· È evidente che ci stiamo rubando la vita, in parte per scelta in parte per coazione in parte per inconsapevolezza.
· Tutto congiura a strapparci il tempo, a strapparci il corpo, a strapparci il piacere di stare con gli altri. Sempre più soli, sempre più autistici, sempre più prigionieri del nostro mondo straripante di tecnologie inutili (o utili solo a essere meglio sfruttati, da altri o da noi stessi), sempre più atrofizzati e immobili, oppure sempre più di corsa, sempre più sovraffollati di impegni, sempre più disperati, ammalati e esauriti.
· Non c’è tempo da perdere. Ora o mai più. Non è facile, ovviamente ma dobbiamo provare a capovolgere l’ingranaggio, a incepparlo, a rallentarlo. Dobbiamo fare marcia indietro e sbarazzarci del milione di minchiate da cui ci circondiamo sotto la pressione inarrestabile del marketing dell’idiozia.
· È dura, lo so. Io per primo sono dipendente da migliaia di apparenti comodità che mi stanno letteralmente prosciugando denari, spremendo il tempo e azzerando la vita sociale concretamente intesa.
· Provo a indicare misure graduali di disintossicazione e riappropriazione della vita:
- · Non comprare più alcun oggetto tecnologico che ci “faciliti” la vita. Ricominciamo a riprendere le nostre abilità manuali.
- · Gradatamente ridurre l’uso delle tecnologie. Buttare quelle inutili(strumenti folli per il lavaggio dei denti o la macinazione dei cibi ecc.). Iniziare diete graduali: un’ora senza guardare il cellulare, poi 2, poi 3. Poi lasciare a casa il cellulare per mezza giornata e così via. Spegnere il computer in progressione.
- · Ridurre tutte le applicazioni.
- · La televisione non come abitudine ma come scelta.
- · Riprendere gradatamente a scrivere su carta. Ogni tanto osare scrivere una lettera a mano. Poi aumentare.
- · Leggere leggere leggere e rileggere.
- · Quando si hanno impegni non indispensabili provare a pensare cosa di bello si potrebbe fare in alternativa: andare a trovare un amico o un amante (chiedendo anche a lui di rinunciare al suo impegno, perché sicuramente lo avrà).
- · Quando si rinuncia al sesso o alla compagnia per un impegno, una volta ogni tanto fare il contrario. Rinunciare all’impegno per il sesso o per la compagnia. Poi sempre più spesso.
- · Vedersi fisicamente. Ogni volta che ci si può vedere fisicamente senza l’ausilio della tecnologia farlo, per quanto faticoso possa apparire.
- · Esercitarsi a non fare. Prima dieci minuti. Poi una mezzora. Poi un’ora e così via.
- · Rivendicare il diritto di dormire, se possibile in compagnia.
- · Mangiare con calma e bene. Ogni volta che è possibile. Rivendicare il diritto a mangiare con calma.
- · Aumentare gradatamente il tempo che si passa con figli, amici, amanti, mogli e mariti. Non essere di fretta. Ricavare il tempo cancellando impegni. Specie quelli non strettamente necessari. Migliorare i propri criteri intorno all’assolutamente necessario. Quasi nulla di quello che facciamo è davvero strettamente necessario, se non è per autentica passione.
- · Evitare compagnie di gente troppo indaffarata. Danno il cattivo esempio.
- · Evitare compagnie di gente troppo ambiziosa. Fomentano nervosismo.
- · Evitare compagnie di gente troppo tecnologica. Oltre ad annoiare terribilmente inducono complessi di inferiorità del tutto fasulli.
- · Cercare persone accoglienti e che sanno dedicarci il tempo necessario.
- · Essere accoglienti e dedicare il tempo necessario a chi ci piace.
- · Durante una festa provare a ballare balli lenti, come una volta, solo per il gusto del contatto lento e prolungato. Rimandare il dionisiaco a più tardi.
- · Decelerare, decelerare, decelerare e, ogni tanto, fermarsi.
- · Decongestionare, decongestionare, decongestionare e, ogni tanto, non aver più nulla da fare.
- · Fare atti di bellezza a casaccio, già si sa.
- · Più abbracci, più coccole, più ospitalità ecc.
- · Fare cose impreviste solo perché arriva la voglia di farle, sacrificando impegni o attività programmate con ambiziosi, indaffarati o con apparati tecnologici.
- · Rifiutare impegni non voluti.
- · Fermarsi in macchina perché abbiamo visto un posto che ci piace, a prescindere.
- · Scendere dal treno perché abbiamo visto un posto che ci piace, non al volo se possibile.
- · Scendere dall’autobus non troppo tardi come nel dottor Zivago, quando c’è del desiderio in ballo.
- · Andate avanti da soli che tanto avete capito e “ancora uno sforzo”!
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