L'ITALIA è al terzo posto al mondo, dopo Messico e Thailandia, per consumo di acqua in bottiglia. Un dato che balza agli occhi e che mostra come le nostre scelte possano essere talvolta legate ad una precauzione eccessiva o ad una sfiducia non motivata, visto che l'acqua del rubinetto è quasi sempre buona o ottima, come confermano aziende e le Asl all'interno della rete di controllo idrico. L'eccesso di zelo può essere legato ad un retaggio quasi atavico, dato che nell'immaginario collettivo l'acqua è da sempre rappresentata come simbolo di vita, freschezza e purezza assoluta. E per questo esigiamo una qualità molto elevata, ancor più che per gli alimenti. Tuttavia, l'acqua del rubinetto, cifre alla mano, generalmente non è meno sicura di quella in bottiglia, come spiega Luca Lucentini, direttore del Reparto di Qualità dell'acqua e salute dell’Istituto Superiore di Sanità. Ecco le sue caratteristiche e come ridurre ulteriormente i rischi, già molto bassi.
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• SIAMO AL SICURO
In Italia, siamo fortunati, sottolinea Lucentini, dato che in più dell'85% dei casi attingiamo ad acque sotterranee e solitamente molto protette. L'attuale normativa europea, ben applicata nel nostro paese, inoltre, prevede un controllo costante, con milioni di analisi all'anno, di 50 parametri chimici e microbiologici. “La conformità si registra in più del 99% delle misurazioni – spiega Lucentini – mentre i rari casi in cui non vi è conformità riguardano la presenza di elementi chimici, come l'arsenico, naturalmente contenuti nella falda acquifera e legati alle caratteristiche del nostro territorio, ad esempio all'origine vulcanica di alcuni suoli". Tali elementi non pongono un rischio diretto e immediato per la salute, ma rappresentano degli indicatori di un problema da tenere sotto controllo: anche in passato, prosegue l'esperto, sono state registrate contaminazione chimiche circoscritte, quali l'arsenico, il fluoro e il boro. "Vi sono poi criticità locali legate a parametri cosiddetti emergenti - aggiunge l'esperto - che sono sfuggiti agli ordinari controlli: in alcune falde idriche del Veneto in rari casi sono stati rilevati composti perfluoroalchilici (Pfas), utilizzati ad esempio a livello industriale, un dato che deve spingere alla scelta di una diversa strategia di prevenzione per rafforzare la fiducia di bere aque del rubinetto in tutta sicurezza".
Ma le contaminazioni più pericolose per la salute sono invece quelle microbiologiche, tipiche dei paesi in via di sviluppo, il cui rischio in Italia è pari a zero, chiarisce Lucentini, un punto di forza che spesso sottovalutiamo ma che rende la nostra acqua di rubinetto una risorsa importante e sicura.
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• NEGLI APPARTAMENTI
Un elemento su cui porre attenzione riguarda la rete idrica interna delle proprie abitazioni. Colore, odore, sapore, limpidità dell'acqua sono le caratteristiche visibili ed essenziali e, se si rilevano cambiamenti, si può sospettare la presenza di qualche elemento che non va, chiarisce l'esperto. “L'altro rischio – seppure molto basso, sempre sotto l'1% - è rappresentato dalla presenza di piombo (un elemento incolore, insapore e inodore) nell'acqua, un rischio significativo per la salute, dato che è neurotossico per le gestanti (per il feto) e per il neonato”, illustra Lucentini. “Episodi di contaminazione possono verificarsi in palazzi piuttosto vecchi, costruiti prima degli anni '60, soprattutto nei centri storici. Se il proprio appartamento è di antica costruzione è bene informarsi sull'età del proprio edificio e su eventuali interventi di manutenzione”. Qualora non vi fossero informazioni e si avesse un dubbio in tal senso, il Ministero della Salute ha diramato le indicazioni per effettuare autonomamente l'analisi, con la cosiddetta stagnazione completa.
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• I FILTRI DELL'ACQUA
Insomma, possiamo stare tranquilli. “La scelta di utilizzare appositi apparecchi per filtrare l'acqua del rubinetto – spiega ancora Lucentini – è personale e dipende dal gusto, dato che lo scopo principale è refrigerare l'acqua, renderla frizzante, eliminare l'odore o il sapore di cloro, ridurre la durezza (calcio e magnesio), ma non migliora la qualità, che è già ottima”. Al contrario, sottolinea l'esperto, bisogna stare attenti ai dispositivi che aromatizzano l'acqua. “In questo caso, si rischia di assumere calorie in più – aggiunge l'esperto –. Questi apparecchi sono molto diffusi in America ed iniziano ad essere utilizzati anche in Europa e in Italia” .
Ad eccezione di specifiche condizioni di salute, piuttosto rare, la presenza di calcare, ovvero la durezza dell'acqua non rappresenta un problema, anzi. “È un falso mito quello per cui questa caratteristica non sia buona per la salute – chiarisce Lucentini – al contrario, alcune evidenze hanno mostrato come all'aumentare di questa proprietà diminuisca anche il rischio di malattie cardiovascolari potenzialmente fatali. Mentre l'associazione fra la durezza dell'acqua di rubinetto e i calcoli renali non è provata in alcun modo”.
• IL WATER SAFETY PLAN
Tuttavia, la qualità della nostra acqua di rubinetto, già elevata, potrebbe esserlo ancora di più. “La normativa italiana (e quella europea) prevede il controllo di 50 parametri – spiega Lucentini–, ma ve ne sono altri che potrebbero essere presi in considerazione per una ancora maggiore sicurezza”. Per questa ragione, dal 2004 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha realizzato e diffuso un piano di sicurezza dell'acqua, il Water Safety Plan, di cui l'esperto ha parlato nel libro, appena presentato a Milano, “L’acqua del rubinetto. Water Safety Plan: innovazione e sicurezza”, curato da Alessandro Russo e Michele Falcone, rispettivamente presidente e direttore generale del Gruppo Cap, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. Questo piano consiste in un monitoraggio attraverso sonde, più esteso e capillare, che va dalla sorgente fino al rubinetto, seguendo vari step intermedi delle reti acquifere.
Per fare un paragone, prosegue l'esperto, è un po' come avviene nelle moderne feste dei bambini, in cui il gruppo di piccoli partecipanti viene seguito passo passo dagli adulti, dall'arrivo nel luogo del festeggiamento, al gioco, fino alla conclusione e al ritorno dei genitori, onde evitare qualsiasi rischio. “Ad esempio, l'avvento di un incendio e il conseguente uso ingente di schiume può determinare il rilascio di elementi contaminanti, che non rientrano nei 50 parametri analizzati di legge - specifica Lucentini - oppure possono esservi sotto-prodotti della disinfezione delle acque non rilevati. Semplici analisi effettuate in continuo possono fornire una sorta di "elettrocardiogramma" del sistema idrico, segnalando precocemente possibili modifcihe della torbidità dell'acqua, la sua conducibilità (ovvero il tenore salino), il pH o l'eventuale presenza di elementi atipici". In Italia, più di 10 regioni hanno iniziato ad applicare questo piano, che presto diventerà obbligatorio a livello di normativa europea.
• BERE FA BENE
Ma l'importante è bere una buona quantità di acqua, almeno circa due litri al giorno (sia del rubinetto, sia quella in bottiglia, se la si preferisce), anche per "avere le idee chiare", conclude l'esperto: “uno degli organi più ricchi d'acqua del nostro corpo è il cervello – conclude Lucentini – e se non si beve abbastanza possono manifestarsi anche sintomi quali difficoltà di concentrazione, irritabilità e mal di testa”.
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