Il patto globale pensato per le migrazioni le vuole
proprio così. Sicure, ordinate e soprattutto regolari. La dottrina dell’Organizzazione
internazionale delle migrazioni è stata dunque fatta propria dalla Nazioni
Unite e dalla comunità internazionale. Una migrazione inesistente nel Sahel e
altrove.
La sicurezza
che ci riguarda, nel Sahel, è quella alimentare, quella di curarsi e quella di
pagare l’affitto a fine mese. La sicurezza che i figli possano terminare l’anno
scolastico e che le piogge stagionali siano puntuali. La sicurezza che dovrebbe
accompagnare chi ha scelto di viaggiare e di tradurre la mobilità in frontiere
si trasformano in passerelle.
La sicurezza è invece diventata
appannaggio, qui come nel nord del mondo, dei militari e delle ditte che ne
hanno fatto uno dei business tra i più lucrativi. Se migrazioni sicure
significa migrazioni scelte, allora non è evitabile la domanda a chi appartenga
il diritto di scegliere. Noi vorremmo essere sicuri di arrivare a destinazione
e di essere trattati come soggetti di diritti umani. Vorremmo essere sicuri di
non essere rispediti al mittente.
Quanto ad
essere ordinate, poi, è una pretesa che suona come un’utopia di cattivo gusto.
Fate proprio di tutto per sregolare l’economia, la politica, il commercio, la
natura umana, la famiglia, i nascituri e il clima. Avete colonizzato una parte del mondo e con la
globalizzazione, da voi gestita e imposta, la perpetuate a piacimento. Avete
fatto di tutto per “disordinare” il mondo e nelle migrazioni, invece, vorreste
ordinarlo. L’unico ordine che vi interessa è quello che mantenga le cose come
stanno e che il mondo, così com’è, non si tocchi per nulla.
Chiunque osi mettere in discussione il vostro
disordine è tacciato di essere ribelle, sovversivo e criminale. Siete riusciti a fare dei migranti
dei criminali che infrangono, con vostro disappunto, il vostro mondo che la
disuguaglianza rende ordinato ai vostri interessi di classe.
Non ci interessa il vostro ordine e le migrazione
non saranno mai ordinate ai vostri interessi. Ci arroghiamo il diritto di
“disordinare” le vostre arroganti pretese di conservazione dei privilegi.
L’ordine che proponete si trova realizzato nei campi di sterminio dei sogni più
belli che la nostra epoca ha prodotto.
da qui
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