martedì 25 dicembre 2018

Perché salvare insieme dune e spiaggia di Chia non vuol dire “pagare un riscatto”



E’ davvero molto grande il sostegno collettivo creatosi in pochissimi giorni in favore della campagna promossa dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus Salviamo insieme dune e spiaggia di Chia” con il coinvolgimento di tantissime personeche hanno ben compreso il significato “popolare” dell’acquisto di parte delle   dune e della spiaggia di Chia, uno straordinario gioiello del Mediterraneo.
L’obiettivo, come noto, è salvaguardare le dune e la spiaggia anche per le generazioni future e garantirne la fruizione pubblica.
Non vogliamo certamente sostituirci a chi istituzionalmente deve perseguire il fine pubblico della tutela ambientale.
Non ci passa nemmeno per l’anticamera del cervello.
StatoRegioniComuni, qualsiasi amministrazione pubblica competente dovrebbe farlo per dettato costituzionale (artt. 9 e 117 cost.).
Ma che succede se non accade?
In Sardegna dovrebbe provvedere specificamente l’Agenzia per la Conservatoria delle coste, lodevolmente istituita qualche anno fa proprio su nostre forti richieste, ma colpevolmente è consegnata da anni alla completa inoperattività.
La presenza anche dei più forti vincoli di tutela lungo le coste non esclude, poi, che il proprietario possa chiudere l’accesso ai comuni mortali.
E’ successo e continua a succedere: da Capo Ceraso allo Scoglio di Peppino, alla Valle dell’Erica.
Se qualsiasi intervento di tutela ambientale e per salvaguardare gli interessi collettivi dovesse essere prerogativa esclusiva delle amministrazioni pubbliche, non esisterebbero le associazioni ambientaliste: per esempio, il WWF non avrebbe potuto acquistare la foresta di Monte Arcosu, meritoriamente salvandola dal taglio e contribuendo a salvare il Cervo sardo, il F.A.I.non avrebbe potuto acquisire Casa Dal Prà per poterla meritoriamente poi aprirla al pubblico, Legambiente non dovrebbe svolgere le meritorie giornate di Puliamo il Mondo, visto che si tratta di tipica attività di competenza delle amministrazioni locali, né meritoriamente Italia Nostra potrebbe gestire e aprire al pubblico la Torre Canai.
Non si tratta nemmeno di “pagare il riscatto” per liberare un bene ambientale, come qualcuno potrebbe pensare.   Non significa che associazioni e cittadini debbano comprare tutte le aree costiere “a rischio”.   Questo sì, sarebbe compito delle amministrazioni pubbliche.
Acquistare parte delle dune e della spiaggia di Chia non significa sostituirsi ad alcuna amministrazione pubblica, significa intervenire per tappare un buco al fine di garantire la salvaguardia di un’area ambientale di elevatissimo pregio e la permanenza della fruizione pubblica.
Possiamo farlo insieme.
Per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutte le persone che tengono al proprioambiente, alla propria identità, al futuro della propria Terra.
Contribuisci all’acquisto delle dune e della spiaggia di Chia con un versamento sul conto corrente postale n. 22639090 intestato a “associazione Gruppo d’Intervento Giuridico“ (causale “dune e spiaggia di Chia”) oppure con un bonifico bancario con il codice IBAN IT39 G076 0104 8000 0002 2639 090 (per i versamenti dall’Estero il codice BIC/SWIFT è BPPIITRRXXX).
A chi contribuirà con almeno 30,00 euro sarà inviato un simbolico attestato di benemerenzae la tessera associativa, se gradita.
Ricordiamo, fra le tante agevolazioni previste, che per le erogazioni liberali in favore delle onlus come il Gruppo d’Intervento Giuridico è prevista la detrazione del 19% degli importi donati fino a un massimo di 2.065,83 euro (art. 15, comma 1°, lettera i – quater, del D.P.R. n. 917/1986 e s.m.i., testo unico delle imposte sui redditi – T.U.I.R.).
Naturalmente anche imprese e aziende rispettose dell’ambiente possono contribuire e ne sarà dato ampio risalto.
Il nostro ambiente e la nostra identità non sono in vendita, insieme possiamo dimostrarlo concretamente!
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

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