A seconda dei periodi, nei campi occorre maggiore manodopera e occorre
averla in tempi brevi; a questo compito provvede il caporale che rifornisce il
committente di uomini e mezzi in tempi rapidissimi, andando all’alba a
selezionare nei punti di ritrovo stabiliti decine di lavoratori per essere
trasportati nei campi e poi riportarti indietro la sera.
Il caporale è un anello importante della catena dello sfruttamento,
un’economia parallela al sistema del lavoro nero e dello sfruttamento della
manodopera. Uno sfruttatore dentro il sistema di sfruttamento che prende soldi
dall’azienda committente e anche dal singolo lavoratore.
Scrive la Flai-Cgil: “Un caporale è un parassita che vive del lavoro degli
altri, ed è questo il vero business dell’immigrazione. Sono centinaia e
migliaia di persone senza diritti che vivono a ridosso delle campagne, nelle
bidonville, che si muovono di provincia in provincia seguendo le campagne di
raccolta, nell’indifferenza generale perché fa comodo a tutti, anche
all’economia del territorio.”
Un sistema che conviene a tutti, aziende e caporali, anche alla politica,
gli unici che ci rimettono sono quelli che si rompono la schiena per 20 euro,
dall’alba al tramonto, e le poche aziende oneste che devono fare i conti con la
concorrenza sleale di chi risparmia sul costo della manodopera.
Seconda la Flai, il sistema del caporalato è un vero business: usano
pullmini da 15-30 posti, fanno 4 o 5 viaggi al giorno compreso il ritorno, 15
euro a persona trasportata, per tre mesi. Quindi, 15 persone X 5 viaggi X 15 €
fanno 1.125€ al giorno X 90 giorni= 100mila euro”. Da non trascurare che la
platea degli schiavi si aggira sulle 450mila persone; da Sud a Nord, dai
pomodori del Salento alle mele del Trentino.
Al netto della sottrazione dei diritti ai lavoratori e del danno erariale e
contributivo del lavoro nero, il costo pagato dallo Stato per il caporalato è
intorno a 3,5 miliardi di €.
È questa mafia, questa montagna di merda, per dirla con Peppino Impastato,
con i cui metodi, nell’Italia del terzo millennio, sono organizzati mezzo
milione di schiavi, cio che la destra – Salvini, Meloni e l’isteria sentita in
parlamento della Gelmini, la cosiddetta destra moderata – intendono difendere
col ricorso alla piazza, se necessario?
La legge 199 contro il caporalato è nata nel 2016, eppure, nell’epoca dei
droni che scovano tra le vie della città chi viola i vincoli da coronavirus;
dei satelliti intorno al globo capaci di leggere la targa dell’auto; i caporali
operano indisturbati, nel reclutamento nei luoghi e ore a tutti noti, lungo
tragitti che tutti conoscono, grazie alla copertura di una parte della politica
complice e l’altra pusillanime, con i calzoni pisciati.
da qui
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