L'ondata di calore di quest'ennesima, anomala, estate sta distruggendo il
patrimonio ambientale italiano a ritmi preoccupanti. Secondo dati raccolti da Legambiente a fine
luglio erano già andati in fumo quasi 75.000 ettari del nostro Paese. Più di
quanto bruciato l'anno scorso.
Le cause sono note
e la “sorpresa” di troppi pare fuori luogo: azioni criminali (della criminalità organizzata o di singoli,
per gesti di pura follia o di meditato calcolo) e dissesto del territorio con una manutenzione dei suoli, delle
foreste e del patrimonio naturale in genere che non è all'altezza di un Paese
del G7. Stupisce che in questo contesto non si discuta in modo approfondito
degli effetti (ci sono? Non ci sono?) dell'eliminazione del Corpo Forestale
dello Stato (adesso Carabinieri Forestali, senza più compiti specifici di lotta agli incendi)
che sembrerebbe aver creato vari intoppi al contrasto ai roghi.
C'è tuttavia un terzo elemento, altrettanto
prevedibile e previsto, che doveva essere considerato e non lo è stato: il
clima è cambiato. L'estate torrida del 2003 ha lasciato in Europa una lunga e tragica scia
di morti "in eccesso" (prevalentemente anziani e soggetti
debilitati): almeno 80.000 persone in dodici
Paesi. Che qualcosa del genere dovesse ricapitare, prima o poi, lo
si sapeva. E che quest'anno, dopo un inverno anomalo, ampie fette del Paese
fossero in “crisi idrica” era palese, almeno dal mese di aprile.
Un chiaro campanello d'allarme per tutti. In particolare per chi ci governa e
può e deve intervenire con urgenza per mettere in pratica quanto deciso con
l'Accordo di Parigi sul Clima: a cominciare dall'eliminazione dell'uso di
combustibili fossili.
Che gli incendi siano associati all'aumento delle
temperature è ovvio. È notizia di questi giorni che in Siberia la superficie percorsa da incendi quest'anno ha già superato
1 milione di ettari! Con la spiacevole conseguenza che la fuliggine degli
incendi, depositandosi (spinta dai venti) sul ghiaccio ne aumenta il
surriscaldamento e quindi la velocità di fusione. La stima è che ogni anno, in
tutta la Russia, si perdano
2,5 milioni di ettari di foreste.
E quest'anno, per la prima volta in assoluto, sono segnalati incendi
perfino in Groenlandia (forse,
causati da incauti turisti) dove sono andati in fumo 1250 ettari a soli 50 km
dal fronte di un ghiacciaio. A 150 km dal Circolo Polare Artico. In un Pianeta che non è più lo stesso.
da qui
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