mercoledì 27 maggio 2020

Un crimine ecologico - Vandana Shiva





“La protezione delle api è un dovere ecologico, portarle all’estinzione è un crimine ecologico.Una minaccia per le api è una minaccia per l’umanità”

“Se l’ape sparisse dalla faccia della terra, all’uomo resterebbero solo quattro anni di vita”- Maurice Maeterlinck, The Life of the Bee[1]

Negli ultimi cinquant’anni i prodotti agrotossici sono stati diffusi ovunque e stanno portando le api verso l’estinzione. Le scelte che l’umanità ha di fronte sono chiare, operare per un futuro senza veleni che salverà le api, i contadini, il nostro cibo e l’umanità oppure continuare a servirsi di veleni in agricoltura, mettendo a repentaglio il nostro futuro comune, procedendo alla cieca verso l’estinzione grazie all’arroganza con la quale si pensa di poter sostituire le api con l’intelligenza artificiale e i robot.
“Le api robotiche potrebbero impollinare le piante in caso di una apocalisse di insetti”, riporta un recente titolo del Guardian, che riferisce come gli scienziati olandesi “credono di poter creare sciami di droni simili alle api per impollinare le piante quando i veri insetti saranno estinti”.[2] [3]
“In quindici anni prevediamo una crisi in cui non ci saranno abbastanza insetti al mondo per l’impollinazione e la maggior parte delle nostre vitamine e dei nostri frutti non ci saranno più”, ha detto Eylam Ran, amministratore Delegato di Edete Precision Technologies for Agriculture. La sua azienda afferma che “il suo impollinatore artificiale può incrementare il lavoro delle api e, in ultima analisi, sostituirle. Il sistema rispecchia il lavoro dell’ape da miele, iniziando con una raccolta meccanica del polline dai fiori e terminando con una distribuzione mirata che utilizza i sensori Lidar, la stessa tecnologia utilizzata in alcune auto a guida automatica”.[4]

Ma non ci sono sostituti per la biodiversità dell’ecosistema e per i doni delle api. Ogni cultura, ogni fede ha visto le api come maestre – capaci di dare, di creare abbondanza, di creare il futuro delle piante attraverso l’impollinazione, e di contribuire alla nostra sicurezza alimentare e al nostro benessere.
La generazione di semi di oggi si trasforma in quella successiva solo grazie al dono offerto dall’impollinatore. Le ricerche di Navdanya hanno dimostrato che più del 30 per cento del cibo che mangiamo è prodotto da api e impollinatori.
L’economia della natura è un’economia di dono. In ogni tradizione l’ape è stata esemplificata come maestra del dono. I testi buddisti sottolineano che da una moltitudine di esseri viventi, le api e altri animali impollinatori prendono ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere senza danneggiare la bellezza e la vitalità della loro fonte di sostentamento.
Per gli esseri umani, agire alla maniera delle api è una manifestazione di vita compassionevole e consapevole.
San Giovanni Crisostomo ha scritto: “L’ape è più onorevole degli altri animali, non perché lavora, ma perché lavora per gli altri” (12ª Omelia). Nella tradizione islamica, il 16° capitolo del Corano si intitola “L’Ape”.  Questo capitolo è noto per essere la rivelazione di Dio. Nella tradizione indù, c’è una meravigliosa citazione nella scrittura Srimad Mahabhaghavatam che recita: “Come un’ape che raccoglie miele da tutti i tipi di fiori, i saggi cercano ovunque la verità e vedono solo il bene in tutte le religioni”.
Assieme come specie diverse e culture diverse e attraverso un’agricoltura e un’alimentazione ecologica senza veleni, rigeneriamo la biodiversità dei nostri impollinatori e ripristiniamo la loro sacralità. Abbiamo il potere creativo di fermare la sesta estinzione di massa e la catastrofe climatica senza la necessità di false soluzioni tecnocratiche.

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