E’ davvero molto
grande il sostegno
collettivo creatosi in
pochissimi giorni in favore della campagna promossa
dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus “Salviamo
insieme dune e spiaggia di Chia” con il coinvolgimento di tantissime personeche hanno
ben compreso il significato “popolare” dell’acquisto di parte
delle dune e della spiaggia di Chia, uno straordinario gioiello del Mediterraneo.
L’obiettivo,
come noto, è salvaguardare le dune e la spiaggia anche per
le generazioni future e garantirne la fruizione
pubblica.
Non vogliamo
certamente sostituirci a chi istituzionalmente deve perseguire il fine pubblico
della tutela ambientale.
Non ci passa nemmeno
per l’anticamera del cervello.
Stato, Regioni, Comuni,
qualsiasi amministrazione pubblica competente dovrebbe farlo per dettato
costituzionale (artt. 9 e 117 cost.).
Ma che succede se non
accade?
In Sardegna dovrebbe
provvedere specificamente l’Agenzia per la
Conservatoria delle coste, lodevolmente istituita qualche anno fa proprio su nostre forti
richieste, ma colpevolmente è consegnata da
anni alla completa
inoperattività.
La presenza anche dei
più forti vincoli di tutela lungo le coste non esclude, poi,
che il proprietario possa chiudere l’accesso ai comuni
mortali.
Se qualsiasi
intervento di tutela ambientale e per salvaguardare gli interessi collettivi
dovesse essere prerogativa esclusiva delle amministrazioni pubbliche, non
esisterebbero le associazioni ambientaliste: per esempio, il WWF non
avrebbe potuto acquistare la foresta di
Monte Arcosu,
meritoriamente salvandola dal taglio e contribuendo a salvare il Cervo sardo,
il F.A.I.non avrebbe potuto acquisire Casa Dal Prà per poterla meritoriamente poi aprirla
al pubblico, Legambiente non dovrebbe svolgere le meritorie
giornate di Puliamo il
Mondo, visto che si tratta
di tipica attività di competenza delle amministrazioni locali, né
meritoriamente Italia Nostra potrebbe gestire e aprire al
pubblico la Torre Canai.
Non si tratta nemmeno
di “pagare il riscatto” per liberare un bene ambientale, come qualcuno potrebbe
pensare. Non significa che associazioni e cittadini debbano
comprare tutte le aree costiere “a rischio”. Questo sì, sarebbe
compito delle amministrazioni pubbliche.
Acquistare parte delle
dune e della spiaggia di Chia non significa sostituirsi ad alcuna amministrazione
pubblica, significa intervenire per tappare un buco al fine di
garantire la salvaguardia di un’area ambientale di elevatissimo pregio e
la permanenza della fruizione pubblica.
Possiamo farlo
insieme.
Per farlo abbiamo
bisogno dell’aiuto di tutte le persone che tengono al proprioambiente,
alla propria identità, al futuro della propria Terra.
Contribuisci all’acquisto delle dune e
della spiaggia di Chia con un
versamento sul conto corrente postale n. 22639090 intestato a
“associazione Gruppo d’Intervento Giuridico“ (causale “dune e
spiaggia di Chia”) oppure con un bonifico bancario con
il codice IBAN IT39 G076 0104 8000 0002 2639 090 (per
i versamenti dall’Estero il codice BIC/SWIFT è BPPIITRRXXX).
A chi contribuirà con
almeno 30,00 euro sarà inviato un simbolico attestato di benemerenzae
la tessera associativa, se gradita.
Ricordiamo, fra le
tante agevolazioni previste, che per le erogazioni
liberali in favore delle onlus come il Gruppo d’Intervento Giuridico è
prevista la detrazione del 19% degli importi donati fino a un
massimo di 2.065,83 euro (art. 15, comma 1°, lettera i – quater,
del D.P.R. n. 917/1986 e s.m.i., testo unico
delle imposte sui redditi – T.U.I.R.).
Naturalmente
anche imprese e aziende rispettose dell’ambiente possono
contribuire e ne sarà dato ampio risalto.
Il nostro ambiente e
la nostra identità non sono in vendita, insieme possiamo dimostrarlo
concretamente!
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
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