari
quasi a quella della Regione Valle d’Aosta. E cresce il numero di operatori del
settore (+20,3%) che sceglie questa tipologia di agricoltura, che tende a
valorizzare e conservare i sistemi biologici produttivi, senza il ricorso a
sostanze chimiche di sintesi.
LE ACQUE? CONTAMINATE DAI PESTICIDI
In che condizioni versano le nostre acque? Il 43% dei fiumi e il 20% dei
laghi raggiungono l’obiettivo di qualità per stato ecologico; il 75% dei fiumi
e il 48% dei laghi, invece, raggiungono l’obiettivo di qualità per lo stato
chimico. Non si arresta, inoltre, il livello di contaminazione da pesticidi.
Inquinati 370 punti di monitoraggio (23,8% del totale) di acque superficiali,
con concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali; nelle acque
sotterranee, 276 punti (8,6% del totale) registrano tale superamento. Permangono,
tuttavia, sensibili differenze tra le regioni, dovute a un monitoraggio degli
inquinanti ancora disomogeneo sul territorio nazionale.
TROPPI RUMORI IN CITTÀ
Negli agglomerati urbani, uno dei principali problemi ambientali è
l’inquinamento acustico. L’attenzione da parte dei cittadini e la richiesta di
tutela personale e dell’ambiente sono elevate: nel 2016 circa 93 controlli su
100 delle Arpa/Appa sono stati svolti a seguito di esposti della cittadinanza e
nel 40,6% di sorgenti controllate sono stati riscontrati superamenti dei limiti
normativi. I superamenti dei limiti di legge sono in diminuzione ma solo il 59%
dei Comuni ha approvato un piano di classificazione acustica, principale
strumento di pianificazione e gestione sul territorio dell’inquinamento
acustico. A luglio 2017 i casi di superamento dei limiti di legge relativi agli
impianti radiotelevisivi (RTV) sono pari a 595, mentre quelli relativi alle
stazioni radiomobili (SRB) sono complessivamente 109.
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