Quelli che dicono "aiutiamoli a casa loro"
sono talmente ignoranti delle dinamiche globali che, oltre a non saper
distinguere un rifugiato da un migrante, non saprebbero nemmeno indicare sulla
cartina geografica dove si trovi questa "casa loro". Il fatto che
questa casa sia stata poi distrutta da guerre o intrisa di povertà a causa
dello sfruttamento delle risorse locali da parte dell'occidente o che i
presunti aiuti umanitari siano stati in realtà occupazioni militari e
bombardamenti a tappeto suppongo debba essere un particolare irrilevante.
Ma sì, ragioniamo per slogan, seppelliamo l'empatia,
sospendiamo il pensiero critico, azzeriamo la complessità del reale nel
pensiero binario buoni Vs. cattivi inculcatoci nella testa da oltre un secolo
di propaganda culturale statunitense, tanto l'importante è preservare i nostri
privilegi, no?
Sapete cosa mi stupisce? Che molti che fanno appello a
questi slogan beceri si definiscano animalisti perché ciò significa che della
questione animale hanno capito ben poco; non capiscono che siamo tutti animali,
siamo tutti corpi che nessuno dovrebbe dominare, gestire, controllare.
Poi, costoro che in questi ultimi giorni ho visto
ergersi in difesa della legalità e quindi della violenta azione di sgombero
avvenuta a Roma, lo sanno che allora dovrebbero difendere anche lo sfruttamento
animale poiché, in fin dei conti, anch'esso è legale?
Ma dove è finito il dissenso, la resistenza (che è un
concetto che va ben oltre il fenomeno storico), la disobbedienza civile, quella
libertà dei corpi che tanto agognate per gli animali, ma che ora rifiutate per
i vostri simili di specie?
da qui
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